A Roma si inaugura il nuovo “metodo del rigore” verso i rom
[tfg_social_share]Il “metodo del rigore” nei confronti dei rom, annunciato dal sindaco Ignazio Marino, è iniziato puntualmente. Da questa mattina, a Roma, è in corso l’ennesimo sgombero forzato della Giunta capitolina.
Dalle prime luci dell’alba è iniziato lo sgombero forzato di 20 famiglie rom, tra cui 40 bambini tra 0 e 12 anni, nell’insediamento informale di via Belmonte Castello, nella periferia est della Capitale. La comunità rom viveva nell’insediamento da circa un anno e aveva iniziato un positivo percorso di inclusione sociale nel quartiere.
Associazione 21 luglio e Popica Onlus, presenti durante le operazioni di sgombero, condannano fermamente l’azione perché non rispettosa degli standard e delle garanzie procedurali previste dalla normativa internazionale.
Le operazioni di sgombero sono condotte da uomini della polizia di Stato. I 90 rom presenti vivevano nell’insediamento di via Belmonte Castello, adiacente a dei casali abbandonati, da circa un anno, dopo essere stati vittime, anche in passato, di numerosi sgomberi forzati.
L’Associazione 21 luglio e Popica Onlus avevano avviato, nell’insediamento, percorsi di inclusione delle famiglie che avevano portato all’iscrizione scolastica di una decina di bambini.
Il 24 gennaio scorso, in una trasmissione radiofonica, il sindaco Marino aveva annunciato l’avvio, del “metodo del rigore” verso i rom. «Non possiamo tollerare situazioni di insediamenti abusivi […] Sempre più nei prossimi mesi – lo vedrete – useremo un metodo di rigore […] Noi useremo tutti gli strumenti legittimi per allontanarli», aveva promesso il sindaco.
Per Associazione 21 luglio e Popica Onlus le operazioni in corso in via Belmonte Castello rappresentano una grave violazione dei diritti umani. Nello sgombero in atto non sono presenti infatti le garanzie procedurali previste dal Comitato Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali.
L’azione non è stata accompagnata da una genuina consultazione con gli interessati e dalla valutazione di adeguate alternative allo sgombero e non si è proceduto a un preavviso congruo e ragionevole alle persone coinvolte. A causa dello sgombero, infine, si assisterebbe all’interruzione improvvisa del percorso scolastico dei minori in età scolare e le famiglie rom vengono rese ancora più vulnerabili.
«Dopo gli sgomberi forzati in via Salviati, alla Cesarina e, l’altro ieri, a Casal Bertone, la Giunta Marino si pone in linea, ancora una volta, con la passata amministrazione dell’ex sindaco Gianni Alemanno. Anche l’attuale amministrazione sembra aver sposato la linea del rigore fondata su un approccio emergenziale e sicuritario, negando i diritti delle comunità rom di Roma attraverso azioni inutili, dispendiose e illegali».
«Lo sgombero – concludono le due associazioni – costituisce infine l’ennesimo passo indietro rispetto ai contenuti espressi all’interno della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti adottata dal governo italiano in attuazione della Comunicazione della Commissione europea n.173/2011».