Riformare politiche e programmi per combattere l’antigitanismo
Sono 12 le raccomandazioni contenute all’interno del documento politico stilato da ENAR, Ergo Work e Central Council of German Sinit e Rom e altre realtà. Il testo promuove un approccio globale per combattere l’antigitanismo focalizzando l’attenzione su una serie di raccomandazioni. Associazione 21 luglio ha pubblicato a questo link le prime quattro, e a questo secondo link le seconde quattro per giungere poi all’attuale ultima pubblicazione che completa il quadro.
Raccomandazione 9: porre fine a tutte le forme di antigitanismo
Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero affrontare e porre fine a qualsiasi forma di antigitanismo strutturale, comprese tutte le forme di segregazione, sfratti forzati, razzismo ambientale e altre manifestazioni di antigitanismo in istruzione, occupazione, salute e alloggio. Le istituzioni dell’UE dovrebbero, invece, riformare politiche e programmi tradizionali pertinenti, come la garanzia europea per i giovani e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, prestando particolare attenzione all’accesso dei rom. Inoltre dovrebbero chiedere ai governi nazionali di mettere in atto strategie concrete per combattere l’antigitanismo in tutti i settori, inclusi l’educazione, la salute, l’edilizia abitativa e il mercato del lavoro, sia da parte dei datori di lavoro che delle agenzie di collocamento.
I governi nazionali dovrebbero affrontare in modo proattivo e porre fine alla segregazione fisica delle comunità rom, educare gli uffici di collocamento nonché i potenziali datori di lavoro sull’antigitanismo storico e presente, in particolare al fine di contrastare il fenomeno durante il processo di assunzione al fine di aumentare la loro consapevolezza e le loro competenze per il trattamento non discriminatorio dei clienti Rom e (potenziali) dipendenti.
Raccomandazione 10: consentire la libera circolazione
La Commissione europea e i governi nazionali dovrebbero garantire il diritto alla libera circolazione di tutti i cittadini europei e dovrebbero sostenere qualsiasi forma di antigitanismo che limiti i diritti dei cittadini a vite dignitose. I governi nazionali dovrebbero assicurare che le loro legislazioni nazionali siano in linea con la direttiva UE sulla libera circolazione e che le loro istituzioni rispettino i diritti di mobilità dei rom e adottare le misure necessarie affinché i Rom siano consapevoli dei loro diritti di mobilità.
Raccomandazione 11: Antigitanismo, un terreno per la ricerca di asilo, rifugiati e sfollamenti interni
La Commissione europea e i governi nazionali dovrebbero riconoscere che la catastrofica situazione dei rom sfollati interni e rom rimpatriati nei paesi dei Balcani occidentali contribuisce a peggiorare la situazione, aumentando così la pressione migratoria in un circolo vizioso. I governi dell’UE e i governi nazionali dovrebbero rispettare i diritti dei rifugiati, quali la libertà di religione e di movimento, il diritto al lavoro, l’istruzione e l’accessibilità ai documenti di viaggio; una disposizione chiave della Convenzione dell’UNHCR del 1951 relativa allo status dei rifugiati stabilisce che i rifugiati non dovrebbero essere rimpatriati o respinti in un paese in cui temono persecuzioni.
Raccomandazione 12: rafforzare la leadership, la partecipazione, l’empowerment e l’auto-organizzazione dei rom
Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero trattare i rom, i sinti e altri gruppi che vivono antigitanismo come partner alla pari, sostenere l’auto-organizzazione compresa la promozione della leadership e il reclutamento di rom per posizioni di alto livello nelle pubbliche amministrazioni. Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero assicurare che Rom, Sinti, Viaggiatori e altri stigmatizzati come “zingari” e le loro organizzazioni guidino la progettazione, l’attuazione, il monitoraggio, la valutazione e il perfezionamento delle politiche e delle misure che li riguardano a livello locale, regionale, nazionale e dell’UE, anche nominando le posizioni ad alto livello nelle amministrazioni pubbliche.
Non solo, assicurare che guidino anche la produzione di conoscenza sui rom, che siano rappresentati tutti i gruppi sociali, in particolare quelli soggetti a discriminazione, abilitare e sostenere l’auto-organizzazione libera, indipendente e diversificata di rom, sinti, viaggiatori e altri, comprese le organizzazioni che mettono in mostra l’arte e la cultura rom. Infine, promuovere programmi educativi e culturali sostenibili per informare il pubblico sulle comunità rom, la portata e la gravità dell’antigitanismo che affrontano nella vita di tutti i giorni, ma anche sulla loro diversità, la loro storia.