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Un'abitazione per i 28 rom espulsi. Ora una svolta

Dopo due giorni di sit-in davanti all’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale, organizzato da due famiglie rom e dagli attivisti dell’Associazione 21 luglio, l’Ufficio Rom di Roma Capitale ha finalmente concesso ai 28 rom espulsi dal Best House Rom di via Visso un’abitazione presso il “villaggio attrezzato” Camping River. La decisione, di fatto, sconfessa quella assunta dalla dottoressa Ivana Bigari, direttrice Direzione Accoglienza e Inclusione del Dipartimento Politiche Sociali, che il 21 novembre scorso aveva notificato alle due famiglie una nota di espulsione con motivazioni giudicate deboli ed eccessivamente penalizzanti dagli stessi assistenti sociali dell’Ufficio Rom.
Sulla vicenda si erano mobilitati nei giorni scorsi anche l’europarlamentare Silvia Costa, il consigliere comunale di Roma Capitale Riccardo Magi e la senatrice della Commissione Diritti Umani del Senato Manuela Serra.
<<Si tratta di un puro atto di abuso politico e rappresaglia perpetrato ai danni di persone che hanno contribuito a denunciare situazioni di violazioni di diritti e malagestione di questa struttura (il Best House Rom nda)>>, aveva dichiarato la senatrice Serra. Oltre a loro nella giornata di ieri anche il neo assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese aveva assunto l’impegno a trovare una soluzione abitativa adeguata.
Secondo l’Associazione 21 luglio <<la decisione assunta dall’Ufficio Rom non puo’ che far piacere e confermare come la lettera di espulsione non sia stata mai supportata da elementi validi e attendibili>>.
La vicenda dei 28 rom espulsi dal Best House Rom e lasciati per strada per 39 giorni e’ la cartina di tornasole di come le modalita’ illegittime e talvolta illegali svelate dall’inchiesta su Mafia Capitale rappresentino una patologia congenita del “sistema campi nomadi” della Capitale.
<<Raccomandiamo all’assessore Danese – aggiunge l’Associazione 21 luglio – se veramente vuole dare corpo alle sue intenzioni di muoversi verso scelte precise e nette che vengano declinate nel cambio di dirigenti interni al suo assessorato, nella sostituzione del personale che lavora all’interno dell’Ufficio Rom di Roma, nella sospensione degli appalti concessi con affidamento diretto, nell’accurato monitoraggio dell’operato delle organizzazioni che lavorano a vario titolo all’interno degli insediamenti, nell’azzeramento dei sedicenti rappresentanti rom privi di qualsiasi legittimiazione formale>>.
Compito dell’Amministrazione comunale resta ora quello di indicare una strada nuova senza dimenticare che chi per primo ha il diritto ad essere risarcito dalle ultime vicende giudiziarie e non, sono le comunita’ rom e sinte della citta’ di Roma sulla cui testa per troppi anni si sono intessuti interessi politici, procacciati voti e accomulati guadagni.

23 minori espulsi illegittimamente dal Best House Rom

Avevano denunciato pubblicamente le condizioni di vita precarie all’interno del centro di accoglienza “Best House Rom”. Per tutta risposta, il 21 novembre scorso, sono stati espulsi dalla struttura, in virtù di un provvedimento illegittimo firmato dal Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma, e rischiano ora di trascorrere l’ennesima notte all’addiaccio, con le temperature gelide che hanno ormai raggiunto la Capitale.
È questo il destino che si profila per 28 rom, tra cui 22 minori, un neonato e un uomo affetto da polmonite, se il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma dovesse continuare a non intervenire sulla questione e a non individuare una soluzione immediata al dramma che queste persone stanno vivendo.
Da questa mattina le famiglie rom, accompagnate da attivisti dell’Associazione 21 luglio, sono riunite in un sit in davanti al Dipartimento per chiedere a Ivana Bigari, direttrice Direzione Accoglienza e Inclusione, di porre immediato rimedio a una situazione all’origine della quale vi è un decreto di espulsione, firmato dalla stessa Bigari, non supportato, come dimostrano le verifiche effettuate dall’Associazione 21 luglio, da alcuna motivazione che trovi riscontro nella realtà dei fatti.
Il 17 ottobre scorso due uomini colpiti dal provvedimento di espulsione avevano partecipato, a Torino, alla Conferenza sulla Carta dei Diritti Sociali organizzata dal Consiglio d’Europa. In quell’occasione avevano denunciato le condizioni di vita critiche all’interno del “Best House Rom” di via Visso, un centro di accoglienza fuorilegge e senza finestre, come già affermato dall’Associazione 21 luglio nel rapporto “Senza Luce” pubblicato a marzo 2014.
Conseguentemente, il 21 novembre, i 28 rom, senza alcun preavviso, sono stati espulsi dal “Best House Rom”. Le motivazioni alla base dell’espulsione: la mancata frequenza scolastica dei bambini e il comportamento non consono, da parte di tre minori, nei confronti di alcuni operatori della struttura.
Sul primo punto l’Associazione 21 luglio ha ottenuto i certificati di frequenza scolastica da parte dell’Istituto dove vanno a lezione i minori coinvolti: da essi emerge che i bambini frequentavano regolarmente la scuola. Quanto al secondo punto, non esiste alcuna denuncia scritta né verifica degli eventi e dei soggetti lesi.
Sulla vicenda dei rom espulsi dal “Best House Rom” si sono mobilitati anche l’europarlamentare Silvia Costa, il consigliere comunale di Roma Capitale Riccardo Magi e la senatrice della Commissione Diritti Umani del Senato Manuela Serra.
«Si tratta di un puro atto di abuso politico e rappresaglia perpetuato ai danni di persone che hanno contribuito a denunciare situazioni di violazioni di diritti e malagestione di questa struttura – ha dichiarato la senatrice Serra, che aveva visitato il “Best House Rom” l’11 novembre, accompagnata dall’Associazione 21 luglio – La prova di questo è una petizione scritta in italiano dalla Cooperativa INOPERA e fatta firmare dagli ospiti del centro, in cui si dichiarano felici di stare lì e trattati con rispetto, sotto la minaccia di finire per strada come le due famiglie».
L’Associazione 21 luglio chiede pertanto alla dottoressa Ivana Bigari di intervenire immediatamente per evitare che 28 uomini, donne e bambini continuino a vivere per strada a causa delle conseguenze di una palese violazione dei diritti umani avvenuta sulla loro pelle. «Da settimane chiediamo alla dottoressa Bigari un suo intervento. Sono trascorsi 38 giorni da quando queste persone sono state ingiustamente buttate fuori dal centro e non è stata ancora fornita loro alcuna risposta».

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