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Rom sgomberati: l'esito dell'incontro


Le famiglie rom sgomberate il 14 luglio dall’insediamento di Val d’Ala hanno accettato l’accoglienza temporanea all’interno del “centro di raccolta” di via Salaria, in attesa dell’attivazione, da parte del Comune di Roma, di percorsi individuali di inclusione sociale.
Per le famiglie a rischio sgombero forzato nei centri di via San Cipirello, via Toraldo e via Torre Morena, invece, c’è l’impegno, da parte dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, di prorogare la loro permanenza all’interno di queste strutture.
E’ questo l’esito dell’incontro tra le delegazioni di Associazione 21 luglio e Popica Onlus, le famiglie rom e l’Assessorato alle Politiche Sociali che si è svolto in seguito al sit in di solidarietà promosso dalle due organizzazioni davanti all’Assessorato.
L’incontro si è svolto con circa tre ore di ritardo rispetto all’orario previsto (mezzogiorno), una situazione che, viste le temperature che nella Capitale sfioravano i 40 gradi, stava creando forti disagi soprattutto a bambini e anziani.
La sistemazione delle famiglie di Val d’Ala nella struttura di via Salaria non può essere considerata, dall’Associazione 21 luglio, una soluzione adeguata, viste le condizioni di vita precarie all’interno della stessa. L’Associazione 21 luglio auspica tuttavia che l’Amministrazione mantenga fede agli impegni presi relativamente alla temporaneità della soluzione e alla pronta attivazione di percorsi di inclusione sociale per le stesse famiglie.
L’Associazione 21 luglio auspica altresì che venga mantenuta la promessa verbale dell’Assessore Danese rivolta ai rom che vivono nei tre centri di via San Cipirello, via Toraldo e via Torre Morena, scongiurando così il rischio di sgombero forzato dalle strutture.
 

Rom sgomberati, sit in di solidarietà in Assessorato

 
Giovedì 16 luglio, a partire dalle ore 12 davanti all’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma, in viale Manzoni 16, Associazione 21 luglio e Popica Onlus invitano associazioni e singoli individui a un sit in di solidarietà nei confronti dei 21 rom sgomberati ieri dall’insediamento informale di Val d’Ala e dalle altre famiglie rom a rischio sgombero forzato dai centri di via San Cipirello, via Torre Morena e via Toraldo.
Il sit in, al quale parteciperanno le famiglie rom vittime di tali azioni, si terrà contemporaneamente a un incontro – il terzo in tre giorni – tra le delegazioni di Associazione 21 luglio e Popica Onlus, i portavoce delle comunità rom coinvolte e l’Assessorato alle Politiche Sociali, per chiedere all’Amministrazione una soluzione alternativa adeguata – che l’Amministrazione tarda ad individuare – per le famiglie rimaste all’addiaccio dopo lo sgombero forzato a Val d’Ala, come del resto sancito dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite.
Chi vuole, può dimostrare la propria solidarietà alle famiglie sgomberate – tra cui tre bambini, due donne incinte, anziani e malati – portando beni di prima necessità.
Dall’inizio dell’anno, a Roma, sono stati realizzati 59 sgomberi forzati, contro i 34 dell’intero 2014. Queste azioni, così come vengono realizzate, violano gli standard internazionali in materia di sgomberi, sono dunque illegittimi e violano i diritti umani di uomini donne e bambini.

Sgomberati due volte in un anno

Roma, 14 luglio 2015 – Senza alcun preavviso, facendo saltare le positive consultazioni avviate nelle scorse settimane, questa mattina il Comune di Roma ha proceduto allo sgombero forzato dell’insediamento informale rom di Val d’Ala, nella periferia nord-est della Capitale. La comunità rom, 21 persone di nazionalità rumena tra cui tre bambini e due donne incinte, si trova ora, in segno di protesta, sotto l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune, accompagnata da una delegazione dell’Associazione 21 luglio.
È la seconda volta in un anno che gli stessi rom di Val d’Ala vengono sgomberati dallo stesso insediamento. Lo sgombero forzato del 9 luglio 2014 costò alle casse comunali circa 170 mila euro, considerando le operazioni di sgombero in quanto tali, l’accoglienza temporanea nella ex Fiera di Roma e il rimpatrio assistito delle famiglie. Solo alcuni mesi dopo, lo scorso febbraio, le stesse persone sono ritornate a Roma, reinsediandosi nella medesima area dalla quale erano stati sgomberati.
Il caso Val d’Ala, come ha più volte denunciato l’Associazione 21 luglio, assomiglia a un vero e proprio gioco dell’oca ed è emblematico di quanto sia miope, costosa ed inefficace la politica degli sgomberi forzati nella Capitale.
Lo sgombero odierno – il 59esimo realizzato nel 2015 dall’Amministrazione capitolina, a fronte dei 34 nell’intero anno precedente – è avvenuto alle prime luci dell’alba alla presenza degli uomini dei Carabinieri, della Polizia Municipale e della Guardia Forestale. L’azione è stata ordinata dal Gabinetto del Sindaco, previa comunicazione all’Assessorato alle Politiche Sociali. Presente sul posto anche il Presidente del Municipio III Paolo Marchionne.
L’azione si configura ancora una volta in violazione degli standard previsti dal diritto internazionale in materia di sgomberi. Nessuna notifica dello sgombero, né verbale né scritta, è stata consegnata alla comunità e nessuna soluzione alternativa abitativa adeguata è stata offerta alle famiglie rimaste da oggi all’addiaccio.
Soltanto pochi mesi fa, a febbraio 2015, la Commissione Europea contro l’Intolleranza e il Razzismo (ECRI) aveva richiamato l’Itala a causa dei continui sgomberi forzati che non rispettano le procedure internazionali perpetrati nel nostro Paese.
Nei mesi scorsi, in seguito alle notizie sull’imminenza dello sgombero a Val d’Ala, era stato avviato con a segreteria dell’Assessorato alle Politiche Sociali un positivo tavolo di consultazioni che avrebbe dovuto portare all’individuazione di soluzioni alternative percorribili ed efficaci, con il coinvolgimento delle singole famiglie. Il tavolo e il dialogo intrapreso avevano di fatto scongiurato lo sgombero forzato. Il caso Val d’Ala sarebbe diventato così il modello, per l’Amministrazione, per dare una sterzata rispetto alla politica degli sgomberi forzati e affrontare la questione degli insediamenti informali nella Capitale ascoltando le richieste sia degli abitanti del quartiere che delle comunità rom direttamente coinvolte.
Proprio oggi ci sarebbe dovuto essere un nuovo incontro tra una delegazione dell’Associazione 21 luglio, i rom di Val d’Ala e la segreteria dell’Assessore Francesca Danese per proseguire il positivo dialogo sulla questione. Lo sgombero forzato odierno, invece, manda in frantumi quella che poteva essere una preziosa occasione per offrire un segnale di rottura, nella Capitale, rispetto alle politiche fallimentari degli ultimi decenni.
«Siamo estremamente preoccupati dell’incapacità di questa Amministrazione di comprendere e gestire la questione degli insediamenti informali nella Capitale. Una incapacità che purtroppo degenera nella reiterazione di sgomberi forzati e nella sistematica violazione dei diritti umani di uomini, donne e bambini», afferma l’Associazione 21 luglio.
 

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