Diritti dell'infanzia: pubblicato il terzo rapporto del Gruppo CRC
È stato pubblicato il terzo rapporto CRC sulla condizione dell’infanzia in Italia (Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza), 11 capitoli cui hanno contribuito 144 operatori delle 96 associazioni che costituiscono il gruppo CRC. Anche il gruppo di advocacy REYN Italia e Associazione 21 luglio hanno partecipato alla stesura, apportando contenuti per la redazione del capitolo dedicato all’infanzia rom in Italia.
Il Rapporto fotografa lo stato delle politiche dell’infanzia secondo la prospettiva del terzo settore ed è un’analisi complementare rispetto a quella fornita dal Governo.
Facendo il punto sull’attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza in Italia, il documenta sottolinea che nonostante siano stati fatti significativi passi avanti sul piano legislativo manca ancora una visione strategica e sono ancora molto forti le disuguaglianze, soprattutto a livello regionale.
Per rispondere all’accresciuto rischio di povertà ed esclusione sociale di bambini e adolescenti fino a 16 anni, che in Italia dal 2007 al 2015 è passato dal 28,2% al 33,4% (in Europa nello stesso periodo cresceva dello 0,5%), è stato previsto un Fondo Nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale che attraverso il reddito inclusione supporteranno numerose famiglie con minori. Esistono ulteriori strumenti di recente introduzione evidenziati dal terzo rapporto CRC ma nel contempo viene evidenziato come le condizioni di crescente svantaggio economico dei bambini in Italia e la riforma sulla cittadinanza siano da considerare tra le principali sfide del prossimo futuro.
Sui minori rom, il rapporto evidenzia l’urgenza di superare le baraccopoli e risolvere l’emergenza abitativa da cui sono afflitti circa 15 mila minori rom in tutta Italia. «Per un bambino rom, che nasce oggi in una baraccopoli istituzionale o informale, la vita appare tracciata come un “percorso a ostacoli”: l’ostacolo di essere allontanato dalla propria famiglia, quello di sposarsi in età adolescenziale, quello di restare nel proprio Paese di origine lontano dai genitori. La condizione delle persone di età minore rom, che in Italia vivono in stato di povertà, segna fortemente il loro presente e compromette irrimediabilmente il loro futuro».
Il report sottolinea inoltre come sul piano scolastico le misure “speciali” adottate per incrementare la frequenza scolastica di questi minori si siano in realtà dimostrate fallimentari. A incidere sui livelli di scolarizzazione contribuiscono infatti soprattutto le condizioni abitative segreganti degli insediamenti e la marginalizzazione spaziale in cui vivono. Alla luce di queste considerazioni il gruppo CRC raccomanda al Governo di «sollecitare la messa in opera delle precondizioni necessarie per una rapida ed effettiva messa in opera della Strategia Nazionale d’Inclusione, attraverso concrete misure a livello locale e in particolare promuovendo la desegregazione abitativa»; al MIUR di «vietare l’utilizzo di tabelle differenziate di valutazione su base etnica incentivando politiche includenti e non discriminatorie, anche in riferimento al trasporto scolastico, sensibilizzando al contempo il personale della scuola sull’adozione di pratiche educative inclusive e non discriminatorie».
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