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Convegno.

Riconoscimento rom e sinti: un Convegno apre il confronto sulle priorità di oggi

Rivendicazioni di diritti e rivendicazioni di identità: tra queste due polarità si è sviluppato il Convegno presso il Senato della Repubblica “Riconoscimento tutela e promozione sociale delle comunità rom e sinte in Italia. Quali azioni promuovere?”.

Aperto un dibattito nazionale

L’evento, organizzato su iniziativa della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, Associazione 21 luglio e l’International Centre of Interdisciplinary Studies on Migration dell’Università del Salento, ha dato il via a un dibattito nazionale sulle proposte di legge per il riconoscimento di rom e sinti in Italia.
Durante il Convegno, diverse posizioni si sono confrontate apertamente e in modo costruttivo, tutte unite dall’urgenza di combattere l’esclusione sociale e la discriminazione cui sono esposti molti rom e sinti in Italia.
Diversi sono invece gli approcci e le aree di intervento individuate: dal riconoscimento istituzionale dello sterminio dei rom e sinti durante il nazi-fascismo, al riconoscimento della minoranza linguistica parlante il romanès, al riconoscimento dei diritti fondamentali.
«L’ostilità nei confronti di rom, sinti e camminanti nasce da molte motivazioni – ha sottolineato il Presidente della Commissione diritti umani del Senato, Luigi Manconi – una di queste è la cancellazione della loro storia. Pochi conoscono il numero dei morti rom e sinti nei campi di concentramento. È necessario riconoscere la dignità storica di questi gruppi».

Quali priorità?

«Tutte le battaglie sono legittime, ma è necessario capire quali sono le priorità oggi in Italia, nel “paese dei campi” – ha affermato Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – bisognerà scegliere se continuare ad affrontare la questione ponendo al centro l’esistenza di una presunta e omogenea minoranza culturale o se porre al primo posto il problema dell’esclusione sociale, frutto della discriminazione etnica subìta da 28.000 rom e sinti presenti negli insediamenti formali e informali».
(Per i dati sui rom in emergenza abitativa in Italia, consulta il Rapporto Annuale 2016).
Quali sono le priorità che il Governo dovrà considerare nella stesura della Strategia Nazionale di Inclusione 2020? Quali conseguenze avranno sulla vita degli interessati le diverse proposte di legge?
Il Convegno ha iniziato a tracciare delle risposte a tali domande, essenziali per il futuro dei diritti umani dei rom e sinti in Italia.
Qui, la registrazione completa del Convegno.
A breve, gli atti del Convegno sul sito 21luglio.org

Giornata della Memoria: al Senato storie di donne rom durante il fascismo

Tra le vittime delle persecuzioni nazifasciste, che si ricordano il 27 gennaio di ogni anno in occasione della Giornata della Memoria, si stima vi siano tra i 500.000 e 1,5 milioni di rom e sinti.
Il confino, la deportazione e l’internamento di rom e sinti caratterizzarono profondamente anche il nostro Paese e riguardarono, in un primo momento, gli “zingari” stranieri che vivevano nei pressi delle frontiere italiane, in particolare in Istria. Da lì, queste persone furono deportate soprattutto nei luoghi di confino e internamento presenti in Sardegna, come quello di Perdasdefogu, così come in altre località sul territorio nazionale. Stessa sorte toccò poi agli “zingari” di nazionalità italiana.

Tra di loro numerose erano le donne.  Per ricordare le loro storie e quelle delle loro famiglie,  la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e la Cild (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili), in collaborazione con l’Associazione 21 luglio

invitano al convegno

La deportazione e l’internamento.
Storie di donne rom durante il fascismo

27 gennaio 2016 – ore 11
Sala Caduti di Nassirya – Senato della Repubblica
Piazza Madama 11 – Roma

Introduce

Luigi Manconi
Presidente Commissione Diritti Umani del Senato

Coordina

Carlo Stasolla
Presidente Associazione 21 luglio

Intervengono

Rosa Corbelletto
Università degli Studi di Torino

Licia Porcedda
École des hautes études en sciences sociales, Parigi

Ivana Nikolic
Attivista rom

Conclude 

Patrizio Gonnella
Presidente CILD

L’accesso alla sala è consentito sino al raggiungimento della capienza massima.
Per gli uomini sono obbligatorie giacca e cravatta.
Si ricorda che per accedere al Senato è obbligatorio l’accredito.
Per informazioni e accrediti: 06. 67065299 dirittiumani@senato.it
I giornalisti devono accreditarsi presso l’Ufficio stampa del Senato
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Per maggiori informazioni:
Danilo Giannese
Ufficio stampa e Comunicazione
Associazione 21 luglio
Tel: 388 4867611
Email: stampa@21luglio.org 

Ai giovani della Primavera Romanì il premio Cild per le Libertà Civili

I trenta giovani giovani rom, sinti e non rom autori del Manifesto Primavera Romanì sono stati premiati con il Premio Cild per le Libertà Civili nella categoria “Voce collettiva“.
Il premio, promosso dalla Coalizione italiana per le Libertà e i Diritti Civili, è stato consegnato ieri in una cerimonia ufficiale svoltasi al Palazzo delle Esposizioni, a Roma.
I forti contenuti del testo, frutto di un intenso lavoro, rappresentano una forte motivazione per premiare ragazzi che sognano un’Italia diversa“, si legge nelle motivazioni espresse dalla giuria che ha assegnato i premi.
L’obiettivo del premio CILD è quello di riconoscere e incoraggiare gli sforzi di quelli che, durante l’anno, hanno preso posizione nella promozione e nella protezione delle libertà civili, offrendo il loro contributo nella diffusione della cultura dei diritti umani nel nostro Paese.
I giovani rom, sinti e non rom, italiani e stranieri, provenienti da varie parti d’Italia, hanno redatto il loro Manifesto politico per un’Italia unita e libera, senza odio e discriminazioni, al termine della Convention Primavera Romanì, una tre giorni di lavori promossa dall’Associazione 21 luglio dal 19 al 21 settembre scorsi. In quell’occasione, i giovani hanno presentato il documento in un evento pubblico al Senato e lo hanno consegnato alla senatrice Manuela Serra, della Commissione Diritti Umani del Senato.
«Sono stati tre giorni di lavoro molto intensi, a cui hanno partecipato rappresentanti delle comunità rom, sinte e anche non rom. Alcuni di origine straniera ed altri italiani – ha affermato Serena Raggi, di Bologna, una delle autrici del Manifesto – . Abbiamo avuto, e ci tengo a sottolinearlo, il sostegno del capo dello Stato, che ci ha mandato una lettera augurandoci di fare un buon lavoro e grazie a questo abbiamo iniziato la Convention con uno spirito molto propositivo. Adesso la cosa più difficile è quella di diffondere questo Manifesto e far sapere alla gente che abbiamo lavorato per contribuire a combattere tutti quegli stereotipi negativi che circondano l’universo rom. Si sa come vengono trattati questi temi dal mondo dell’informazione: si preferisce insistere sugli aspetti negativi, piuttosto che su quelli in grado di dare un contributo positivo alla società».

 

 
 

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