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Ginevra e Maia: gemelline rom nel campo di Salone

Com’è la vita di un minore all’interno di un “campo rom” e quale futuro lo aspetta?
Attraverso l’esperienza di Ginevra e Maia, gemelline di due anni nate nel “campo” di via di Salone a Roma, la mamma Miriana racconta una storia di disagi, aspettative, paure e sogni per i suoi figli.

Quell'inceneritore vicino al "campo rom"

inceneritore[tfg_social_share]L’Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per la salute degli abitanti del “villaggio della solidarietà” di via di Salone, a Roma, e soprattutto per quella dei bambini, che è messa in serio pericolo dalla presenza del vicino inceneritore per rifiuti tossici e nocivi della multinazionale BASF, collocato a poche centinaia di metri dall’insediamento.
L’impianto ha subito tra il 1999 e il 2004 una serie di guasti: la rottura di un serbatoio di acido cloridrico, lo scoppio di un forno, un principio di incendio.
Nel settembre 2003 l’Istituto epidemiologico (ASL RME) ha presentato i dati analitici secondo cui la mortalità per tumore negli uomini dal 1987 al 2001 nel territorio circostante è del 30% superiore rispetto alla media di Roma. Il 3 novembre 2006 la ASL RMB ha pubblicato i risultati di alcune ricerche. Le indagini epidemiologiche hanno confermato, tra i dati del 2003, 8 su 9 decessi per Linfomi non Hodgkin (+156% rispetto all’atteso), ed evidenziato un maggior numero di tumori al cervello tra gli abitanti della zona.
Le indagini ambientali hanno rilevato concentrazioni di diossina da 5 a 20 volte superiori a quelle medie di altre zone italiane nella centralina posta a 300 metri dall’inceneritore. Le concentrazioni di palladio inoltre sono risultate doppie. Il 26 marzo 2009, secondo la relazione dell’ASL RMB «si ritiene che le abitazioni e le diverse attività poste entro una distanza prudenzialmente stimabile in 500 mt. dal perimetro dello stabilimento si trovino, già in condizioni di normale esercizio degli impianti, nell’area di massima ricaduta di inquinanti pericolosi per la salute umana».
La ASL RMB, nella nota inviata anche alla direzione del V Dipartimento del Comune di Roma, aveva già espresso la propria «contrarietà al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’impianto di trattamento termico dei catalizzatori esausti, a causa del rischio per la salute pubblica che esso viene a determinare nel contesto urbanistico realizzatosi».
In seguito alla diffusione da parte dell’Associazione 21 luglio delle informazioni sulla pericolosità dell’impianto per la salute dei bambini rom del campo di via di Salone, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Ministero delle Pari Opportunità ha comunicato all’associazione l’apertura di un’istruttoria.
L’Associazione 21 luglio chiede all’Assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale un intervento urgente volto a tutelare la salute dei 900 rom che abitano nell’insediamento formale gestito dall’Amministrazione Comunale.
Foto: Cinque Quotidiano

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