Gli attivisti rom e sinti incontrano i Premi Nobel per la Pace
Hanno incontrato i Premi Nobel per la Pace, riuniti a Roma dal 12 al 14 dicembre per il XIV Summit mondiale dei Premi Nobel per la Pace, e hanno consegnato loro una lettera per metterli al corrente delle discriminazioni che le comunità rom e sinte si trovano ad affrontare in Italia. Per i giovani attivisti rom e sinti si è conclusa con una giornata speciale la seconda edizione del Corso di formazione in diritti umani promosso da Associazione 21 luglio e dal Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC).
Gli attivisti hanno affidato il loro messaggio, un “appello di fratellanza, di pace e rispetto reciproco finalizzato alla costruzione di un mondo migliore” ai Premi Nobel per la Pace Mairead Corrigan Maguire e Shirin Ebadi.
Di seguito pubblichiamo la lettera intera.
Carissimi Premi Nobel della Pace riuniti qui a Roma in occasione del Summit 2014,
siamo giovani Rom e Sinti provenienti da tutta Italia, la maggior parte di noi siamo nati e cresciuti in questo paese e in questo periodo stiamo seguendo il corso di formazione per attivisti presso l’Associazione 21 luglio.
Il popolo Rom e Sinto rappresenta in Europa la minoranza più numerosa e anche più discriminata. Eppure siamo l’unico popolo al mondo ad non aver mai rivendicato una terra o combattuto una guerra. Siamo il “popolo della pace”. In Italia siamo 180.000 e molti di noi vivono in ghetti etnici, denominati “campi nomadi”, dove siamo concentrati ed esclusi dalle stesse istituzioni.
Siamo qui a scrivervi questo messaggio perché stanchi di vedere le nostre comunità fortemente discriminate, emarginate e relegate nelle periferie delle città italiane. La nostra speranza è uccisa da condizioni di vita difficili, i nostri sogni restano tali e le nostre attese si scontrano con una realtà fatta di discriminazione quotidiana, rifiuto, razzismo istituzionale.
Siamo sotto attacco di messaggi politici incitanti all’odio razziale e della comunicazione dei mass media che troppo spesso dimentica che siamo anche noi essere umani con pari diritti e opportunità come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che all’articolo 1 stabilisce: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
Vogliamo comunicare a voi, Premi Nobel per la Pace, che la nostra cultura tramandata oralmente da più di mille anni è in realtà fatta di altro: di una lingua bella e molto antica, di una musica che è una delle più antiche del mondo, di mestieri come l’artigiano che ha elementi unici, di balli coinvolgenti che sono come un “raggio di sole in una giornata nuvolosa”.
Noi giovani Rom e Sinti vogliamo avere la possibilità di un futuro migliore in cui poterci includere in una società che sentiamo nostra. Non vogliamo più essere discriminati, emarginati da chi non conosce realmente la nostra cultura che spesso viene etichettata come premoderna e criminale.
Noi giovani Rom e Sinti vogliamo chiedere a Voi illustri Premi Nobel di prestare la Vostra voce per diffondere questo nostro appello di fratellanza, di pace e rispetto reciproco finalizzato alla costruzione di un mondo migliore.
In fede,
gli attivisti Rom e Sinti