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Inclusione in Italia: il quarto ciclo di monitoraggio del Consiglio d'Europa

Nuove raccomandazioni dal Consiglio d’Europa sul tema dell’inclusione. È stata pubblicata la risoluzione CM/ResCMN(2017)4 del Comitato Consultivo della Convenzione Quadro per la Protezione delle Minoranze Nazionali, con riferimento alle condizioni di vita delle comunità rom e sinte che vivono in Italia in emergenza abitativa.
La Convenzione Quadro aveva svolto nel 2014 il quarto ciclo di monitoraggio sull’Italia con la facilitazione di Associazione 21 luglio nell’ex centro di accoglienza per soli rom di via Salaria (chiuso il 1 agosto del 2016) e nella baraccopoli formale di via Salone, concentrando la propria attenzione sulle istanze relative alla protezione e alla parità di trattamento di queste comunità nel nostro Paese.
Il primo punto della lista che secondo la Convenzione Quadro richiede azioni urgenti è il superamento dei «cosiddetti “campi nomadi” sia autorizzati sia informali – si specifica – per garantire l’accesso a un alloggio adeguato e l’inserimento dei bambini nel sistema scolastico ordinario, adottando misure incisive per combattere il fenomeno del precoce abbandono scolastico».  I dati raccolti da Associazione 21 luglio nell’ultimo rapporto sull’infanzia, mostrano infatti un quadro impietoso della situazione in Italia, che condanna questi minori a un’esistenza segnata fin dalla nascita. In un caso su 5, un bambino delle baraccopoli non avrà accesso al sistema scolastico e solo l’1% arriverà a frequentare le scuole superiori (Uscire per Sognare, novembre 2016).
A seguire, tra le misure urgenti menzionate nel documento per favorire l’inclusione di questa comunità nel nostro Paese, la Convenzione Quadro ha anche sottolineato l’importanza di rafforzare il ruolo dell’UNAR (Ufficio Nazionale Anti discriminazioni Razziali) garantendone l’indipendenza e quindi la maggiore efficienza.

Sulla condizione di rom e sinti, il Consiglio d'Europa richiede all'Italia l'adozione di misure urgenti

C’è ancora tanto da fare in Italia per la promozione dei diritti dei rom e sinti residenti nel nostro paese. Il Comitato Consultivo della Convenzione Quadro sulla Protezione delle Minoranze Nazionali del Consiglio d’Europa ha diffuso la sua quarta Opinione sull’Italia, esito del quarto ciclo di monitoraggio condotto nel corso del 2015. Per arrivare a tracciare la descrizione complessiva anche Associazione 21 luglio ha apportato il suo contributo, inviando un rapporto ombra e facilitando la visita di una delegazione nelle baraccopoli istituzionali riservate ai rom che vivono nella Capitale.
Lo scenario che emerge dal rapporto dell’organo del Consiglio d’Europa non è incoraggiante. Si rileva come, dopo tanti anni, si continui a utilizzare impropriamente la parola “nomade” per giustificare la politica dei campi, una soluzione abitativa giudicata del tutto inappropriata e che suscita la preoccupazione del Comitato. L’Opinione sottolinea più volte come le condizioni di vita all’interno delle baraccopoli, sia istituzionali sia informali, siano largamente al di sotto degli standard e rileva lo scarsissimo accesso dei minori rom al diritto all’istruzione. Nel rapporto si legge infatti che almeno 20 mila minori rom al di sotto dei 12 anni non hanno fruito di alcuna forma di scolarizzazione e individua in questa situazione una della principali cause della persistente povertà e della marginalizzazione della minoranza rom.
Mentre il Comitato riconosce un apprezzabile progresso nella legislazione che tutela i diritti delle altre minoranze residenti in Italia, constata invece una presenza pervasiva di antiziganismo anche da parte di personaggi e partiti politici che fanno dei discorsi d’odio contro la minoranza rom uno dei propri principali cavalli di battaglia.
Infine, l’organo del Consiglio d’Europa sottolinea l’assenza in Italia – uno dei pochi paesi europei ad esserne ancora sprovvisto – di un organo di monitoraggio e difesa dei diritti umani che sia totalmente indipendente (c.d. Istituzione nazionale indipendente sui diritti umani). Anche relativamente all’UNAR, ribadisce come un ente di questo tipo non possa operare in maniera indipendente finché rimarrà vincolato alla presidenza del Consiglio dei Ministri.
Foto di: Il Fatto Quotidiano

RomaShare, scambio di buone pratiche a Palermo

download[tfg_social_share]Tre giorni dedicati al confronto sullo status legale, il social housing, l’educazione e l’inclusione sociale dei rom.
Il 23, 24 e 25 gennaio prossimi, a Palermo, si terrà il seminario RomaShare – Best Practices’ Exchange in Palermo in cui esperti locali e nazionali, rappresentanti delle istituzioni, la comunità rom palermitana e le organizzazioni giovanili e della società civile daranno vita a un dialogo su buone pratiche e percorsi virtuosi.
Il seminario si inquadra nell’ambito del progetto – dal medesimo titolo – finanziato dall’European Youth Foundation del Consiglio d’Europa e realizzato dall’Associazione Per Esempio in collaborazione con l’Assessorato alla Partecipazione del Comune di Palermo.
Il seminario, che si svolgerà presso i locali della Real Fonderia nel capoluogo siciliano, sarà interamente dedicato al confronto costruttivo tra esperti locali e nazionali che, partendo dalle proprie esperienze professionali, offriranno la loro testimonianza e contribuiranno ad individuare strade percorribili ed azioni concrete in favore dei rom residenti nella città di Palermo, a partire da quegli esempi di successo realizzati in altre città italiane.
I relatori che si alterneranno nelle varie sessioni – ad aprire le quali vi sarà il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – dialogheranno tra loro, discutendo di status legale, di social housing e di inserimento scolastico e sociale dei rom.
L’attenzione si estenderà infine, nel corso dell’ultima giornata di lavori, sulle derive razziste e sul fenomeno della discriminazione etnica in atto nelle società contemporanee, mettendo in luce la relazione tra le forme di razzializzazione e i processi economici capitalistici.
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