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biblioteca del giocattolo

Nasce la prima biblioteca del giocattolo presso la scuola di via San Biagio Platani di Tor Bella Monaca

Uno spazio dedicato interamente ai bambini, allestito con giochi e arredi innovativi dove i sentimenti diventano il perno del rapporto tra genitori e figli. Siamo all’Istituto Comprensivo di via San Biagio Platani a Tor Bella Monaca, nel cuore pulsante della periferia est della Capitale. È qui, tra queste mura, che è nata la Biblioteca del Giocattolo: una nuova attività all’interno del progetto Tor Bell’Infanzia selezionato dalla fondazione “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Associazione 21 luglio nello stesso territorio ha allestito un’altra Biblioteca del giocattolo in partenariato con Cubo Libro e un’altra a Mazara del Vallo con Casa della Comunità Speranza.

Da ottobre a giugno presso la scuola di via Platani

A partire da ottobre, fino alla fine dell’anno scolastico, i locali della scuola saranno animati da momenti di incontro e condivisione che vanno oltre la normale didattica. Per due pomeriggi a settimana, il martedì e il venerdì, a partire dalle ore 14.30 fino alle ore 17.30 gli operatori di Associazione 21 luglio, insieme a bambini,insegnanti e genitori riscoprono il valore del gioco come mezzo per relazionarsi agli altri e con i propri sentimenti. Il focus dell’attività ruota intorno alla crescita dei bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni. Non solo. Nelle prossime settimane sarà avviata anche una serie di Incontri Intergenerazionali volti a coinvolgere persone di differenti gruppi di età che imparano insieme dallo cambio reciproco di conoscenze.

L’attività ha riscosso fin da subito grande partecipazione

“L’attività ha riscosso fin da subito una grande partecipazione – ha spiegato Sara Savelli, coordinatrice – gli insegnanti della scuola Platani sono entusiasti del lavoro che stiamo portando avanti, un impegno che genera risultati importanti non solo tra le mura scolastiche ma anche all’interno degli ambienti domestici considerato il coinvolgimento delle famiglie del territorio”.

superamento campi rom

Piano superamento "campi rom" di Roma Capitale: «fallimento annunciato» secondo Associazione 21 luglio

Presentato oggi in Campidoglio il Piano per il superamento dei “campi rom” a Roma. Associazione 21 luglio: “Un Piano vuoto, confuso e privo di concretezza. Sulla questione si preferiscono slogan optando per un preannunciato fallimento”.

È negativo il giudizio che esprime Associazione 21 luglio alla presentazione del Piano per il superamento dei “campi rom” organizzata dall’Amministrazione Comunale nel corso dell’odierna conferenza stampa.

Dall’uso dei fondi europei ad un Patto di Responsabilità, da un generico incremento occupazionale ad un vago sostegno economico: una serie di principi vengono scanditi in successione senza che vengano indicati tempistiche, priorità, obiettivi, azioni.
Nel Piano – secondo Associazione 21 luglio – c’è un deficit di conoscenza del fenomeno (i rom in emergenza abitativa della Capitale non sono 4.500 in 9 “villaggi” bensì 5.300 in 19 insediamenti formali e 2.200 in insediamenti informali) e di visione strategica. Nel Piano presentato dalla Giunta Raggi vengono elencati principi generali senza però affrontare nel dettaglio ogni singola problematica.
Sul tema della scolarizzazione si prevede «il contrasto dell’abbandono scolastico». Non viene detto nulla su quali azione promuovere.
Sul tema dell’occupazione il Piano prevede di «incrementare l’occupazione al fine di diminuire il tasso di criminalità e accrescere produttività complessiva eliminando ogni possibilità di lavoro nero» senza indicare modalità operative che portino al raggiungimento di questi risultati.
Sul tema centrale dell’alloggio si conta di «riscontrare persone economicamente autosufficienti presenti nei campi» e sostenere, per i bisognosi «interventi di supporto» in assenza di una chiara indicazione su come declinare tale impegno e su quale ventaglio di soluzioni proporre.
Sul tema della salute si punta ad «implementare la medicina preventiva e l’educazione alla salute». Nulla viene specificato su come raggiungere tali obiettivi.
Non basta – sostiene Associazione 21 luglio – enfatizzare l’utilizzo dei fondi europei quando questi non sono certi e richiederanno comunque un uso in tempi non prossimi. È fuorviante garantire «il ritiro di tutti i bandi coinvolti in Mafia Capitale» se questo è già avvenuto con la passata Giunta.
«La drammatica situazione di quanti vivono oggi nelle baraccopoli romane – afferma Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – non richiede slogan improntati sul rispetto della legalità e la trasparenza e impegni di massima sui quali tutti, o quasi, siamo concordi. C’è urgenza, oggi più che mai, di un Piano sociale vero, che indichi tempi, insediamenti da superare, quantificazione delle risorse umane ed economiche da impiegare, perché tale problematica la si risolve aggredendola con operazioni incisive, chiare e definite. In passato avevamo indicato all’Assessorato alla Persona, alla Scuola e Comunità Solidale delle strade percorribili ma evidentemente questa Amministrazione preferisce elencare “buoni propositi” piuttosto che affrontare di petto la questione. Anticipiamo, per questo Piano, un fallimento certo e purtroppo, come già avvenuto nel passato, sarà probabilmente il tempo a darci ragione».

Per maggiori informazioni:
Elena Risi
Ufficio stampa e comunicazione
Associazione 21 luglio
Tel. 06.64815620 – 388.4867611
Email: stampa@21luglio.org
www.21luglio.org

Roma Capitale indice un bando per nuovo "campo rom". Associazione 21 luglio per intervento urgente di annullamento

Nel corso della campagna elettorale la candidata a sindaco Virginia Raggi era stata chiara: «A Roma i campi rom saranno chiusi e superati così come chiede l’Europa».
Lo scorso venerdì 8 luglio, solo 12 ore dopo l’insediamento della Giunta Raggi, il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, manifestando un’intenzione opposta, ha indetto sul suo sito una “Gara per reperimento area attrezzata per accoglienza Rom e attivazione servizio sociale e di vigilanza”. Il concorrente – si legge nel bando – dovrà mettere a disposizione «un’area attrezzata per l’accoglienza e soggiorno temporaneo di 120 nuclei familiari di cui 109 attualmente ospiti presso il Villaggio River», per un appalto che avrà come importo complessivo posto a base di gara di 1.549.484 euro e che avrà decorrenza dal 1° ottobre 2016 per terminare il 31 dicembre 2017.
Il bando è in attuazione alla Determinazione dirigenziale n.2038 del 14 giugno 2016 e l’obiettivo dichiarato «è quello dell’inclusione sociale della popolazione rom con la fuoriuscita dall’area attrezzata», ma dei 1.270.000 euro quasi il 20% è destinato alla vigilanza, il 76% alla gestione e meno del 4% all’inclusione attraverso l’erogazione di borse lavoro e di percorsi formativi.
Secondo Associazione 21 luglio costruire nuovi “campi rom”, ponendosi come obiettivo la fuoriuscita dagli stessi, rappresenta lo schizofrenico tentativo di quanti ancora perseverano con l’approccio che, in nome dell’inclusione, prevede per i rom soluzioni alternative e parallele, diverse da quelle offerte agli altri cittadini. Il bando pubblicato costituisce un atto di gravità assoluta, e questo per due principali motivi.
Il primo è strettamente sostanziale visto che la realizzazione di una nuova area per soli rom rappresenterebbe una netta ed evidente violazione dei principi contenuti all’interno della Strategia Nazionale per l’Inclusione dei Rom, redatta in attuazione alla Comunicazione della Commissione Europea n.173 del 2011. La stessa stabilisce l’urgenza del «superamento dei campi rom, in quanto condizione fisica di isolamento che riduce le possibilità di inclusione sociale ed economica delle comunità». Secondo l’impegno assunto dall’Italia in Europa è necessario, come scritto nella Strategia, il «superamento definitivo di grandi insediamenti monoetnici nel rispetto di una strategia fondata sull’equa dislocazione». La stagione dei “campi per soli rom” è ormai al tramonto soprattutto dopo che a Roma il Tribunale Civile, accogliendo le richieste di Associazione 21 luglio e ASGI in riferimento alla baraccopoli istituzionale in località La Barbuta aveva stabilito dodici mesi fa che «deve intendersi discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia», come è il caso dell’insediamento previsto nell’attuale bando.
Il secondo motivo è formale e risiede nella scelta politica di rilanciare la fallimentare politica dei “campi rom” che, come ormai è stato ampiamente dimostrato, conduce a sistematiche violazioni dei diritti umani e allo sperpero di denaro pubblico. Associazione 21 luglio è fermamente convinta che reiterare un approccio lesivo dei diritti umani attraverso la spesa di oltre 1 milione e mezzo di euro per individuare una soluzione abitativa per le comunità rom di “Villaggio River”, sia un atto politico che – come tale – non compete a un dirigente. Individuare un chiaro indirizzo, attraverso la pubblicazione di un bando poche ore dopo l’insediamento della sindaca Raggi – che tra l’altro in campagna elettorale si era espressa nella direzione diametralmente opposta – rappresenta uno sconfinamento delle competenze di entità inaccettabile.
«Ci auguriamo – ha dichiarato Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – che tale maldestro tentativo del dirigente che ha firmato il bando, sia immediatamente bloccato e che le risorse che si intende impegnare per segregare le famiglie rom, quasi 15 mila euro per ogni famiglia attualmente presente presso il “Villaggio River”, vengano riconvertite in processi inclusivi secondo modalità operative di cui Associazione 21 luglio ha fornito indicazioni concrete nel rapporto “Oltre le baraccopoli”, consegnato alla sindaca Raggi nel corso della campagna elettorale».
In un periodo nel quale l’Europa sta decidendo se aprire una procedura di infrazione per la discriminazione nell’accesso al diritto all’alloggio nei confronti dei rom in Italia, il bando pubblicato dal Dipartimento Politiche Sociali rappresenta l’ultima evidenza dell’incapacità o dell’assenza di una volontà a livello nazionale e locale di elaborare per i rom politiche che non siano discriminatorie e segreganti.
«Stiamo predisponendo richieste formali per un intervento urgente volto ad annullare il bando», conclude Associazione 21 luglio.

"Ultimo banco": Il 27 aprile la presentazione del nuovo report di Associazione 21 luglio

Qual è l’impatto delle politiche di scolarizzazione degli ultimi 5 anni rivolte ai minori rom residenti a Roma? Quali sono i risultati ottenuti? Quali costi hanno comportato per la Capitale i progetti di scolarizzazione dal 2002 ad oggi?

Sono queste le domande alla base della nuova ricerca di Associazione 21 luglio

“Ultimo banco – Analisi dei progetti di scolarizzazione rivolti a minori rom a Roma”

un’analisi quantitativa e qualitativa che approfondisce le politiche di scolarizzazione del Comune di Roma nei confronti dei minori rom presenti negli insediamenti formali della Capitale nel periodo 2009-2015.

La ricerca verrà presentata mercoledì 27 aprile alle ore 17 presso la Sala Parlamentino della Presidenza del Consiglio dei Ministri in via della Ferratella in Laterano 51, Roma.

Per partecipare è necessario l’accredito. È possibile accreditarsi fino ad esaurimento posti inviando il proprio nome, cognome e data di nascita all’indirizzo assistente.comunicazione@21luglio.org

Intervengono:

Francesco Spano – direttore UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali)
Angela Tullio Cataldo e Federica Floridi – autrici della ricerca
Marco Rossi Doria – ex assessore all’Istruzione, alla formazione professionale e alle politiche per le periferie di Roma Capitale
Roberto Bortone – UNAR, ufficio servizio studi, ricerche e relazioni istituzionali

Modera:

Carlo Stasolla – presidente di Associazione 21 luglio

Ai presenti sarà consegnata copia gratuita del rapporto

Per maggiori informazioni:
Elena Risi
Assistente comunicazione e ufficio stampa
Associazione 21 luglio
Tel: 388 4867611 – 06 64815620
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