Stop all’apartheid dei Rom! Lancio campagna e appello
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Al via oggi la nuova Campagna “Stop all’apartheid dei Rom” dell’Associazione 21 luglio.
Si continua a chiamarli “nomadi”, ma ormai da diverse generazioni sono comunità stanziali. Si dice che non vogliano integrarsi, ma per loro le istituzioni individuano come unica soluzione alloggiativa quei mega campi monoetnici, luoghi di degrado fisico e relazionale lontani dai centri abitati.
Sono i rom e sinti che vivono in Italia, uno dei gruppi più sistematicamente esclusi e discriminati nel nostro Paese. Con la Campagna “Stop all’apartheid dei Rom!”, l’Associazione 21 luglio dice basta alla discriminazione verso queste comunità e lancia un appello nazionale con raccolta firme in favore della loro inclusione e integrazione.
Dei circa 170 mila rom e sinti che vivono in Italia, 40 mila vivono all’interno dei cosiddetti “campi nomadi”. La politica dei “campi” in Italia ha preso l’avvio negli anni Ottanta quando alcune Regioni italiane hanno approvato le Leggi regionali per la «tutela delle popolazioni nomadi», ispirate all’idea di tutelare il diritto al nomadismo delle comunità rom e sinte. Tali leggi prevedono la creazione di insediamenti per comunità erroneamente ritenute “nomadi”, ovvero incapaci e non desiderose di adattarsi ad una vita in una abitazione convenzionale.
Con l’appello “Inclusione per le comunità rom e sinte in Italia”, lanciato oggi nell’ambito della Campagna “Stop all’apartheid dei Rom!”, l’Associazione 21 luglio chiede ai Presidenti delle Regioni Lazio, Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Umbria l’immediata abrogazione delle rispettive Leggi regionali che, in nome della presunta «tutela delle popolazioni nomadi», hanno istituzionalizzato la costruzione e la gestione dei “campi nomadi” riservati esclusivamente a persone rom e sinte.
Negli anni tali Leggi regionali, assieme allo stereotipo mai superato nell’immaginario collettivo di “rom=nomade”, hanno di fatto legittimato e sostenuto politiche incentrate sulla costruzione di insediamenti riservati ai soli rom, in spazi isolati, recintati, distanti dalla città e lontani dai diritti, favorendo così la ghettizzazione, la stigmatizzazione e la segregazione delle comunità rom e sinte nel nostro Paese.
Si è in tal modo istituzionalizzata una sospensione dei diritti umani di rom e sinti attraverso norme progettate specificamente solo per loro.
Con la Campagna “Stop all’apartheid dei Rom!” e con l’appello “Inclusione per le comunità rom e sinte in Italia”, l’Associazione 21 luglio è convinta che combattendo l’esclusione e la discriminazione attraverso una legislazione adeguata e implementando programmi efficaci a promuovere l’inclusione sociale dei rom e dei sinti, sarà possibile rompere il muro dell’apartheid che di fatto separa oggi la società maggioritaria dalle comunità rom e sinte presenti sul nostro territorio.
La Campagna si propone inoltre l’obiettivo di favorire la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, attraverso la decostruzione di pregiudizi e stereotipi diffusi legati al panorama rom, e di promuovere la formazione di giovani attivisti rom e sinti che si impegnino nella tutela dei diritti umani delle proprie comunità.
(8 ottobre 2013)
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