25 rom a rischio sgombero: evitare un nuovo inutile gioco dell'oca
Nell’insediamento informale di Val d’Ala, nella periferia nord-est di Roma, una comunità rom di 25 persone rischia lo sgombero forzato. Tra le famiglie sono presenti anche sette minori e una donna incinta.
Nell’ultima settimana le autorità si sono recate più volte sul posto per avvisare verbalmente dell’imminenza dello sgombero forzato, sebbene nessuna consultazione con le persone direttamente coinvolte sia stata ancora avviata. Questo approccio – tipico delle operazioni di sgombero forzato – non rispetta le garanzie procedurali in materia di sgomberi previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite. Oltre a non ascoltare le richieste dei diretti interessati, infatti, non viene data alcuna notifica formale né sono previste soluzioni abitative alternative.
Il caso di Val d’Ala, in particolare, è emblematico di quanto sia miope la politica degli sgomberi forzati. Come rilevato nell’ultimo rapporto annuale dell’Associazione 21 luglio, questo insediamento informale era stato sgomberato il 9 luglio 2014 e, in seguito alle proteste, le famiglie, sostenute dagli attivisti di Associazione 21 luglio e Amnesty International, erano state temporaneamente accolte nell’ex fiera di Roma per essere poi rimpatriate in Romania a novembre dello stesso anno. Il costo complessivo stimato per queste operazioni è stato di circa 170 mila euro ma evidentemente questo tipo di provvedimenti non sono stati risolutivi. Le stesse identiche persone si sono infatti reinsediate nella medesima area a febbraio 2015 e sono oggi nuovamente sotto minaccia di sgombero forzato. Questo è il meccanismo perverso perpetrato dal Comune che l’Associazione 21 luglio ha significativamente appellato “gioco dell’oca”.
«Alla luce di questi fatti – ha dichiarato il presidente Carlo Stasolla – l’Associazione 21 luglio chiede di cogliere questa occasione per intavolare una consultazione con le famiglie coinvolte, per dare un segnale di rottura con il passato e cercare soluzioni alternative che ascoltino le richieste sia degli abitanti del quartiere sia delle comunità direttamente coinvolte».
Il “gioco dell’oca” dello sgombero forzato di Val d’Ala