L'Associazione 21 luglio riesce a fermare uno sgombero forzato
[tfg_social_share]Lo sgombero forzato di un insediamento rom, in corso da stamane a Roma, è stato bloccato dalle forze dell’ordine perché non stava avvenendo in condizioni di legalità. Soddisfatta l’Associazione 21 luglio che, sul posto, aveva a lungo dialogato con le autorità al fine di fermare le operazioni.
Via Morandi, periferia est della Capitale. Questa mattina le forze dell’ordine si erano presentate nell’insediamento rom per sgomberare le venti persone che vi vivevano, tra cui 9 minori, alcuni dei quali frequentavano regolarmente la scuola.
Ricevuta la notizia, gli operatori dell’Associazione 21 luglio si erano subito recati sul posto per monitorare quanto stava accadendo e accertarsi che i diritti umani delle persone coinvolte fossero rispettati.
Secondo l’Associazione 21 luglio, lo sgombero in atto stava però configurandosi come una chiara violazione dei diritti in quanto nessuna delle garanzie procedurali previste dal Comitato Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali era rispettata.
Ai rom coinvolti, infatti, non era stata data alcuna notifica dello sgombero, con congruo e ragionevole preavviso, e non era stata avviata nessuna genuina consultazione con la comunità. In più, le autorità non avevano offerto loro una adeguata alternativa allo sgombero dato che l’unica soluzione prospettata alle persone era stata la separazione dei nuclei familiari: donne e bambini in strutture di accoglienza, uomini altrove.
A questo c’è da aggiungere che i bambini che frequentavano la scuola sarebbero probabilmente stati costretti a interrompere bruscamente il loro percorso scolastico.
La decisione di arrestare lo sgombero forzato è arrivata in seguito a un lungo dialogo tra gli operatori dell’Associazione 21 luglio e le autorità presenti, nel corso del quale l’Associazione ha fatto leva su tutte le violazioni dei diritti che lo sgombero, eseguito in quel modo, stava comportando.
L’ordine di bloccare le operazioni è arrivato dal vice comandante della polizia municipale presente sul posto il quale ha riconosciuto che «non sussistono le condizioni per garantire le operazioni di sgombero».
I venti rom coinvolti, dunque, hanno potuto riportare i loro pochi beni nelle loro baracche.
L’Associazione 21 luglio si dice molto soddisfatta per aver contributo a bloccare, grazie al dialogo e al riferimento al rispetto dei diritti umani, uno sgombero forzato che stava palesemente avvenendo nella illegalità e che rappresentava una chiara violazione dei diritti di uomini, donne e bambini.
Il blocco dello sgombero giunge nello stesso giorno in cui le autorità capitoline hanno convocato un tavolo tecnico per l’attuazione a Roma della Strategia Nazionale d’Inclusione dei Rom.