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Gli studi sulla lingua hanno ipotizzato che le popolazioni romanì siano originarie dell’India. Le prime presenze dei gruppi rom in Italia sono documentate nel XV secolo. In Italia i principali gruppi presenti sono i sinti, i rom di antico insediamento (abruzzesi, napoletani, molisani, calabresi,…), i rom dell’ex Yugoslavia e i rom rumeni. La lingua parlata dalla popolazione romanì è il romanès.
L’appellativo “zingari” è il modo con cui i non-rom hanno definito i diversi gruppi della popolazione romanì ed è anche una parola che può contenere i diversi gruppi senza doverli necessariamente specificare tutti. Negli ultimi anni i rom hanno chiesto di non utilizzarla per l’accento negativo/dispregiativo che ha preso nel vocabolario quotidiano. Quindi si deve più correttamente parlare di rom e di sinti. I documenti ufficiali delle istituzioni europee utilizzano il termine “rom” includendo al suo interno i vari gruppi. E’ improprio anche utilizzare il termine “nomade” visto che in Italia il 90% dei rom e sinti sono stanziali.
Secondo una recente stima in Italia sono presenti circa 170 mila rom e sinti. Di essi solo 35 mila vivono negli insediamenti formali e informali. Più della metà di essi ha la cittadinanza italiana. Un gran numero di essi, provenendo dalla Romania e dalla Bulgaria, sono cittadini comunitari.