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Sgombero forzato a Roma: 500 persone in strada

Associazione 21 luglio condanna fermamente lo sgombero forzato avvenuto questa mattina a Roma, presso l’insediamento informale di via Mirri, che ha coinvolto 500 persone rom di origine rumena, tra cui donne incinte, anziani, malati e circa 250 minori, anche di pochi mesi.
Lo sgombero forzato, realizzato attraverso un consistente dispiegamento di forze dell’ordine – 15 pattuglie della Polizia municipale, tre dei Carabinieri e forze antisommossa – rappresenta l’ennesima violazione del diritto internazionale e dei diritti umani da parte delle autorità locali che, ancora una volta, lascia sulla strada famiglie intere, senza fornire loro alcuna soluzione alternativa adeguata e aumentando irrimediabilmente la loro condizione di vulnerabilità.
Lo sgombero forzato è stato realizzato in evidente violazione degli obblighi internazionali dello Stato italiano, in particolare in materia di diritto a un alloggio adeguato, e non ha rispettato nessuna delle garanzie procedurali in materia di sgomberi previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite. L’operazione non è stata infatti accompagnata da una notifica formale scritta alle famiglie né da un congruo preavviso e da una genuina consultazione con le stesse. L’unica soluzione alternativa fornita  è stata il ricollocamento di appena 11 tra donne e bambini in strutture di accoglienza, con il conseguente smembramento del nucleo familiare e uomini lasciati in strada: soluzione ovviamente non accettabile da parte delle persone coinvolte.
Circa cento bambini che vivevano nell’insediamento informale frequentano regolarmente la scuola e prendono parte a progetti paralleli educativi e formativi volti a favorire la loro inclusione sociale. Tra le conseguenze drammatiche dello sgombero forzato vi sarà dunque, inevitabilmente, l’interruzione del percorso scolastico dei minori.
Anche i compagni di classe e gli insegnanti dei bambini si sono mobilitati in supporto dei bambini e delle famiglie rom, preparando delle letterine da consegnare al prefetto della Capitale.
Nel corso dello sgombero forzato,  operatori di Associazione 21 luglio, presenti sul posto per verificare l’evolversi della situazione, sono stati allontanati dall’insediamento dalle forze dell’ordine. Da segnalare anche la presenza sul posto di un presidio di militanti pro-sgombero appartenenti a Casa Pound. Alle operazioni di sgombero hanno assistito anche rappresentanti delle autorità rumene in Italia.
«Queste persone sono senza cuore. La mia preoccupazione in questo momento è che mia figlia ha solo cinque mesi e sono due giorni che non lavoro», ha raccontato una donna durante le operazioni di sgombero, mentre un bambino che assisteva sbalordito alle operazioni delle forze dell’ordine ha detto: «Io sono solo un bambino e basta». Durante lo sgombero, in segno di resistenza, le famiglie hanno tentato di rientrare nelle loro case al grido di “Siamo cittadini romani!”.
«Con lo sgombero forzato di questa mattina, le autorità locali si sono dimostrate incapaci di affrontare le problematiche di carattere sociale della città, se non attraverso la reiterazione di un approccio basato sull’emergenza e sulla sicurezza – è il commento di Associazione 21 luglio -. Si è così bruscamente interrotta, senza alcun dialogo con le famiglie, con la scuola e con le associazioni, una esperienza positiva di inclusione sociale e scolastica, condannando centinaia di persone rom a una vita di vulnerabilità e pregiudizi nei loro confronti. Oggi trattati come capro espiatorio per guadagnare consenso in vista delle imminenti elezioni amministrative, è quanto mai urgente che il prossimo sindaco della Capitale affronti la cosiddetta “questione dei rom” da una prospettiva sociale e non più etnica, mettendo finalmente una pietra sopra alle vergognose violazioni dei diritti umani che si continuano a mettere in atto nella Capitale».

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Danilo Giannese
Responsabile Comunicazione e Ufficio stampa
Associazione 21 luglio
Tel: 388 4867611

 

Lettera a Renzi del Commissario europeo: «Italia viola obblighi internazionali»

In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Nils Muižnieks si è detto seriamente preoccupato per la continuazione degli sgomberi forzati ai danni delle comunità rom in Italia.
«Voglio ricordare che ogni sgombero effettuato senza le dovute garanzie procedurali e senza l’offerta di soluzioni abitative alternative adeguate rappresenta una seria violazione degli obblighi internazionali da parte dell’Italia. Con dispiacere osservo la continuazione delle politiche del passato», ha scritto al primo ministro italiano il Commissario, che ha citato i dati fornitigli dall’Associazione 21 luglio sull’incremento degli sgomberi forzati a Roma, a partire dal 13 marzo 2015, giorno dell’annuncio del Giubileo della Misericordia nella Capitale (vedi campagna #PeccatoCapitale).
Il Commissario per i Diritti Umani, accompagnato dall’Associazione 21 luglio, aveva visitato alcuni insediamenti rom della Capitale nel luglio 2012. Un anno dopo, a novembre 2013, aveva rivolto una lettera di preoccupazione all’ex sindaco Ignazio Marino.
«Durante la mia visita ho potuto osservare in prima persona le condizioni al di sotto degli standard in cui vivono i rom nei dintorni di Roma, sia negli insediamenti informali che nei “villaggi attrezzati” autorizzati. La segregazione che caratterizza questi ultimi – si legge nella lettera – mina seriamente le possibilità per gli abitanti di ricevere istruzione, avere accesso al lavoro, interagire con persone non rom e integrarsi nella società. Per questo, i “villaggi attrezzati” non possono essere considerati delle alternative abitative adeguate nel contesto degli sgomberi forzati».
Oltre agli sgomberi forzati che continuano ad occorrere nella Capitale, Nils Muižnieks si è soffermato sugli oltre 2 mila rom sgomberati nel 2014 a Milano e sulle ulteriori azioni previste nei primi mesi del 2016.
«In molti casi le azioni di sgombero sono realizzate senza una notifica formale o sufficiente preavviso e, fatto ancora più grave, senza una genuina consultazione con i diretti interessati», ha scritto ancora il Commissario nella lettera che prosegue: «Ho ricevuto notizie di famiglie rom rese senza tetto dato che nessuna soluzione alternativa è stata loro fornita oppure considerato che l’unica alternativa proposta è stata il ricollocamento in centri di raccolta, segregati, per soli rom».
Muižnieks ha quindi ricordato a Matteo Renzi come già nel 2005 e nel 2010 il Comitato Europeo sui Diritti Sociali avesse già ravvisato la violazione, da parte dell’Italia, dell’articolo 31 della Carta Sociale Europea sul diritto all’alloggio e, nel 2010, di altri tre articoli della stessa Carta in relazione alle condizioni di vita di rom e sinti. Violazioni che lo stesso Comitato ha ribadito anche a gennaio 2016.
«Campi segregati e sgomberi forzati sono diametricalmente opposti rispetto allo spirito della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti che l’Italia ha adottato nel febbraio 2012», ha concluso il Commissario che ha quindi chiesto al Presidente del Consiglio italiano informazioni sulle misure che l’Italia intende attuare per un cambio di marcia.
Alla lettera di Nils Muižnieks è seguita la replica del Ministero degli Esteri italiano, a firma del sottosegretario Benedetto Della Vedova, il quale, tra le altre cose, ha voluto sottolineare come gli sgomberi degli insediamenti informali siano realizzati «nel pieno interesse delle persone coinvolte, nel rispetto delle normative e delle procedure» e con il massimo impegno, da parte della autorità locali, nel «provvedere soluzioni alternative abitative adeguate».
«Oltre che del tutto insoddisfacente per i contenuti espressi nella replica al richiamo del Commissario per i Diritti Umani, la lettera a firma Benedetto Della Vedova contiene informazioni, relative in particolare al rispetto delle procedure in materia di sgomberi forzati, che non trovano alcun riscontro nel modo in cui, in Italia, le autorità competenti attuano le azioni di sgombero, rendendosi pertanto responsabili di gravi violazioni dei diritti umani di uomini, donne e bambini», afferma l’Associazione 21 luglio che ha chiesto un nuovo inontro al Commissario Muižnieks.
SCARICA LA LETTERA DEL COMMISSARIO
SCARICA LA REPLICA DEL MINISTERO

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Ascanio Celestini firma l'appello "Peccato Capitale"

Ascanio Celestini ha firmato il nostro appello “Peccato Capitale”, la campagna internazionale per dire basta agli sgomberi forzati delle popolazioni rom a Roma in vista del Giubileo della Misericordia.
“A volte dimentichiamo, o ci prendiamo il lusso di dimenticare” – ha commentato Celestini – “che le nostre case sono diverse da quelle di queste persone solo perché le nostre hanno un tetto solido e delle mura, le loro no”.
“È facile demonizzare e dare la colpa agli ultimi, ma sarebbe molto meglio per tutti imparare a capire davvero le loro condizioni”, conclude.
Dire no agli sgomberi forzati significa chiedere di fermare la costante violazione dei diritti umani ai danni delle comunità rom da parte delle autorità competenti, che eseguono le operazioni di sgombero senza alcun rispetto delle garanzie procedurali prescritte dagli standard internazionali.
La campagna “Peccato Capitale” è stata lanciata lo scorso 5 ottobre e ad oggi hanno firmato più di 1700 persone, tra cui Roberto Saviano, Gad Lerner, padre Alex Zanotelli, Sabina Guzzanti, Piotta, Kento, Paul Polansky e – appunto – Ascanio Celestini.
Fino ad oggi avete fatto tanto ma abbiamo ancora bisogno del vostro aiuto per raggiungere l’obiettivo di 5000 firme. Per aderire all’appello visitate e condividete la pagina http://www.21luglio.org/peccato-capitale

Giornata Infanzia: in Italia 17 mila minori rom in condizioni di grave disagio

Nel nostro Paese, circa 17 mila bambini e adolescenti rom continuano a vivere in condizioni di grave disagio abitativo, igienico e sanitario, vittime di discriminazione ed emarginazione.
Lo denuncia l’Associazione 21 luglio in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che si celebra domani per ricordare l’adozione, il 20 novembre 1989, della Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
La questione abitativa dei rom in Italia, che continua ad essere affrontata dalle istituzioni attraverso approcci discriminatori e basati su una visione emergenziale, è alla radice del profondo disagio che caratterizza il presente e il futuro dei bambini e adolescenti rom. Oggi, infatti, nel nostro Paese circa 11 mila minori rom vivono nei quasi 200 insediamenti formali, ovvero creati e gestiti dalle istituzioni, mentre più di 6.000 risiedono in insediamenti informali costituiti da tende e baracche. Un numero in costante aumento per effetto di politiche non lungimiranti e inefficaci, che tendono non a risolvere ma ad aggravare la problematica, reiterando le ormai consolidate dinamiche dell’esclusione sociale.
Una delle conseguenze più evidenti delle condizioni abitative in cui vivono i minori rom è quella legata alle “malattie della povertà” che si declina, nella vita del bambino o dell’adolescente, nelle cosiddette “patologie da ghetto”. La vita nel ghetto incide fortemente sull’aspettativa di vita dei rom, che risulta mediamente più bassa di circa 10 anni rispetto al resto della popolazione.
La condizione abitativa ha inoltre un impatto negativo sul percorso scolastico dei minori rom, caratterizzato dall’abbandono e da una frequenza discontinua. Chi vive nei cosiddetti “campi nomadi” avrà possibilità prossime allo 0 di accedere ad un percorso universitario, mentre quelle di poter frequentare le scuole superiori non supereranno l’1%. In 1 caso su 5, del resto, il minore rom abitante del “campo” non inizierà mai il percorso scolastico.
Ad incidere sul disagio dei bambini e degli adolescenti rom vi è infine la questione degli sgomberi forzati degli insediamenti informali, che hanno conseguenze drammatiche sulla vita dei minori e rendono ancora più vulnerabili le loro famiglie, spostandole da una parte all’altra della città.
Particolare preoccupazione suscita l’impennata di sgomberi forzati registratisi nella Capitale in seguito all’annuncio del Giubileo della Misericordia da parte di Papa Francesco: sistematiche violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale che l’Associazione 21 luglio ha voluto portare all’attenzione della pubblica opinione attraverso il lancio della campagna #PeccatoCapitale, una raccolta firme per chiedere alle autorità capitoline una moratoria sugli sgomberi forzati alla quale hanno già aderito 25 associazioni e personaggi noti come Roberto Saviano, Gad Lerner, Ascanio Celestini, Piotta, Sabina Guzzanti e Padre Alex Zanotelli.
Malgrado lo sgombero forzato di un insediamento, così come l’allontanamento di un minore rom dalla famiglia naturale, venga giustificato dal “superiore interesse del minore”, spesso si rileva dietro queste azioni un carattere di sproporzionalità che porta a compromettere, talvolta in maniera irrimediabile, una condizione familiare e sociale già difficile dalla nascita.
«Nonostante il drammatico quadro – afferma l’Associazione 21 luglio – le amministrazioni locali e nazionali sembrano muoversi in una direzione contraria alla risoluzione della problematica del disagio dei bambini e degli adolescenti rom in Italia. Anche nella Giornata che verrà celebrata domani, sembra essere l’amnesia la vera protagonista delle politiche che si continuano a mettere in atto. Costruzione di nuovi “campi”, azioni di sgombero, politiche scolastiche differenziate, discorsi d’odio e di discriminazione: questo è il leitmotiv che anche oggi condiziona il futuro dei minori rom. Bambini e giovani che rappresentano la cartina di tornasole della civiltà e del livello di democrazia del nostro Paese che predilige nascondere le problematiche sotto il tappeto ed affrontare all’insegna dell’emergenza una questione che meriterebbe riflessione e programmazione nel lungo periodo».
Per approfondire:
Rapporto Terminal Barbuta: presente e futuro dei minori nel campo “La Barbuta” a Roma
Rapporto “Figli dei campi”: libro bianco sull’infanzia rom in emergenza abitativa in Italia
Rapporto “Mia Madre era rom”. Le adozioni dei minori rom nel Lazio
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Contatti:

Danilo Giannese
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Papa Francesco abbraccia i rom, Roma li sgombera

Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza 5.000 rom provenienti da almeno venti nazioni del mondo. Nel frattempo, tuttavia, le autorità di Roma Capitale proseguono senza sosta, in vista del Giubileo, le azioni di sgombero forzato delle comunità rom per “ripulire” la città dai cosiddetti insediamenti informali.
«I vostri problemi e le vostre inquietudini interpellano non soltanto la Chiesa ma anche le autorità locali – ha detto il Pontefice rivolgendosi ai rom ricevuti nella sala Nervi -. Ho potuto vedere le condizioni precarie in cui vivono molti di voi e ciò contrasta col diritto di ogni persona ad una vita dignitosa». Papa Francesco ha quindi parlato della necessità dell’«integrazione» dei rom e ha ribadito che «nessuno è autorizzato a calpestare la dignità e i diritti».
Dignità e diritti che tuttavia – denuncia l’Associazione 21 luglio – si continuano a calpestare nella Capitale con la pratica sistematica degli sgomberi forzati, che hanno come unica conseguenza quelle di rendere ancora più vulnerabili uomini, donne e bambini, relegandoli ai margini della società.
L’Associazione 21 luglio esprime forte preoccupazione soprattutto per il netto incremento degli sgomberi forzati realizzati dalle autorità capitoline in seguito all’annuncio del Giubileo della Misericordia da parte di Papa Bergoglio, avvenuto il 13 marzo scorso.
Da allora, gli sgomberi forzati a Roma sono triplicati, passando da una media di 2,8 sgomberi al mese nei tre mesi precedenti l’annuncio a una media mensile di 10 sgomberi forzati dal 13 marzo 2015 a oggi. Dal 13 marzo, infatti, sono stati realizzati 70 sgomberi forzati che hanno coinvolto circa 1.150 persone per una spesa stimata di 1,5 milioni di euro.
«Gli sgomberi forzati violano il diritto internazionale, perché non rispettano le garanzie procedurali in materia di sgomberi previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite. Ma soprattutto queste azioni calpestano i diritti umani di uomini, donne e bambini, che continuano ad essere spostati da una parte all’altra della città e privati di un tetto, seppur precario, sopra la testa», afferma l’Associazione 21 luglio, che ha lanciato la campagna internazionale #PeccatoCapitale per chiedere una moratoria sugli sgomberi forzati a Roma durante il periodo giubilare.
«Auspichiamo che le parole di oggi di Papa Francesco rappresentino uno stimolo decisivo per le autorità di Roma Capitale al fine di voltare una volta per tutte la pagina delle politiche dell’esclusione e della discriminazione nei confronti dei rom, che oggi continuano a trovare compimento nella ghettizzazione di tali comunità nei cosiddetti “villaggi attrezzati” e nell’attuazione sistematica di sgomberi forzati», conclude l’Associazione.
Con l’appello #PeccatoCapitale, che ha già raccolto 1.200 firme, l’Associazione 21 luglio chiede alle autorità capitoline di fermare le azioni di sgombero – inutili, inefficaci, dispendiose e lesive dei diritti umani – nel periodo del Giubileo della Misericordia e di avviare con urgenza un tavolo di concertazione per individuare alternative possibili agli sgomberi.
Hanno finora aderito all’appello Roberto Saviano, Gad Lerner, Ascanio Celestini, Sabina Guzzanti, Piotta, Assalti Frontali, Paul Polansky e Padre Alex Zanotelli. Oltre a loro, 25 organizzazioni della società civile.
«Io non voglio un Giubileo del business. Ma un Giubileo che metta al primo posto i ‎rom, che oggi sono maltrattati e emarginati. Dobbiamo fare arrivare questo nostro appello anche a Papa Francesco per mettere fine a questi sgomberi forzati!», è il messaggio del missionario comboniano Padre Alex Zanotelli.
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Foto: Repubblica.it
 

Anche l'Italia rischia la procedura di infrazione UE

Gli sgomberi forzati delle comunità rom in Italia, Francia, Ungheria e Bulgaria sono un tema che necessita di urgente attenzione da parte delle istituzioni europee. Nei confronti degli Stati membri che continueranno ad attuare politiche che violano i diritti umani, la Commissione Europea potrebbe reagire con l’avvio di nuove procedure di infrazione, come già avvenuto relativamente alle politiche discriminatorie in materia di istruzione .
È quanto emerso quest’oggi in occasione di un’audizione al Parlamento europeo sulla questione delle violazioni del diritto all’alloggio nei confronti dei rom – nel corso della quale è stata ascoltata anche l’Associazione 21 luglio – promossa dai parlamentari europei Soraya Post, Péter Niedermüller, Damian Dräghici, Sirpa Pietikäinen, Fredrick Federley, Barbara Spinelli, Terry Reintke, Benedek Jávor e dal direttore dell’Open Society European Policy Institute Neil Campbell.
Nel corso dell’audizione sono intervenute diverse organizzazioni internazionali e della società civile che hanno documentato la realtà degli sgomberi forzati in Francia, Ungheria e Bulgaria.
Riguardo al caso italiano, la delegazione dell’Associazione 21 luglio ha portato all’attenzione delle istituzioni europee le sistematiche violazioni dei diritti umani, perpetrate attraverso la pratica degli sgomberi forzati, che continuano a occorrere a Milano, Roma e Cosenza.
«In seguito agli sgomberi forzati – che non rispettano i diritti umani degli uomini, delle donne e dei bambini coinvolti – le persone vengono rese ancora più vulnerabili ed esposte a ulteriori violazioni dei loro diritti», ha affermato l’Associazione 21 luglio, che lo scorso 5 ottobre ha lanciato la campagna internazionale #PeccatoCapitale per chiedere una moratoria sugli sgomberi forzati a Roma nel periodo del Giubileo della Misericordia.
In seguito all’annuncio del Giubileo da parte di Papa Francesco – ha documentato l’Associazione 21 luglio – gli sgomberi forzati dei rom nella Capitale sono triplicati.
«Quello del diritto all’alloggio è un tema di assoluta priorità relativamente alla situazione dei rom in Europa, così come quello del diritto all’istruzione», ha detto Andreas Stein, capo unità della Direzione Generale della Commissione Europea per la Giustizia.
«Con il ricorso alla procedura di infrazione nei confronti di alcuni Stati membri relativamente alle politiche dell’istruzione nei confronti dei rom (vedi Slovacchia e Repubblica Ceca), la Commissione Europea – ha concluso Stein – ha già dimostrato la sua disponibilità a ricorrere anche in futuro a questo strumento.
Per un approfondimento sulla situazione degli sgomberi forzati in Francia, Ungheria e Bulgaria clicca qui

PECCATO CAPITALE. Briefing sugli sgomberi forzati di comunità rom a Roma in prossimità del Giubileo della Misericordia (ottobre 2015)

Il 13 marzo 2015 Papa Francesco ha annunciato l’Anno Santo Straordinario. Da quel giorno, le autorità capitoline hanno triplicato gli sgomberi forzati di uomini, donne e bambini rom, reiterando violazioni dei diritti umani e rendendo ancora più vulnerabili le persone. Il presente rapporto rappresenta la base documentale alla campagna internazionale #PeccatoCapitale, lanciata dall’Associazione 21 luglio per chiedere alle autorità di Roma Capitale una moratoria sugli sgomberi forzati durante il Giubileo della Misericordia.
Scarica il rapporto
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