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Roma e i rom, la politica "senza luce" della Giunta Marino

Malgrado i buoni propositi, a otto mesi dal suo insediamento, la politica della Giunta Marino nei confronti dei rom e sinti della Capitale è stata caratterizzata da un approccio ancora una volta emergenziale, misure segregative e discriminatorie, mancanza di strategia e spreco di ingenti risorse pubbliche.
È l’analisi che emerge da “Senza Luce: rapporto sulle politiche della Giunta Marino, le comunità rom e sinte nella città di Roma e il Best House Rom” presentato oggi dall’Associazione 21 luglio nel corso di una conferenza stampa all’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
Se, da un lato, l’Amministrazione capitolina ha espresso a più riprese la volontà di attuare anche a Roma la Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti, dall’altro gli interventi realizzati vanno nella direzione opposta rispetto a quanto sancito dal documento adottato dall’Italia in sede europea nel 2012.
L’attuale Amministrazione ha condotto sinora 17 sgomberi forzati e non ha presentato un piano per superare la politica dei “campi”, come chiede la Strategia Nazionale. Al contrario, le autorità capitoline hanno affermato di voler ricostruire il “campo” della Cesarina e, nelle parole dell’Assessore Cutini, hanno manifestato l’intenzione di «superare i campi immaginando di creare campi di medie dimensioni». La Giunta Marino ha poi continuato a usare il termine “nomadi”, sia nei discorsi che negli atti pubblici, sebbene la Strategia parli di “nomadismo” come «termine superato sia da un punto di vista linguistico che culturale».
Secondo l’Associazione 21 luglio, il luogo simbolo che incarna le conseguenze delle azioni realizzate a Roma in questi mesi verso i rom e sinti in emergenza abitativa è il centro di accoglienza “Best House Rom”. Nel centro, situato in via Visso 14, nella periferia est della Capitale, vivono circa 320 rom, tra cui 200 minori, e vi sono stati trasferiti i 120 rom sgomberati nelle scorse settimane dal “villaggio attrezzato” della Cesarina e i 47 da via Belmonte Castello.
Il “Best House Rom”, si legge nel rapporto, non possiede i requisiti minimi previsti dalla Legge della Regione Lazio 41/2003 sui centri di accoglienza. Lo stabile, un capannone industriale, è infatti classificato come “locale utilizzato per il deposito delle merci”, è caratterizzato da spazi ridotti e inadeguati, inferiori anche rispetto agli standard per le strutture detentive, e le stanze, dove vivono in media 5 persone, sono prive di finestre o punti luce. In più, ospitando esclusivamente persone rom, il centro si configura come luogo di segregazione ed esclusione sociale, operata su base etnica con un chiaro profilo discriminatorio.
Per accogliere una famiglia di 5 persone nel “Best House Rom”, l’Amministrazione comunale spende quasi 3 mila euro al mese, per un totale di oltre 2 milioni di euro all’anno per i 320 rom.
Secondo i dati contenuti nel rapporto, per ricollocare una famiglia rom di 5 persone nel nuovo «villaggio attrezzato» di via della Cesarina il Comune di Roma spenderà, dopo un’accoglienza di 6 mesi presso il “Best House Rom”, una cifra stimata di 61.000 euro, con la prospettiva di dover individuare nuove voci di spesa per la gestione e l’assistenza dei rom nel nuovo insediamento per un periodo di tempo indeterminato.
L’anno scorso, per formare al lavoro e assegnare un’abitazione in affitto a una famiglia rom di 5 persone, il Comune di Messina, con il progetto “Casa e/è Lavoro”, ha speso una cifra di 12.500 euro.
«Dall’insediamento della Giunta Marino le gravissime e improrogabili problematiche legate alla cosiddetta “questione rom”, che andrebbero affrontate in maniera decisa e rapida, si sono scontrate con l’inadeguatezza di quanti, politici e tecnici, hanno in mano tale questione. Facciamo per questo appello al sindaco Marino per un suo intervento diretto volto a dare spinta ad una strategia politica verso le comunità rom e sinte che sinora si è dimostrata vuota, inconcludente e dagli altissimi costi economici», afferma Carlo Stasolla, Presidente dell’Associazione 21 luglio.
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Roma e i rom, la politica "senza luce" della Giunta Marino

Senza_Luce_21luglio

La conferenza stampa di presentazione del rapporto “Senza Luce”.


[tfg_social_share]Malgrado i buoni propositi, a otto mesi dal suo insediamento, la politica della Giunta Marino nei confronti dei rom e sinti della Capitale è stata caratterizzata da un approccio ancora una volta emergenziale, misure segregative e discriminatorie, mancanza di strategia e spreco di ingenti risorse pubbliche.
È l’analisi che emerge da “Senza Luce: rapporto sulle politiche della Giunta Marino, le comunità rom e sinte nella città di Roma e il Best House Rom” presentato oggi dall’Associazione 21 luglio nel corso di una conferenza stampa all’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
Se, da un lato, l’Amministrazione capitolina ha espresso a più riprese la volontà di attuare anche a Roma la Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti, dall’altro gli interventi realizzati vanno nella direzione opposta rispetto a quanto sancito dal documento adottato dall’Italia in sede europea nel 2012.
L’attuale Amministrazione ha condotto sinora 17 sgomberi forzati e non ha presentato un piano per superare la politica dei “campi”, come chiede la Strategia Nazionale. Al contrario, le autorità capitoline hanno affermato di voler ricostruire il “campo” della Cesarina e, nelle parole dell’Assessore Cutini, hanno manifestato l’intenzione di «superare i campi immaginando di creare campi di medie dimensioni». La Giunta Marino ha poi continuato a usare il termine “nomadi”, sia nei discorsi che negli atti pubblici, sebbene la Strategia parli di “nomadismo” come «termine superato sia da un punto di vista linguistico che culturale».
Secondo l’Associazione 21 luglio, il luogo simbolo che incarna le conseguenze delle azioni realizzate a Roma in questi mesi verso i rom e sinti in emergenza abitativa è il centro di accoglienza “Best House Rom”. Nel centro, situato in via Visso 14, nella periferia est della Capitale, vivono circa 320 rom, tra cui 200 minori, e vi sono stati trasferiti i 120 rom sgomberati nelle scorse settimane dal “villaggio attrezzato” della Cesarina e i 47 da via Belmonte Castello.
Il “Best House Rom”, si legge nel rapporto, non possiede i requisiti minimi previsti dalla Legge della Regione Lazio 41/2003 sui centri di accoglienza. Lo stabile, un capannone industriale, è infatti classificato come “locale utilizzato per il deposito delle merci”, è caratterizzato da spazi ridotti e inadeguati, inferiori anche rispetto agli standard per le strutture detentive, e le stanze, dove vivono in media 5 persone, sono prive di finestre o punti luce. In più, ospitando esclusivamente persone rom, il centro si configura come luogo di segregazione ed esclusione sociale, operata su base etnica con un chiaro profilo discriminatorio.
Per accogliere una famiglia di 5 persone nel “Best House Rom”, l’Amministrazione comunale spende quasi 3 mila euro al mese, per un totale di oltre 2 milioni di euro all’anno per i 320 rom.
Secondo i dati contenuti nel rapporto, per ricollocare una famiglia rom di 5 persone nel nuovo «villaggio attrezzato» di via della Cesarina il Comune di Roma spenderà, dopo un’accoglienza di 6 mesi presso il “Best House Rom”, una cifra stimata di 61.000 euro, con la prospettiva di dover individuare nuove voci di spesa per la gestione e l’assistenza dei rom nel nuovo insediamento per un periodo di tempo indeterminato.
L’anno scorso, per formare al lavoro e assegnare un’abitazione in affitto a una famiglia rom di 5 persone, il Comune di Messina, con il progetto “Casa e/è Lavoro”, ha speso una cifra di 12.500 euro.
«Dall’insediamento della Giunta Marino le gravissime e improrogabili problematiche legate alla cosiddetta “questione rom”, che andrebbero affrontate in maniera decisa e rapida, si sono scontrate con l’inadeguatezza di quanti, politici e tecnici, hanno in mano tale questione. Facciamo per questo appello al sindaco Marino per un suo intervento diretto volto a dare spinta ad una strategia politica verso le comunità rom e sinte che sinora si è dimostrata vuota, inconcludente e dagli altissimi costi economici», afferma Carlo Stasolla, Presidente dell’Associazione 21 luglio.
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Senza Luce. Rapporto sulle politiche della Giunta Marino, le comunità rom e sinte nella città di Roma e il "Best House Rom", 3.3.2014

rom sinti roma marino[tfg_social_share]Lunedì 3 marzo, alle ore 11 presso la sede dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, in via Parigi 11, a Roma, l’Associazione 21 luglio presenta Senza Luce, rapporto sulle politiche della Giunta Marino, le comunità rom e sinte nella città di Roma e il “Best House Rom”.
Senza Luce è un rapporto che si prefigge come obiettivo quello di esaminare se e come la nuova Amministrazione locale abbia iniziato a offrire, a otto mesi dal suo insediamento, risposte adeguate alle urgenti problematiche che riguardano gli oltre 8 mila rom e sinti della Capitale.
Contestualmente i curatori della ricerca hanno voluto operare un focus sul “Best House Rom”, un “centro di accoglienza” per soli rom, considerato dall’Associazione 21 luglio un luogo simbolo che incarna le conseguenze delle azioni sinora organizzate dalle autorità locali nei confronti di rom e sinti in emergenza abitativa.
Nel “Best House Rom”, situato in via Visso, nella periferia est di Roma, vivono attualmente più di 300 rom, di cui 200 minori. Tra questi gli uomini, le donne e i bambini sgomberati, nelle scorse settimane , dal “villaggio attrezzato” di via della Cesarina e dall’insediamento informale di via Belmonte Castello. Ad oggi gli sgomberi forzati realizzati dall’Amministrazione sono stati 17.
Il rapporto Senza Luce illustra inoltre un’esperienza di inclusione, recentemente realizzata sul territorio nazionale, che potrebbe rappresentare per l’Amministrazione romana una “buona pratica” da poter replicare nel contesto locale.
Alla presentazione del rapporto sono state invitate anche le autorità locali.

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