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Illuminiamo il futuro

TOY e Bambini al Centro per la campagna “Illuminiamo il futuro”

Adulti e bambini insieme per contrastare la povertà educativa in Italia.
Il 16 maggio abbiamo partecipato, insieme alle famiglie e ai bambini di TOY for Inclusion e del Centro Educativo Pilota Bambini al Centro, alla campagna “Illuminiamo il futuro” di Save the Children per portare iniziative culturali e proposte concrete nei territori con carenza di servizi o di offerta formativa.

I bambini e l’orto del Polo ex Fienile

La giornata si è aperta con la raccolta dei frutti della terra nell’orto del Polo ex Fienile di Tor Bella Monaca con i più piccoli e le famiglie di Bambini al Centro, un grosso cespo di insalata, per poi passare alla semina di altra insalata e di fragoline. Bimbi e genitori hanno condiviso insieme questa esperienza e ci siamo divertiti a stare a contatto con la terra e a imparare le regole del ciclo della natura.

Letture interattive nella Toy Library di Tor Bella Monaca

Nella seconda parte della mattinata ci siamo trasferiti in Largo Mengaroni nella Biblioteca del giocattolo al Cubo Libro, partner romano del progetto TOY for Inclusion. Qui ci siamo messi in cerchio e abbiamo preso parte alla lettura di alcune storie tratte da libri interattivi, pubblicazioni per piccoli e piccolissimi concepiti sulle esigenze dei bambini: cartone resistente, fori di diversi formati, finestrelle, linguette, elementi funzionali, parti integranti delle storie.
Prima di salutarci abbiamo festeggiato questa giornata lanciando in aria tanti aeroplanini di carta colorati, simbolo della campagna “Illuminiamo il Futuro”.
 
IL PROGETTO TOY IN EUROPA
IL PROGETTO TOY IN ITALIA

Infanzia in Italia: il bilancio del Gruppo CRC

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa, diramato in occasione della Giornata internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, dal Gruppo CRC, il Gruppo di lavoro per la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza di cui anche l’Associazione è parte integrante.
Nel 2015 alcuni passi avanti importanti sono stati fatti per la tutela dell’infanzia e adolescenza in Italia e in linea con le raccomandazioni espresse dal Gruppo CRC: negli ultimi mesi, infatti, sono state approvate diverse misure legislative quali la legge di Ratifica del Terzo Protocollo Opzionale alla CRC, relativo alla «procedura di presentazione di comunicazioni» che prevede, per la prima volta, la possibilità di presentare segnalazioni o vere e proprie denunce al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nel caso di violazioni dei diritti; la Legge 173/2015 sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare, con cui nel superiore interesse del minore si garantisce la continuità delle positive relazioni socio-affettive consolidatesi durante l’affidamento con gli affidatari; la legge di Ratifica della Convenzione dell’Aja del 1996 sulla responsabilità genitoriale e la protezione dei minori, firmata già nel 2003. Importanti novità arrivano anche dalla legge di stabilità, ancora in corso di approvazione, in cui sono state previste risorse per il contrasto alla povertà minorile e il rifinanziamento del fondo per le adozioni internazionali. Lo scorso 28 luglio, inoltre, l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza ha approvato la bozza del Quarto Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, ora al vaglio della Commissione Parlamentare Infanzia e della Conferenza Regioni, e che auspichiamo venga adottato definitivamente entro fine anno e che trovi un finanziamento adeguato. Il Piano dovrebbe impegnare il Governo alla realizzazione delle azioni in esso previste per il periodo 2016-2017 secondo quattro direttrici, lotta alla povertà minorile, politiche per servizi socio-educativi per la prima infanzia e scolastici, integrazione scolastica e sociale, sostegno alla genitorialità e del sistema integrato dei servizi e accoglienza.
Segnali positivi che ci fanno ben sperare nella programmazione di un agenda politica che riporti l’attuazione dei diritti dell’infanzia tra le proprie priorità, anche se occorre tener presente che dall’analisi realizzata dal Gruppo CRC emerge la mancanza di una strategia complessiva e una visione di lungo periodo. Anche sul fronte raccolta dati sull’infanzia, si resta un passo indietro. Permane la carenza del sistema italiano di raccolta dati inerenti l’infanzia e l’adolescenza, lacuna che non permette di stimare l’incidenza di importanti fenomeni e costituisce un impedimento per la programmazione e la realizzazione di politiche ed interventi idonei e qualificati.
Negli ultimi quindici anni il Gruppo CRC, un network composto dalle principali associazioni che si occupano attivamente della tutela e promozione dei diritti dell’infanzia in Italia, ha monitorato l’attuazione della Convenzione in Italia, attraverso l’elaborazioni di rapporti di aggiornamento e l’organizzazione di incontri istituzionali di confronto con le istituzioni competenti a livello centrale e locale. Dall’ 8° Rapporto CRC emerge chiaramente che ci sono ancora tanti bambini che fin dalla nascita soffrono di carenze che ne compromettono lo sviluppo fisico, mentale scolastico, relazionale. 1 bambino su 7 nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, 1 su 20 assiste a violenza domestica e 1 su 100 è vittima di maltrattamenti. 1 su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità. 1 su 50 soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all’età dell’ingresso nella scuola primaria, 1 su 500 vive in strutture di accoglienza. Più di 8 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell’età compresa tra i 3 e i 5 anni. Da questi numeri appare chiaro che occorre realizzare politiche adeguate costruire un qualificato sistema integrato per l’infanzia e l’adolescenza, impegnando adeguati e stabili investimenti finanziari e introducendo un meccanismo permanente di monitoraggio della spesa.
“Oggi in occasione della Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – dichiara Arianna Saulini coordinatrice del Gruppo CRC e responsabile advocacy di Save the Children – chiediamo ai presidenti di Camera e Senato di provvedere alla nomina in scadenza dell’Autorità Garante per l’infanzia e al Parlamento che s’impegni ad adottare gli altri importanti provvedimenti a favore dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in discussione. Così come raccomandato nell’8° Rapporto CRC si ribadisce la necessità di immediata approvazione al Senato della legge sulla cittadinanza che mira a favorire l’acquisizione della cittadinanza per i minorenni di origine straniera nati e cresciuti nel territorio, approvata dalla Camera lo scorso 13 ottobre, la cui adozione definitiva rappresenterebbe un importante passo avanti verso il riconoscimento dei diritti delle seconde generazioni. A questa si affianca alla Camera, la proposta per misure di protezione e accoglienza dei minori stranieri non accompagnati Il nostro auspicio è che il 20 novembre diventi non solo un momento celebrativo, ma l’occasione di un confronto mirato e un momento di riflessione e valutazione delle politiche e azioni attuate per l’infanzia e adolescenza nel nostro Paese e che si passi da un’affermata cultura dell’infanzia anche a politiche e provvedimenti lungimiranti”.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48.07.0023/81/63
ufficiostampa@savethechildren.org 
oppure il sito dedicato: www.gruppocrc.net
Nota. La CRC e il Gruppo di lavoro per la Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza
Per verificare che i principi sanciti dall’importante documento siano effettivamente rispettati, le Nazioni Unite chiedono a ogni Stato di redigere e presentare ogni 5 anni un rapporto. Inoltre, per dare voce anche al punto di vista della società civile, le organizzazioni non governative e del terzo settore hanno la possibilità di elaborarne un proprio rapporto supplementare: il Governo italiano ha presentato l’ultimo rapporto nel 2009 mentre il Gruppo CRC ha presentato il suo 2° Rapporto Supplementare nel 2010. Nel 2011, una delegazione del Gruppo CRC ha partecipato alla pre-sessione con il Comitato ONU in cui è state esaminata l’Italia. Il prossimo appuntamento con il Comitato ONU è previsto per il 2017.
Il Gruppo di Lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (CRC) nasce nel 2000: l’anno successivo redige un rapporto sulla condizione dell’infanzia in Italia supplementare a quello che il Governo italiano aveva precedentemente presentato alle Nazioni Unite. Il Gruppo CRC ha quindi deciso di proseguire nell’opera di monitoraggio della CRC in Italia redigendo annualmente un rapporto di aggiornamento che verifica i progressi e le criticità riscontrate in ordine all’applicazione della Convenzione Onu sui Diritti del l’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese. I vari rapporti di monitoraggio realizzati in questi anni sono stati propedeutici al 2° Rapporto Supplementare, articolato in 8 capitoli, tanti quanti sono i gruppi tematici in cui il Comitato Onu ha suddiviso i diritti della CRC.

Infanzia: diritti dei minori ancora negati

Nel Belpaese, 1 bambino su 7 nasce e cresce in condizioni di povertà assoluta, 1 su 20 assiste a violenza domestica e 1 su 100 è vittima di maltrattamenti. 1 su 20 vive in aree inquinate e a rischio di mortalità. 1 su 50 soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all’età dell’ingresso nella scuola primaria, 1 su 500 vive in strutture di accoglienza. Più di 8 bambini su 10 non possono usufruire di servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita e 1 su 10 nell’età compresa tra i 3 e i 5 anni. Nel 2013 in Italia sono andati al nido solo 218.412 bambini, pari al 13,5% della popolazione sotto i tre anni. E la situazione nel Mezzogiorno è ancora più grave, se si considera che tutte le regioni del Sud si collocano sotto la media nazionale, come la Sicilia con appena il 5,6% dei bambini che ha avuto accesso al nido; la Puglia con il 4,4%; la Campania con il 2,7% e la Calabria con il 2,1%.
Questi i principali dati che emergono dal Rapporto di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel nostro Paese, giunto alla sua ottava edizione, alla cui redazione hanno contribuito 124 operatori delle 90 associazioni del Gruppo CRC, e presentato stamane alla presenza del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.
Il Rapporto, evidenzia che, a vent’anni esatti dal primo Rapporto sullo stato di attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), inviato dall’Italia al Comitato ONU per la CRC, “il sistema organico di politiche per l’infanzia” su cui il nostro paese si era impegnato con la ratifica della Convenzione non è stato realizzato. Le associazioni auspicano che l’adozione del nuovo Piano Infanzia, con priorità e azioni ben definite e supportate da un adeguato impegno economico, possa essere il primo passo per rimettere al centro dell’agenda politica le misure per la tutela per l’infanzia.
“Ci sono bambini che fin dalla nascita soffrono di carenze che ne compromettono lo sviluppo fisico, mentale scolastico, relazionale – sottolinea Arianna Saulini, di Save the Children e coordinatrice del Gruppo CRC. “Tra questi eventi, indicati come fattori di rischio, figurano condizioni sfavorevoli durante la gravidanza, cure genitoriali inadeguate, violenza domestica ed esclusione sociale. Per questo chiediamo – aggiunge Saulini – che il prossimo Piano Nazionale Infanzia dedichi speciale attenzione ai primi anni di vita del bambino, che vengano realizzate politiche adeguate per superare il divario territoriale nell’offerta educativa e di costruire un qualificato sistema integrato per l’infanzia e l’adolescenza, impegnando adeguati e stabili investimenti finanziari e introducendo un meccanismo permanente di monitoraggio della spesa”.
A proposito di risorse dedicate all’infanzia e l’adolescenza, il Rapporto denuncia che a distanza di anni non esiste ancora un monitoraggio a livello istituzionale, manca una strategia nazionale e una visione di lungo periodo nell’allocazione delle risorse. Le carenze, tuttavia, non sono solo di tipo economico, ma anche di raccolta e coordinamento delle informazioni.
Così, ad esempio, se si considera il problema dei minori privi di un ambiente familiare, gli stessi dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali presentano lacune e incongruenze. Sappiamo infatti che al 31 dicembre 2012 i minorenni affidati a parenti erano 6.750, quelli affidati a terzi 7.444, per un totale complessivo di 14.191 affidamenti familiari, e che i minori inseriti in comunità erano 14.255. Poco o nulla sappiamo però sulle cause dell’allontanamento dalla famiglia e sui motivi che hanno portato a scegliere l’accoglienza in comunità o l’affido, il tipo di struttura di accoglienza e i tempi di permanenza. Informazioni che mancano soprattutto per i minorenni tra 0 e 5 anni. A ciò si aggiunge che molte Regioni non forniscono i dati richiesti, come la Calabria che non ha aderito alla rilevazione, la Liguria e la Sardegna che hanno fornito dati discordanti rispetto ai criteri della rilevazione, l’Abruzzo che non ha inviato i dati sull’affidamento familiare. Ed è incomprensibile il divario tra i dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e quelli del Dipartimento per la Giustizia Minorile sugli affidamenti familiari consensuali o giudiziari. Sempre in merito al sistema di raccolta dati, la Banca Dati Nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione è operativa soltanto in 11 Tribunali per i Minorenni sui 29 esistenti e ciò rende difficile garantire a ogni bambino la scelta della miglior famiglia, quantificare e monitorare la situazione dei piccoli che non vengono adottati nonostante le tante famiglie disponibili.
Riguardo alle difficoltà economiche di molte famiglie con minori, pur riconoscendo l’impegno del Governo con la sperimentazione della nuova social card, Arianna Saulini ricorda che la povertà minorile in Italia è in continuo aumento – dal 2012 al 2013 i minori in condizioni di povertà assoluta sono passati da 1.058.000 (10,3%) a 1.434.000 (13,8%) – e ribadisce l’urgenza di un Piano nazionale di contrasto alla povertà, che tenga in debita considerazione le famiglie con figli minorenni e che sia in grado di mettere a sistema in maniera organica le varie e frammentate misure messe in campo in questi anni.
Il rapporto dedica poi un paragrafo ai minori stranieri non accompagnati (MSNA), tema di grande attualità considerati i numerosi sbarchi di questo periodo, rilevando la necessità di rendere subito operativo il nuovo sistema di accoglienza. Dal primo gennaio al 31 marzo 2015 sono sbarcati in Italia 10.165 migranti, di cui 902 minori (289 accompagnati e 613 non accompagnati), dato che a giugno è balzato a quasi 5.000 minori. Nel 2014, 26.122 minori hanno raggiunto le coste italiane e di questi 13.026 sono risultati essere non accompagnati, ovvero un numero pari a due volte e mezzo quello registrato nel 2013. Si tratta per la maggior parte di ragazzi tra i 15 ed i 17 anni, originari dell’Eritrea (3.394), dell’Egitto (2.007) e della Somalia (1.481). Va menzionato anche l’elevato flusso migratorio via mare dalla Siria: nel 2014 sono sbarcati 10.965 minori (10.020 accompagnati e 945 non accompagnati). Alla data di stesura del Rapporto erano oltre 500 i minori ancora in attesa del collocamento in comunità, che si trovano, da mesi, in strutture temporaneamente adibite alla loro accoglienza, attivate “in emergenza” a livello locale, in Sicilia, Puglia e Calabria.
E’ possibile scaricare l’8°Rapporto CRC completo dal sito: www.gruppocrc.net
Per ulteriori informazioni
Claudia Caputi
335356628

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