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Cartello anti-rom: la condanna del Quirinale

Cartello anti-rom_21luglio[tfg_social_share]Meno di due mesi fa, l’Associazione 21 luglio aveva denunciato pubblicamente la comparsa, sulla vetrina di un esercizio commerciale a Roma, di un cartello con su scritto “È severamente vietato l’ingresso agli zingari“. «Ingresso vietato. Come per gli ebrei nella Germania nazista e per i neri nel Sudafrica dell’Apartheid», la denuncia dell’Associazione 21 luglio, giunta in concomitanza con le celebrazioni della Giornata mondiale contro il Razzismo.
La notizia del cartello anti-rom era stata rilanciata dalle principali testate e agenzie giornalistiche italiane e la foto del cartello aveva fatto il giro del web, provocando, da un lato, l’indignazione di una parte degli utenti del web ma, dall’altro lato, una sconcertante ondata di commenti sui social network di odio e astio verso rom e sinti e di solidarietà all’esercente che voleva vietarne l’ingresso nel negozio.
Sull’accaduto, l’Associazione 21 luglio aveva inviato una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano esprimendo profonda preoccupazione per il livello di ostilità nei confronti delle comunità rom e sinte in Italia. Di seguito, pubblichiamo la risposta del Quirinale:
«Ciò che segnalate suscita indignazione e preoccupazione perché richiama alla memoria comportamenti e politiche distruttive contrari ai principi basilari dei diritti umani. Evidenzia anche una situazione attuale di pericolosa frattura alla coesione sociale che potrebbe degenerare in futuro».
«Eventi come quelli da voi denunciati – prosegue la nota del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica – devono suscitare un’immediata reazione da parte della collettività. Il razzismo è una forma di violenza che colpisce non solo chi ne è vittima ma l’intera comunità. Le istituzioni hanno il dovere di impegnarsi e vigilare affinché nel nostro Paese si eviti ogni forma di discriminazione. Il Presidente Napolitano ha recentemente ricordato come una democrazia non possa “in nessun momento ignorare i rischi cui possono essere esposti gli innocenti e gli indifesi di sempre”, tra cui i rom e i sinti. Per questo è importante continuare, come voi fate, a impegnarsi in meritorie attività di tutela e sostegno alle minoranze».
Il cartello anti-rom, era stato rimosso dall’esercente grazie all’intervento diretto di alcuni attivisti. In seguito, l’area legale dell’Associazione 21 luglio aveva inviato una lettera di chiarimenti all’esercente, per scoraggiare, in futuro, il ripetersi di simili gesti.

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Giornata contro il Razzismo

In alto, il cartello apparso sulla vetrina del panificio, a Roma.


[tfg_social_share]“È severamente vietato l’ingresso agli Zingari”. Un cartello recante questa scritta è apparso nei giorni scorsi sulla vetrina di un esercizio commerciale, a Roma. Ingresso vietato. Come per gli ebrei nella Germania nazista. Come per i neri, in Sudafrica, durante l’Apartheid.
In occasione della Giornata Mondiale contro il Razzismo, che si celebra domani, l’Associazione 21 luglio ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per esprimere profonda preoccupazione per il livello di conflittualità e ostilità che si registra nei confronti delle comunità rom e sinte e per l’emergenza democratica e civile che attraversa il nostro Paese.
Il cartello anti-rom, comparso sulla vetrina di un esercizio commerciale a Roma, è stato rimosso dall’esercente grazie all’intervento diretto di alcuni attivisti. In seguito, l’area legale dell’Associazione 21 luglio ha inviato una lettera di chiarimenti all’esercente, per scoraggiare, in futuro, il ripetersi di simili gesti.
Nel 1938 a Berlino, e in seguito in Germania e in molti territori occupati, prendeva il via la cosiddetta “campagna dei cartelli” – si legge nell’appello inviato al Presidente Napolitano -. Davanti alle porte dei negozi si poteva leggere: “In questo locale gli ebrei non sono graditi”, “È vietato l’ingresso ai cani, ai mendicanti, agli ebrei”, “Per ragioni d’igiene è vietato l’accesso ai giudei”. In un altro angolo del mondo, quindici anni dopo, la politica di segregazione razziale, istituita nel dopoguerra dal governo di etnia bianca del Sudafrica, sanciva una netta separazione tra bianchi e neri nell’accesso a parchi, mezzi pubblici e magazzini. Nei negozi i bianchi dovevano tassativamente essere serviti prima dei neri e sulle porte di alcuni esercizi era esplicitamente dichiarato: “For use by white persons” .
«A Roma “è severamente vietato l’ingresso agli Zingari” come lo era a Berlino per gli ebrei e a Soweto per i neri? Oppure siamo forse così assuefatti a una certa terminologia da ritenerla innocua e non percepire più la gravità di alcune affermazioni?», si chiede l’Associazione 21 luglio, secondo la quale livelli così alti di ostilità verso rom e sinti sono la conseguenza delle politiche discriminatorie e segregative che le istituzioni italiane attuano nei confronti di tali comunità, nonostante i ripetuti richiami delle autorità europee.
«Il popolo rom e sinto rappresenta in Italia la minoranza più discriminata e meno tutelata a causa di perversi processi sociali che rischiano di avvitare le nostre città in una spirale di odio incontrollato e talvolta volutamente sottovalutato – afferma l’Associazione 21 luglio -. 40.000 rom vivono in Italia in condizioni di povertà estrema e di segregazione spaziale e sociale. Circa 140 mila rom e sinti vivono invece in abitazioni convenzionali e conducono una vita di apparente normalità, se tale può chiamarsi un’esistenza in cui spesso è necessario, al di là del proprio status giuridico, nascondere la cultura di origine perché siano garantiti i diritti fondamentali».
La costruzione e la gestione dei “campi nomadi”, spazi nei quali è stata istituzionalizzata la discriminazione e la segregazione su base etnica, le innumerevoli azioni di sgombero che non rispettano le garanzie procedurali previste dalle convenzioni internazionali, le discriminazioni che riguardano i bambini rom e sinti nell’accesso ai servizi socio sanitari o all’educazione/istruzione hanno spinto l’Associazione a promuovere da un anno la campagna denominata “Stop all’Apartheid dei Rom!”, una iniziativa di sensibilizzazione per combattere pregiudizi e stereotipi, per avvicinare la società maggioritaria al mondo rom, per conoscere e lottare contro parole e azioni di incitamento all’odio.
Questo “Stop” – conclude la lettera al Presidente della Repubblica – va gridato con forza e urgenza, soprattutto in occasione dell’imminente Giornata Mondiale contro il Razzismo. Dobbiamo farlo tutti, rappresentanti della società civile e delle istituzioni, con coraggio ma anche con la responsabilità e la consapevolezza di quanti ancora credono che un’Italia multietnica, e quindi anche un’Italia Romanì, sia non solo ineludibile ma anche auspicabile».

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