CS – Piano rom a Roma: gli insediamenti chiudono e le persone vengono gettate in strada
In totale sono circa 800 le persone che risultano fuoriuscite “villaggi” con un identico numero di soggetti passati a vivere all’aperto, dentro un camper, un’autovettura o all’interno di alloggi di fortuna sotto cavalcavia, in prossimità di discariche abusive o lungo i marciapiedi di strade periferiche. Sabato prossimo questo numero di andrà gonfiando di altre 20 unità. Si tratta delle famiglie che lo scorso aprile, dopo gli incidenti di Torre Maura, erano state accolte presso il centro di viale della Primavera e che il 26 febbraio 2020 hanno ricevuto l’invito da parte dell’Ufficio Speciale Rom Sinti e Caminanti, a «lasciare le stanze libere da persone e cose improrogabilmente entro la data del 7 marzo 2020».
Emblematica a questo proposito la storia di una famiglia che Associazione 21 luglio e Unione Inquilini seguono da tempo. Il nucleo, composto da 3 adulti e 3 minori, a seguito di ripetuti sgomberi, sotto l’Amministrazione Alemanno è stato collocato nel centro di via Salaria per poi passare sotto la Giunta Marino, in quello di via Amarilli. Con l’avvento dell’Amministrazione Raggi è stato spostato prima nel centro di via Toraldo, poi in quello di Torre Maura e infine in quello di via della Primavera, dal quale dovrà allontanarsi il prossimo 7 marzo senza soluzione alternativa. Per questa famiglia, con i soldi dei contribuenti le tre Amministrazioni hanno consegnato nelle mani di cooperative e associazioni un totale di circa 150.000 euro per progetti di accoglienza e inclusione senza che nulla di concreto sia stato realmente svolto.
Chi ha monitorato questi interventi sostenuti con denaro pubblico? In forza di quale diritto questa Amministrazione si arroga il diritto di mettere per strada un nucleo all’interno dei quali c’è una persona con disabilità del 100% e un’altra con patologie gravi? Che garanzia verrà data alla continuità del percorso scolastico dei tre minori sgomberati? Sono alcune delle tante domande che si pongono Associazione 21 luglio e Unione Inquilini che stanno seguendo la vicenda. E poi: È questo il modello della Giunta Raggi? Svuotare gli insediamenti (campi o centri di accoglienza) per mettere le persone per strada?
Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: «Il peccato originale del Piano rom della Giunta Raggi è l’incompetenza di chi lo ha redatto e la scarsa esperienza dell’Ufficio che lo sta implementando. A fronte di ciò l’Amministrazione è arroccata nel mantenere intatto l’impianto del Piano, chiusa ad ogni dialogo, arrogante nelle decisioni assunte». Secondo Silvia Paoluzzi di Unione Inquilini Roma: «Siamo di fronte al fallimento di questa amministrazione. È inaccettabile pensare che a Roma non ci sia alcuna tutela per un nucleo composto da tre minori e una persona con disabilità. Ogni giorno nel silenzio assoluto ben 10 famiglie vengono sfrattate con la forza pubblica. Non c’è alcuna rete di protezione per la precarietà alloggiativa perché mancano politiche abitative strutturali».
Le due organizzazioni, nel domandare la sospensione delle azioni del “Piano rom”, chiedono nello specifico all’Amministrazione Capitolina l’immediata sospensione dell’azione di sgombero del centro di via della Primavera con eventuale ricollocamento delle famiglie in altre strutture di accoglienza dove possa essere intrapreso un reale, sostenibile ed efficace percorso di inclusione.