Empowerment

Empowerment e sostegno per l'inclusione

Il presente caso studio (“Rom: empowerment e sostegno per l’inclusione“) si focalizza su due progetti, Sar San e Stop all’Apartheid dei rom! (poi proseguito come Aver Drom) implementati da Associazione 21 luglio (Roma) e dalla Cooperativa sociale ABCittà (Milano). I due progetti sono complementari uno con l’altro: Sar San, radicato nella vasta zona periferica est di Roma, si è concentrato, all’interno del grande tema del contrasto alle povertà, sul creare pre-condizioni favorevoli all’inclusione sociale di famiglie rom in disagio abitativo attraverso la promozione di un nuovo dialogo con la realtà circostante, dalle scuole, ai quartieri, alle istituzioni e sull’attivazione di percorsi di empowerment per bambini e adulti. Il progetto ha promosso la creazione di Community Hub “Casa Sar San” come luoghi di ibridazione da cui generare azioni per un ampio mix di utenza locale, Stop all’Apartheid dei rom! (cominciato nel 2013 e trasformato in Aver Drom nel 2015)  si è completamente dedicato all’implementazione di attività di advocacy a livello locale e nazionale.
Il caso studio dimostra chiaramente da un lato l’urgenza di un intervento, dall’altro quanto sia impegnativo lavorare in un contesto politicamente ed economicamente ostile, caratterizzato da pratiche discriminatorie e ghettizzanti nei confronti delle comunità rom. Il progetto è inoltre ulteriore dimostrazione di quanto sia importante sviluppare azioni dirette a tutelare i diritti umani e dell’infanzia e ad aumentare la consapevolezza nell’intera società sull’importanza dell’inclusione dei bambini rom e delle loro famiglie.
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Si ringrazia Orsetta Spinola per la traduzione dall’inglese del Caso Studio.

Paralegali.

Paralegali in erba: si passa dalla teoria alla pratica!

Ricordate Miriana, la mamma delle gemelline Ginevra e Maia?
Anche lei è stata una delle partecipanti del corso per paralegali ed è stata selezionata per il tirocinio pratico che si svolgerà a partire da settembre. Durante la pratica sarà seguita dall’area legale di Associazione 21 luglio e si metterà alla prova con casi reali da risolvere.
“Partecipare al corso è stato molto utile – ha raccontato Miriana  – non solo perché è sempre importante acquisire conoscenze nuove ma anche perché adesso sarò in grado di mettere a disposizione le mie conoscenze per chi ne avrà bisogno“.
Acquisizione dei documenti, cittadinanza, permesso di soggiorno e tanti altri temi del diritto delle migrazioni sono stati gli argomenti di formazione durante gli incontri del corso.

corso paralegali.

Paralegali in difesa dei diritti umani: al via i corsi al Polo ex Fienile

Il corso per paralegali di Casa Sar San è iniziato, con dieci iscritti e tanto entusiasmo.
Nei primi incontri si è cominciato a conoscersi e a creare fiducia nel gruppo, lasciando spazio alle presentazioni e a brevi giochi di team building. Ma fin da subito i partecipanti sono stati introdotti alle nozioni generali sui diritti umani, cosa sono e quali leggi li tutelano; sono poi passati alla definizione di discriminazione illustrando gli strumenti nazionali e internazionali per combatterla.
“I nostri studenti stanno prendendo autocoscienza delle problematiche connesse ai diritti umani, alla discriminazione o all’apolidia con un atteggiamento proattivo – spiega uno dei formatori – anche perché in molti casi affrontano questioni che ritrovano nella loro vita quotidiana, diventando a propria volta veicolo di diffusione nella loro stessa comunità”.
Poco a poco gli incontri diventeranno sempre più specifici, scendendo nei dettagli pratici per preparare gli iscritti a quelle che saranno le lezioni pratiche sul campo e che li vedranno confrontarsi con pratiche reali: domande per il riconoscimento della cittadinanza, richiesta di documenti e permessi di soggiorno.
Al termine del corso, due persone – tra le più meritevoli – verranno selezionate per un tirocinio durante il quale verrà acquisita esperienza sul campo affiancando un legale nella gestione delle principali pratiche riguardanti il diritto dei migranti.

Casa Sar San

Spazio ai diritti: lo sportello legale di Casa Sar San

Nell’ambito delle attività del progetto Casa Sar San, di Cooperativa ABCittà e Associazione 21 luglio, lo sportello legale di assistenza e consulenza per l’acquisizione dei documenti e per il diritto alla cittadinanza è cresciuto molto e ha allargato notevolmente il bacino di utenza. Al momento si tratta di uno sportello itinerante ma presto anche questa attività diventerà fissa all’interno del Polo Ex Fienile di Tor Bella Monaca che verrà inaugurato ufficialmente a gennaio 2017.
Ad oggi l’attività è gestita da un legale e un mediatore culturale che, insieme, si recano una volta a settimana nelle baraccopoli istituzionali della Capitale per ascoltare necessità e problematiche dei residenti relativamente a questioni come il rinnovo dei permessi di soggiorno, l’acquisizione della cittadinanza o dello status di apolidia. “L’approccio è molto informale” – spiega la responsabile dell’ufficio legale di Associazione 21 luglio – “facciamo consulenza e assistenza all’interno di un container e mentre siamo lì si affacciano tanti altri vicini incuriositi dalla nostra presenza”.
In questo modo il metodo del passaparola ha funzionato efficacemente e ha portato a un numero di richieste di consulenza sempre crescente. Se all’inizio bisognava andare alla ricerca di persone in difficoltà, oggi – nella maggior parte dei casi – sono i diretti interessati a rivolgersi a lei, anche telefonicamente.
Crescendo il numero di assistiti, sono aumentate anche le soddisfazioni per i casi risolti. I più recenti hanno riguardato due abitanti della baraccopoli di Salone: D., un giovane di origini montenegrine che al compimento dei 18 anni ha potuto ottenere la cittadinanza italiana, e S. a cui è stato riconosciuto un permesso umanitario per sé e per i suoi figli.

unità di strada socio-sanitaria

L'unità di strada socio-sanitaria per donne e bambini ai margini

Per intervenire sulla facilitazione dell’accesso ai servizi socio-sanitari da parte di donne e bambini in condizione di disagio e marginalità, l’unità di strada del progetto Casa Sar San ha ottenuto importanti risultati nei suoi primi due anni e mezzo di lavoro.
In questo periodo di riferimento ha supportato circa cento persone tra donne, uomini e bambini che hanno avuto accesso ripetuto a visite specialistiche, esami o vaccinazioni e a cui è stato rilasciato il codice ENI.
A partire da febbraio dell’anno prossimo l’unità di strada diventerà uno sportello vero e proprio e sarà una delle attività ospitate dall’Ex Fienile di Tor Bella Monaca, dove continuerà a orientare le famiglie ai servizi medici del territorio, nell’ottica di una riduzione degli accessi ai servizi d’emergenza (come il pronto soccorso) e per indirizzare verso una fruizione dei servizi sanitari su base regolare (visite di routine o specialistiche come ad esempio ginecologo o pediatra).
L’approccio di questo servizio non è mai stato di tipo assistenzialistico, ma è piuttosto finalizzato all’acquisizione di autonomia e indipendenza. Solitamente l’equipe accompagna le donne e i minori ai servizi, trasmettendo loro informazioni utili, mostrando dove andare e cosa è necessario fare così che in un secondo momento possano agire in maniera completamente autonoma.
Nonostante le difficoltà quotidiane, tra pregiudizi da parte di alcuni operatori sanitari e la conseguente scarsa fiducia nei servizi da parte delle famiglie, il progetto ha riscontrato fino ad ora dei risultati molto positivi. Nel corso del tempo, molti destinatari del progetto hanno acquisito una totale autonomia nell’accesso ai servizi e hanno supportato a loro volta altre famiglie, fornendo loro informazioni e accompagnandole nelle strutture. Un risultato quest’ultimo che può essere considerato tra i più incoraggianti e soddisfacenti per gli operatori che quotidianamente operano sul campo.

Istruzione.

Un sostegno alla responsabilità genitoriale per favorire l'istruzione

Tra i servizi di orientamento e supporto offerti dallo sportello socio-sanitario di Casa Sar San, spicca il sostegno che viene dato nell’ambito dell’accompagnamento alla scolarizzazione dei minori rom. Difficoltà linguistiche e povertà culturale costituiscono spesso uno scoglio insormontabile per genitori già socialmente ed economicamente vulnerabili. Un approccio mirato alla persona e fortemente improntato all’autonomia facilita la messa in relazione diretta tra scuola e famiglie, restituendo ad ognuna delle due parti il proprio ruolo.
Per quanto riguarda il sostegno alla scolarizzazione lo sportello procede raccogliendo le richieste di aiuto delle famiglie, indicando la documentazione necessaria e accompagnando la famiglia presso l’ufficio didattico dell’istituto scolastico di riferimento per la compilazione della domanda d’iscrizione. Particolare attenzione viene riposta nella modalità dell’intervento, sempre mirato alla costruzione di un rapporto diretto fra scuola e famiglia. Inoltre, al fine di monitorare l’andamento del percorso scolastico dei minori, gli operatori si interfacciano costantemente con i dirigenti scolastici, intervenendo solo qualora appaia necessaria o venga esplicitamente richiesta una mediazione tra la famiglia e gli insegnati.
Negli ultimi due anni lo sportello ha supportato circa 150 minori nell’accesso al sistema educativo e più della metà di questi ora frequentano regolarmente la scuola con successo.

Corso di formazione per la cura della prima infanzia

Ecco la programmazione di uno dei primi corsi che si svolgerà all’interno dell’ex Fienile di Tor Bella Monaca, in via Largo Mengaroni, 25, Roma. La struttura è stata acquisita da Associazione 21 luglio, Associazione Culturale Psicoanalisi Contro – Compagnia Teatrale Sandro GindroUniversità degli Studi di Roma “Tor Vergata” .
 
Corso di formazione – ELEMENTI DI EDUCAZIONE E CURA PER LA PRIMA INFANZIA
Lavorare con i bambini piccoli e le loro famiglie in contesti di fragilità sociale.
Il corso di formazione è promosso dalla Cooperativa ABCittà, nell’ambito del progetto “Casa Sar San: Community Capacity Building for New Actors“.
Il corso è rivolto a 8 partecipanti, di cui almeno 5 di provenienza rom: ragazze e ragazzi dai 16 ai 24 anni, che abbiano frequentato e concluso almeno il biennio della scuola media superiore.
Il corso è articolato in 2 fasi: la prima da fine novembre 2016 a marzo 2017 è rivolta a tutti i partecipanti e prevede circa 3 incontri al mese, in orario pomeridiano, con sperimentazioni pratiche per un totale di 11 incontri di 4 ore ciascuno; la seconda da marzo 2017 a giugno 2017 è rivolta ai migliori 3 partecipanti di provenienza rom e prevede un tirocinio retribuito all’interno delle attività educative del progetto Casa Sar San a Roma.
Il corso promuove competenze per:
− Aiutare a dare risposta ai bisogni particolari di educazione e cura della prima infanzia in contesti urbani di fragilità sociale;
− Attivare risorse interne alle comunità locali di riferimento dei bambini.
Il corso, utilizzando modalità attive ed esperienziali, propone un percorso formativo rivolto a giovani appartenenti a contesti di fragilità sociale che promuove:
− Le competenze di base di educazione e cura di bambini piccoli (3-6 anni);
− L’accompagnamento delle famiglie in tali processi.
Il corso inoltre preparerà i giovani formandi ad operare come facilitatori in contesti educativi strutturati.
Le candidature per la partecipazione al corso devono avvenire attraverso presentazione di domanda via mail all’indirizzo simone.zamatei@abcitta.org, con oggetto: Casa Sar San_Elementi di educazione e cura_Nome Cognome.
Scarica qui la descrizione approfondita del progetto e tutte le informazioni utili.

Una scatola azzurra per i bambini di Sar San 2.0

Sar San 2.0 ha portato ai bambini dei nostri laboratori una scatola azzurra piena di sorprese.
Questo materiale didattico è stato introdotto nelle proprie sedute dalla psicanalista svizzera Dora Kalff come strumento per riavvicinare i bambini agli elementi naturali. Inizialmente veniva chiamata “sand box” (la scatola di sabbia), in seguito Paola Tonelli – un’insegnante della scuola dell’infanzia – l’ha introdotta in Italia con il nome con cui la conosciamo oggi.
Il colore scelto è l’azzurro, per richiamare il cielo e il mare, e al suo interno vengono introdotti diversi elementi naturali: sabbia, conchiglie, sassolini, ramoscelli e foglie per riportare il bambino a un contatto diretto con la natura.
Oltre all’esperienza tattile, i bimbi sono chiamati anche a costruire delle storie sui personaggi che popolano il contenitore. In questo modo, oltre alle attività manipolatorie, vengono stimolate anche le attività creative e per lo sviluppo del linguaggio.
“Il contatto con gli elementi naturali mette in moto fortemente e spontaneamente la capacità di raccontare, esprimere il proprio mondo interiore, la propria creatività, il proprio immaginario”. (Paola Tonelli)

Un laboratorio sui diritti al Palazzo delle Esposizioni

L’estate è alle porte ma le attività di Sar San 2.0 sono riprese e continueranno per tutta l’estate.
Tra i laboratori previsti dal progetto, realizzato da ABCittà Cooperativa e Associazione 21 luglio Onlus, sono previsti incontri mirati al rafforzamento dell’alfabetizzazione visiva, verbale ed emotiva dei bambini rom tra 0 e 8 anni coinvolti nelle varie iniziative.
Al Palazzo delle Esposizioni di Roma si è svolto un interessante laboratorio incentrato sul tema dei diritti. I bambini sono stati stimolati a mettersi in gioco e ad esprimere la propria idea di diritto in maniera creativa.
Dopo una prima introduzione al tema attraverso la lettura di libri specifici per bambini, ad ognuno dei partecipanti è stato distribuito un cartoncino colorato ed è stato invitato a completare la scritta “Diritto A…”.
Bandite penne e matite, i concetti sono stati espressi ritagliando lettere e immagini che rappresentassero le proprie idee e le attività per loro irrinunciabili: “diritto a fare rap”, “diritto a piantare”, “diritto ad esistere”.
Semplici e potenti, le parole dei bambini.
 

A Roma la prima Biblioteca Vivente sul tema rom

Non capita tutti i giorni di incontrare “libri umani”, ma è proprio quello che è avvenuto lo scorso 12 Giugno presso la Biblioteca Comunale Goffredo Mameli di Roma. C’è chi si è fermato per caso attirato dal via vai di persone e chi già sapeva dell’evento, ma tutti i lettori sono usciti entusiasti dall’esperienza della prima “biblioteca vivente” sul tema rom mai organizzata in Italia.
Quello della “biblioteca vivente” (traduzione di human library) è un metodo educativo sperimentato per la prima volta in Danimarca, quando un gruppo di giovani attivisti dell’organizzazione “Stop the Violence” propose questo evento per un importante Festival del Nord Europa con l’obiettivo di incoraggiare il dialogo e favorire la costruzione dei rapporti umani secondo i principi della non-violenza. Era il 2000, e nei successivi quindici anni l’idea è stata ripresa per diffondere conoscenza su tutti i temi che normalmente incontrano i pregiudizi e le resistenze dell’opinione pubblica che non vive direttamente le situazioni su cui è chiamata a discutere. L’obiettivo della biblioteca vivente è proprio quella di creare l’incontro diretto, per permettere di affrontare e combattere gli stereotipi sui temi più disparati: dall’immigrazione ai rom, dall’omosessualità ai detenuti.
In Italia gli incontri organizzati nell’ambito del metodo della “biblioteca vivente” sono una realtà consolidata, ma per la prima volta l’evento era incentrato sulla questione rom. Le quarte di copertina proposte durante l’incontro hanno emozionato e interessato i lettori, ogni libro umano ha raccontato nel corso del pomeriggio le proprie storie di vita più e più volte. Lettori di tutte le età non si sono accontentati di un solo confronto e hanno voluto saperne di più, passando da un tavolo all’altro dopo lunghe conversazioni come se si muovessero realmente tra le mensole di una libreria. “Perché alcuni genitori dicono che i rom rubano i bambini?”, ha chiesto un piccolo partecipante a uno dei libri umani presenti. “È un modo che alcuni adulti usano per spaventare i propri figli e non farli allontanare senza permesso” gli ha risposto il libro umano Miriana.
Tra gli “scaffali” c’era ampia scelta e assortimento. Per citare solo alcune delle nove storie di vita presenti, Elvis ha parlato del lavoro dei suoi sogni, Monica ha riferito della bella esperienza vissuta con altre mamme grazie alla recita della figlia a scuola, Sida ha ricordato le difficoltà affrontate durante lo sgombero forzato dal Casilino 900 al campo di Salone e Pio ha raccontato della sua realtà di attivista.
Tutti i libri umani si sono messi in gioco volentieri, manifestando la loro voglia di far conoscere le proprie esperienze e smontare i tanti pregiudizi diffusi a proposito del popolo rom.

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