Tutelare gli individui e i gruppi in condizione di segregazione estrema, con una particolare attenzione verso le comunità rom e sinte, da condotte discriminatorie e incitanti all’odio attraverso una costante attività di monitoraggio e di controllo di testate giornalistiche locali e nazionali, siti web, blog e social network
Nonostante gli strumenti messi a disposizione dal quadro normativo nazionale e dai meccanismi di tutela a livello europeo ed internazionale, l’Osservatorio evidenzia una mancanza di incisività e efficacia nell’implementazione di un processo di monitoraggio diffuso, multilivello e radicato, di comprensione della complessità delle ricadute sociali del fenomeno sulla società maggioritaria e sulle comunità target oltre che la mancanza di efficacia sanzionatoria relativa ai casi di hate speech e di hate crime più gravi.
L’Osservatorio 21 luglio è sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
In assenza di tali strumenti l’Osservatorio ha attivato una costante e scrupolosa attività di monitoraggio che possa tener traccia degli hate speech e che possa in alcuni casi attivare misure correttive volte alla decostruzione degli stereotipi e dei pregiudizi che coinvolgono ed assorbono la complessità degli strati e dei ruoli sociali di autorità, di esponenti pubblici e media.
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La mappa dei “discorsi d’odio” nel 2019
(Gennaio – Giugno)
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