Contrastare la discriminazione riscoprendo la memoria storica

Durante i regimi nazifascisti, rom e sinti furono perseguitati, discriminati e sterminati nei campi di concentramento. Nonostante ciò, l’antiziganismo non si è esaurito con l’avvento della democrazia, anche a causa della mancata conoscenza storica della discriminazione e dei fatti da essa provocati, e alcuni pregiudizi sono sopravvissuti, rendendo difficili i percorsi di inclusione di queste persone.

Per questo motivo la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti Civili, Sucar Drom, Associazione 21 Luglio e l’Università di Firenze lavorano da due anni al progetto ‘RemAgainstDisc’ (Rafforzare la memoria storica del Porrajmos per combattere le discriminazioni).

Obiettivo del progetto è stato quello di recuperare la memoria storica di quegli eventi, rendendola fruibile attraverso la ristrutturazione del primo museo virtuale del Porrajmos e, a partire da questo, sensibilizzare il pubblico sulla matrice storica di alcuni pregiudizi e superare così la discriminazione che rom e sinti soffrono ancora oggi.

Per fare questo, il progetto ha combinato attività rivolte al grande pubblico e altre rivolte a specifiche categorie professionali che possono giocare un grande ruolo nel percorso inclusivo e nel superamento dell’antiziganismo.

 

Il progetto è stato finanziato nell’ambito del Bando CERV-2021-CITIZENS-REM della Commissione Europea e ha ricevuto un contributo complessivo di € 134.785,00.

 

Il lavoro fatto

 

Gli obiettivi del progetto erano molteplici: innanzitutto recuperare la memoria storica del Porrajmos, lo sterminio di rom e sinti avvenuto per mano dei regimi nazifascisti nel secolo scorso; attraverso il recupero di questa memoria storica e dei pregiudizi e degli stereotipi che avevano reso possibili discriminazioni e persecuzioni, contribuire alla costruzione di società più inclusive e di maggiore integrazione, raggiungendo alcune categorie specifiche che incidono sul percorso di vita dei Rom e dei Sinti; infine, garantire che le attività progettuali potessero proseguire oltre la fine del progetto e fossero replicabili.

Da questo punto di vista gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti.

La ricerca storica, condotta dall’Università di Firenze e dall’Associazione Sucar Drom, ha ritrovato materiali e racconti che hanno consentito di ricostruire il periodo compreso tra il 1943 e il 1945, ancora mancante, testimoniando come vi furono deportazioni di rom e sinti verso i campi di concentramento nazisti. Questa ricerca è stata presentata all’Università di Firenze e messa a disposizione della comunità scientifica, ma non solo.

I materiali raccolti sono confluiti, insieme a quelli già presenti, nel primo museo virtuale di Porrajmos, che nell’ambito del progetto ha subito una profonda revisione, sia in termini contenutistici che in termini visivi, garantendo una più ampia navigabilità. Tradotto in inglese rappresenta uno strumento indispensabile e fondamentale per studiare questa storia e costruire la memoria. Già diverse scuole, così come le stesse comunità, lo hanno utilizzato nelle loro attività istituzionali, come strumento di informazione e testimonianza.

A partire da questo recupero storico sono stati realizzati tre toolkit, rivolti ad operatori sociali, insegnanti e decisori politici, categorie che, nei rispettivi ruoli, possono avere un impatto sulla vita dei rom e dei sinti. Le prime due categorie, a livello di integrazione sociale e scolastica, mentre i decisori politici possono incidere nel superamento dei mega campi rom, fino ad ora largamente utilizzati in Italia, e nel promuovere politiche abitative che garantiscano e incoraggino l’inclusione di queste persone.

Oltre alla realizzazione di questi toolkit, sono stati promossi una serie di incontri con persone appartenenti a queste categorie, per diffondere i toolkit, ma anche costruire consapevolezza e percorsi di cambiamento.

Proprio su questi incontri si fonda la continuità del lavoro iniziato in questo progetto, anche dopo la sua conclusione. Verranno infatti promossi ulteriori incontri, rientranti pienamente nell’ambito delle attività istituzionali degli enti partner. Per quanto riguarda quelli con decisori politici, in alcuni casi sono serviti a promuovere azioni che continuano e che porteranno, questo l’obiettivo, al superamento del maggior numero di mega campi rom nei prossimi mesi/anni.

 

Risultati e impatti

 

Il progetto ha ottenuto i seguenti risultati:

– Rinnovare e ampliare la conoscenza e la memoria storica relativa allo sterminio dei Rom e dei Sinti durante i regimi nazifascisti. Questo risultato è stato raggiunto attraverso nuove ricerche storiche basate su materiali inediti e ricerche negli archivi storici. Mettere a disposizione di studiosi, accademici e cittadini questa nuova massa di materiali storici. Nel corso del progetto si è svolto anche un incontro con i rappresentanti di alcune case editrici scolastiche, al fine di presentare loro i risultati della ricerca e suggerire l’inserimento di spazi specifici destinati a Porrajmos sui testi utilizzati nelle scuole. L’incontro ha suscitato grande interesse e l’impatto atteso è che possano esserci nuove edizioni di alcuni testi scolastici che vadano in questa direzione.

– Ristrutturare il primo museo virtuale di Porrajmos, rendendolo un luogo dove si racconta questa storia e si raccolgono documenti e testimonianze. Garantire una conoscenza diffusa della persecuzione e dello sterminio dei Rom e dei Sinti, un luogo della memoria a beneficio delle comunità e dei cittadini, utilizzabile anche nelle scuole in occasione dello studio di quel periodo storico e in occasione delle iniziative che si svolgono ogni anno nel mese di gennaio Il 27, in occasione del Giorno della Memoria.

– Costruire una conoscenza più ampia sulla cultura Rom e Sinti e implementare buone pratiche rivolte a insegnanti, operatori sociali e decisori politici, figure professionali fondamentali per l’inclusione di queste persone, affinché, ciascuno nel proprio ambito, possano realizzare azioni positive per la prevenzione di qualsiasi forma di discriminazione. Questo risultato è stato raggiunto attraverso l’implementazione di toolkit e una serie di incontri che hanno coinvolto circa 200 persone. Questi toolkit serviranno per proseguire il lavoro anche dopo la fine del progetto in modo che sia gli incontri svolti che quelli futuri rendano efficaci le buone pratiche riportate.

– Per quanto riguarda i decisori politici, a partire dagli incontri svolti, in alcune città sono stati inaugurati percorsi partecipativi per il superamento dei mega campi rom, che dovrebbero portare alla chiusura di alcuni di essi e a politiche abitative inclusive.

 

Il progetto ha quindi raggiunto risultati nel breve periodo, aprendo la possibilità di proseguire il lavoro nel medio e lungo termine, con attività che entreranno a far parte degli interventi istituzionali della maggioranza dei beneficiari.

Memoria: abbiamo incontrato insegnanti, social workers e politici

Nella vita delle persone rom e sinte, un peso importante, allo stato attuale, lo hanno alcune categorie di persone. Tra queste, sicuramente, vi sono gli insegnanti, gli assistenti sociali e i decisori politici. Nel loro quotidiano, infatti, sono tra coloro che, con il loro lavoro, possono favorire politiche di inclusione e di superamento degli stereotipi.

Gli insegnanti attraverso la promozione di politiche scolastiche che affrontino le discriminazioni istituzionali consente così di favorire il successo scolastico degli studenti. Gli assistenti sociali e le altre figure che operano in questo settore per poter garantire una valutazione più ampia sul benessere dei bambini rom e sinti. Nel caso dei decisori politici, invece, per promuovere una diversa politica abitativa e garantire il diritto alla casa delle persone rom e sinti, superando così i mega-campi presenti in alcune città italiane.

 

A tale scopo erano dedicati tre toolkit – prodotti nell’ambito del progetto RemAgainstDisc (Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination), finanziato dal Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea – pubblicati la scorsa primavera. 

A questa pubblicazione hanno fatto seguito diversi incontri di disseminazione che, in diverse città italiane, hanno visto i responsabili del progetto incontrare persone appartenenti a queste tre categorie professionali (in totale oltre 150).

Gli incontri sono stati un momento di confronto e scambio sui toolkit e di attivazione di esperienze positive.

 

Un lavoro che, come molti altri output del progetto, andrà oltre il termine stabilito, potendo durare nel tempo e aiutando sempre più a sensibilizzare sul necessario superamento di ogni discriminazione contro le persone rom e sinte.

Le passeggiate della memoria per ricordare rom e sinti

Oltre 300 persone hanno partecipato alle passeggiate della memoria organizzate dalla Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, Sucar Drom, Università di Firenze e Associazione 21 Luglio, durante il progetto “RemAgainstDisc – Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination”, finanziato nell’ambito della Call CERV-2021-CITIZENS-REM della Commissione Europea.

 

Il progetto ha l’obiettivo di recuperare la memoria del genocidio da parte dei regimi nazifascisti di rom e sinti. Si stima che oltre 500.000 persone furono sterminate nei campi di concentramento nazisti. Molti degli stereotipi dannosi utilizzati in quel periodo storico sono sopravvissuti nonostante l’avvento dei sistemi democratici. 

Per far conoscere questa storia è stato aggiornato, ampliato e tradotto in inglese il primo museo virtuale della persecuzione e genocidio di rom e sinti, visitabile al sito www.porrajmos.it.

 

Una delle attività promosse riguardava le passeggiate della memoria, in alcuni luoghi simbolici di questa storia tragica. Le città scelte erano state Roma, Trieste, Mantova, Fossoli e Prignano Sulla Secchia, nelle quali rom e sinti italiani erano stati segregati e, in molti casi, deportati verso i campi di concentramento nazisti. 

Luoghi che hanno dedicato a questa vicenda e a queste persone targhe (come nel caso di Mantova, Roma e Prignano Sulla Secchia) o pietre di inciampo, come nel caso di Romano Held, musicista sinto/rom deportato nel 1944 a Dachau da Trieste.

 

Alle passeggiate hanno partecipato, oltre a persone adulte, anche molti studenti e studentesse delle scuole dei rispettivi territori, affinché siano le nuove generazioni a tramandare la memoria storica e fare in modo che quei pregiudizi e stereotipi non trovino più spazio nei nostri giorni.

Inclusione di rom e sinti. Un incontro dedicato agli assistenti sociali

Gli assistenti sociali, insieme ad altre categorie professionali, hanno un grande impatto nei percorsi di inclusione di rom e sinti.
Per questo, nell’ambito del progetto Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination (RemAgainstDisc), abbiamo messo a punto un booklet rivolto proprio a questi operatori.

È possibile consultare il booklet in italiano e in inglese.

Il prossimo 22 novembre, dalle 11.00 alle 13.00, presso “Chikù cultura e cibo” (viale della Resistenza, Comparto 12, Napoli, quartiere di Scampia, sede di Chi rom e… Chi no) ci sarà una tavola rotonda che, a partire dai contenuti del booklet, sia di condivisione di prassi, metodologie, riflessioni e contenuti intorno al tema dell’inclusione di rom e sinti.

Nel dettaglio il progetto RemAgainstDisc, finanziato dal programma Citizens, Equality, Rights and Values Programme della Commissione Europea, mira a combattere gli stereotipi e i pregiudizi attraverso la conoscenza della storia, ma anche degli elementi culturali che caratterizzano rom e sinti. È questo il modo in cui è possibile superare le discriminazioni istituzionali verso queste persone. Per questo Associazione 21 Luglio, Sucar Drom, Università di Firenze e Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili hanno lavorato e pubblicato tre toolkit rivolti a insegnanti, assistenti sociali e decisori politici.

L’importanza di parlare di Porrajmos nei libri scolastici

Sono circa 500.000 le persone rom e sinte uccise dai regimi nazifascisti. Da molti questo genocidio viene chiamato Porrajmos. Nonostante le sue dimensioni, la memoria storica di quegli eventi è poco conosciuta e non ha aiutato a costituire un patrimonio collettivo che consentisse di prevenire discriminazioni e stereotipi verso queste persone che, anche se in forme diverse, sono sopravvissute alla fine dei regimi totalitari del ‘900.

Il progetto RemAgainstDisc (Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination), finanziato nell’ambito del Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea, e a cui lavorano la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, l’Università di Firenze, Sucar Drom e Associazione 21 Luglio, ha tra i suoi obiettivi proprio questo.

Uno degli interventi previsti ha riguardato la sensibilizzazione verso case editrici che pubblicano libri per scuole di ogni ordine e grado e per le università, affinché nei testi scolastici sia presente un riferimento specifico a cosa fu il Porrajmos.

Il Prof. Luca Bravi, ricercatore dell’Università di Firenze ha, a tal proposito elaborato il testo che segue:

 

Il Porrajmos

Notte del 2 agosto 1944, Birkenau, “campo degli zingari” (Zigeunerlager, settore BII-E). Fino al giorno prima regnava il rumore della vita, seppur in un campo di sterminio, nell’area del Lager destinata a rom e sinti, una minoranza linguistica giunta in Europa dall’Asia a partire dal XIV secolo e oggetto di antichi pregiudizi: allo Zigeunerlager insieme vivevano, e aspettavano di morire, migliaia di famiglie. Ora non c’è che il silenzio: in una sola notte i nazisti hanno “liquidato” il campo, sterminando i suoi internati. Oltre quattromila uomini, donne e bambini sono stati assassinati prima dell’alba. Nonostante questa scena e altre analoghe viste in tutta Europa siano rimaste a lungo nei ricordi degli altri internati e nelle testimonianze dei pochissimi sopravvissuti sinti e rom, e a dispetto della vasta documentazione di questo altro sterminio, la vicenda dei rom e sinti ad Auschwitz rappresenterà a lungo una memoria assente: quando tutto finirà si farà fatica a studiare e a riconoscere un evento tragico e radicale tanto quanto la Shoah: il Porrajmos. 

La parola Porrajmos significa “divoramento”, ed è utilizzata per indicare lo sterminio di rom e sinti subito prima e durante la seconda guerra mondiale: si stima che 500.000 di loro siano stati assassinati dopo essere stati perseguitati dalla Germania nazista per due ragioni diverse e convergenti: inizialmente erano ritenuti “asociali”, successivamente sono stati considerati, come gli ebrei, “razzialmente inferiori”, e per questo cacciati e annientati. 

Anche l’Italia fascista prima e la Repubblica sociale italiana poi, espellendo, respingendo, internando e deportando rom e sinti per anni, ha partecipato al Porrajmos.

Le risorse online proposte: 

 

In occasione di un incontro svoltosi proprio all’Università di Firenze, a cui hanno partecipato diversi responsabili delle case editrici, è stato introdotto il tema del Porrajmos e il testo in questione è stato proposto, con l’obiettivo che, anche a seguito di un percorso di condivisione, possa essere introdotto all’interno dei libri, costituendo così parte di quella scoperta della memoria storica, così fondamentale per guardare al futuro senza il peso dei pregiudizi e delle discriminazioni.

È stato promulgato il quadro strategico nazionale per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei rom in Italia

Associazione 21 luglio, insieme a  Consorzio Nova, Fondazione Romanì, Casa della Carità, Arci Solidarietà Onlus e Associazione Rom Sinti Prato hanno coordinato il lavoro di monitoraggio della Strategia nazionale di inclusione di Rom, Sinti e Caminanti.

Il testo è stato approvato dalla Comunità Europea a maggio di quest’anno.

È possibile leggere il rapporto cliccando qui

 

Superare la discriminazione di Rom e Sinti. I toolkit per insegnanti, assistenti sociali e decisori politici

Combattere gli stereotipi e i pregiudizi attraverso la conoscenza della storia, ma anche degli elementi culturali che caratterizzano rom e sinti. È questo il modo in cui è possibile superare le discriminazioni istituzionali verso queste persone.

Per questo Associazione 21 Luglio, Sucar Drom, Università di Firenze e Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili hanno lavorato e pubblicato tre toolkit rivolti a insegnanti, assistenti sociali e decisori politici.

La pubblicazione di questi materiali rientra nell’ambito del progetto RemAgainstDisc (Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination), finanziato dal Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea. Dopo aver proceduto ad una fase di ricerca relativa allo sterminio di rom e sinti e aver fatto confluire questi materiali nel rinnovato museo virtuale “Dall’antiziganismo al genocidio”, con questi toolkit si passa dalla memoria storica all’azione.

INSEGNANTI

Promuovere la comprensione di come il pregiudizio in atto nei confronti di Rom e sinti affondi le sue radici nel trattamento storico riservato loro dalle dittature nazista e fascista, ma anche nei primi anni della Repubblica, attraverso ad esempio l’istituzione delle classi speciali “Lacio Drom” serve ad aumentare la conoscenza di quel periodo per superare i pregiudizi odierni. Promuovere politiche scolastiche che affrontino le discriminazioni istituzionali consente così di favorire il successo scolastico degli studenti.

Scarica il toolkit in italiano e in inglese

ASSISTENTI SOCIALI

Fornire un’adeguata conoscenza di come i pregiudizi attuali derivino dal periodo delle dittature nazi-fasciste, in in particolare sull’inadeguatezza delle madri rom; fare in modo che questa ricostruzione storica, accompagnata da una maggiore conoscenza di alcuni elementi culturali, possa entrare nel merito della valutazione fatta da questi professionisti sul benessere dei bambini rom e sinti.

Scarica il toolkit in italiano e in inglese

DECISORI POLITICI

Sensibilizzare su come i mega-campi presenti in alcune città italiane rispondano ai principi di concentrazione e di esclusione praticati durante il nazifascismo. Offrire soluzioni per promuovere una diversa politica abitativa e garantire il diritto alla casa delle persone rom e sinti.

Scarica il toolkit in italiano e in inglese

LabRom: Laboratori sulla “questione rom” in Italia

Dopo quattro anni di assenza causata dall’emergenza pandemica, torna #LABrom, uno spazio formativo in cui, alla luce della nuova Strategia Nazionale, e con un approccio strettamente legato ai diritti dell’infanzia, verrà previsto un aggiornamento sulle politiche locali in relazione al superamento dei campi rom in Italia.
L’evento coinvolgerà enti del terzo settore, dirigenti e funzionariə pubblici, attivistə e amministratrici/amministratori interessatə alla “questione rom e sinta” attraverso incontri territoriali.
Per info e prenotazioni: info@21luglio.org

La memoria di rom e sinti come costruzione di comunità includente

 

Lo scorso 28 settembre, presso l’Università di Firenze, è stata presentata la ricerca svolta nell’ambito del progetto Remember against discrimination con l’obiettivo di tracciare percorsi d’inclusione attraverso il recupero delle molteplici narrazioni storiche che costruiscono la memoria collettiva. Le vicende di rom e sinti in Italia, durante la Seconda guerra mondiale, sono una pagina di storia estremamente viva nelle loro comunità, ma hanno subito una “tenuta a distanza” da parte della società maggioritaria, equivalente all’emarginazione fisica vissuta da queste persone: si pensi ai campi nomadi, alle classi differenziali per “zingari” nella scuola italiana attive per legge fino al 1977 (ma poi conservate più a lungo), ai discorsi d’odio legati a pregiudizi che traggono linfa dalle medesime teorie razziste, nate in epoca nazifascista e mai decostruite.

La ricerca storica, effettuata in Italia grazie al progetto Remember against discrimination, è stata costruita attraverso la stretta e continua collaborazione di ricercatori appartenenti alla società maggioritaria con i ricercatori delle comunità sinte e rom, per aprire uno spazio pubblico di conoscenza e di narrazione. Non si è trattato soltanto di reperire fonti meno conosciute, ma di elaborare una nuova metodologia di lavoro che trasformasse l’esperienza scientifica, nel primo passo per la costruzione di uno spazio comune.

La memoria collettiva è un elemento sociale che poggia sulle narrazioni condivise, ma se ci sono pezzi di società esclusi dagli spazi in cui avviene l’elaborazione e la condivisione del racconto sul passato, quello che ne consegue è l’assenza dalla memoria “di tutti”, proprio delle vicende delle minoranze emarginate. La fase di scavo negli archivi e di visita ai luoghi di memoria sul territorio italiano ed europeo ha dimostrato, con la concretezza delle tracce recuperate, che sinti e rom sono stati parte costante della storia italiana. In particolare, questa comunità è stata vittime della persecuzione e della deportazione nazifascista, sia nel periodo 1940-1943 all’interno del Regno d’Italia, ma soprattutto tra il 1943 e il 1945 quando, la collaborazione tra fascismo e nazismo in Italia ha causato la deportazione verso i lager del Terzo Reich di militari italiani non collaborazionisti, di oppositori politici, di ebrei e anche di rom e sinti italiani.

All’incontro hanno partecipato Luca Bravi, Professore dell’Università di Firenze e coordinatore della ricerca. Con lui anche Giorgio Bazzecchi e Yuri Del Bar, dell’Associazione Sucar Drom e Martina Sciamplicotti e Dzemila Salkanovic, di Associazione 21 Luglio.

Qui la ricerca completa in italiano e in inglese.

Prima dell’incontro di presentazione della ricerca, durante la mattinata, si è tenuto anche il primo interim meeting previsto dal progetto, a cui hanno partecipato i responsabili delle organizzazioni partner. Durante lo stesso Luca Bravi, dell’Università di Firenze, aveva anticipato gli esiti della ricerca e anche le prospettive storiche e storiografiche che la stessa apre. Si era successivamente discusso del rinnovo del sito porrajmos.it che ospita il primo museo virtuale sul Porrajmos. In particolare è stata affrontata la divisione dei compiti tra i vari soggetti che lavoreranno a questa parte di progetto: Sucar Drom e Università di Firenze dovranno infatti adattare la ricerca al sito, così come dovranno revisionare i testi attualmente presenti; al contempo Cild si occuperà della parte di sviluppo grafico e tecnico.

E’ stata inoltre individuata la data dell’evento di presentazione del sito che si terrà il 24 gennaio 2023 a Roma, durante la Settimana della Memoria.

La memoria contro la discriminazione

Nei giorni scorsi, a Roma, si è tenuto il kick off meeting del progetto RemAgainstDisc (Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination).

Finanziato nell’ambito del Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea, nei prossimi 20 mesi vedrà la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, l’Università di Firenze, Sucar Drom e Associazione 21 Luglio impegnate per ricostruire la memoria della discriminazione e persecuzione che Rom e Sinti subirono durante il nazi-fascismo e, attraverso questo, costruire una società più inclusiva oggi.

La conservazione della memoria storica è fondamentale per promuovere politiche volte a rafforzare l’inclusione perché sottintende un riconoscimento di piena cittadinanza. Questo è vero soprattutto per quanto riguarda gli eventi che riguardano le popolazioni perseguitate, comprese quelle vittime di genocidio da parte dei regimi nazifascisti.

In Europa, la persecuzione e lo sterminio dei Rom e dei Sinti attuato da fascisti, nazisti e collaborazionisti del Terzo Reich, ha causato la morte di almeno 500.000 persone; Auschwitz fu l’ultima tappa di questo percorso di eliminazione fisica per motivi razziali.

È proprio partendo dal ricordo delle discriminazioni subite da questi gruppi nel passato, che si può contribuire a lottare contro la discriminazione che li colpisce ancora oggi, a fronte di molti degli stereotipi dannosi utilizzati in quel periodo storico, sopravvissuti nonostante l’avvento dei sistemi democratici.

L’obiettivo del progetto è approfondire con ulteriori ricerche la memoria di quel periodo, attraverso anche la storia di persone perseguitate, riportando questo materiale nel sito porrajmos.it, il primo museo virtuale virtuale del Porrajmos in Italia che, oltre ad essere aggiornato da un punto di vista contenutistico, lo sarà anche dal punto di vista grafico. Tutti i materiali saranno inoltre tradotti in lingua inglese per rendere questo museo accessibile anche fuori dall’Italia e consentire così una diffusione della memoria storica di questo sterminio.

A partire dalla ricerca e dal sito, saranno poi costruiti una serie di toolkit a beneficio di alcune categorie professionali che hanno un peso decisivo nel percorso di integrazione di Rom e Sinti; tra questi i docenti, i decisori politici, ma anche tutta la società civile.

Infine saranno organizzate alcune passeggiate in luoghi della memoria che, più di altri, hanno segnato un passaggio drammatico nell’opera di sterminio di queste popolazioni.

Costruire memoria del ieri, quindi, per combattere le discriminazioni oggi.

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