Container 158 al Festival del Cinema di Roma, 12.11.2013
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La vita quotidiana nel “campo rom” più grande d’Europa, quello di via di Salone a Roma, in un film-documentario che vuole scardinare i pregiudizi e mostrare cosa vuol dire realmente essere rom oggi.
Martedì 12 novembre, al Festival del Cinema di Roma, è stato presentato in anteprima mondiale Container 158, il documentario di Stefano Liberti ed Enrico Parenti, prodotto da Zalab e patrocinato da Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e Consiglio d’Europa ufficio di Venezia.
Container 158, che è stato realizzato con il sostegno di Open Society Foundations, è stato presentato al Festival del Cinema di Roma come evento speciale Alice nella Città.
Sinossi di Container 158
Giuseppe si alza ogni mattina e va in giro col furgone a cercare il ferro. Remi è un meccanico senza officina: aspetta che qualcuno gli porti una macchina da aggiustare. Miriana aspetta invece che nascano le sue due gemelle. Brenda vorrebbe un lavoro ma è senza documenti: è nata in Italia, ma non ha la nazionalità. Né ha quella del suo paese di origine, il Montenegro, che l’ha “scancellata”, come dice lei. Sasha, Diego, Marta, Cruis vanno a scuola ogni mattina. Ma non arrivano mai in tempo: il campo dove vivono è a chilometri di distanza, il pulmino fa ritardo e rimane spesso imbottigliato nel traffico. Attraverso le loro storie, “Container 158” racconta la vita quotidiana al “villaggio attrezzato” di via di Salone, nella Capitale, un campo in cui l’amministrazione di Roma ha raggruppato più di 1000 cittadini di etnia rom. Fuori dal raccordo anulare, lontano da tutto e da tutti.
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