Bambini ai margini, la strada è ancora molto lunga
Presentata giovedì 15 novembre la nona edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children, dedicato alle periferie (in tutti i sensi).
Non possiamo che condividere la delusione del Presidente di Save the Children Claudio Tesauro, constatando insieme a lui che a distanza di nove anni dal primo “Atlante dell’infanzia a rischio”, pubblicato nel 2010, ben poco è cambiato.
La nona edizione presentata oggi “Atlante dell’infanzia a rischio – Le periferie dei bambini” dimostra infatti chiaramente che, nonostante le numerose realtà ed associazioni che lavorano su tutto il territorio nazionale siano costantemente impegnate nel sensibilizzare Governo ed Istituzioni sullo stato di marginalizzazione in cui vivono e crescono moltissimi bambini e adolescenti in Italia, l’attenzione che si riserva alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza – intesa anche e soprattutto come impegno ad eliminare le diseguaglianze e garantire a tutti i gli individui pari opportunità in futuro – rimane residuale rispetto ad altre tematiche. Residuale, e tendenzialmente limitata a quando quegli stessi minori sono vittime di fatti di cronaca (possibilmente nera, che impatta di più). O magari, verrebbe da aggiungere, alla fase pre-elettorale, quando si cerca di raccogliere consensi proprio tra quelle fasce di popolazione che normalmente si preferisce rimangano relegate in disparte.
Anzi, in quelle periferie che l’Atlante considera in ogni sua accezione; perché gli individui possono essere marginalizzati non solo sotto il profilo economico, ma anche territoriale, urbanistico, scolastico, sociale, culturale, abitativo, etnico. O in tutte queste maniere contemporaneamente, ed allora la relegazione diventa segregazione. Come succede, per esempio, nei campi Rom formali ed informali di Roma, cui l’Atlante dedica ampio spazio nel terzo capitolo riprendendo l’indagine svolta dall’Associazione 21 luglio nel 2017: oltre 1000 minori che, con le loro famiglie, spesso non hanno accesso nemmeno ai minimi servizi essenziali come le utenze elettriche e idriche.
Facciamo nostro il grido di dolore di Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children e di chi, come lui, ha chiesto la fine di ogni periferia, esclusione, muro di qualsivoglia genere esistente tra tutte le persone che vivono nel nostro Paese. Solo così potremo davvero dirci finalmente una nazione.
Probabilmente è per questo che il saluto istituzionale del Presidente della Camera Roberto Fico è stato accolto con tanto favore e tanti ringraziamenti. In questo particolare momento si sente davvero il bisogno di un segnale di attenzione nei confronti dell’infanzia. Di tutta l’infanzia, senza distinzioni. In una fase come questa, in cui il divario fra le persone sembra allargarsi di giorno in giorno, incoraggiato e sdoganato da certe dichiarazioni irresponsabili da parte di chi riveste cariche istituzionali, rincuora sapere che almeno il Presidente Fico è preoccupato dei 1.208.000 minori in povertà assoluta e degli oltre 2.150.000 minori in povertà relativa, e del suo impegno a far sì che ogni bambino possa crescere in un ambiente sano e con le stesse prospettive di qualsiasi altro coetaneo. Speriamo che questo impegno possa tradursi in leggi a misura di tutti i bambini.
Alessandra Schofield