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Memoria: abbiamo incontrato insegnanti, social workers e politici

Nella vita delle persone rom e sinte, un peso importante, allo stato attuale, lo hanno alcune categorie di persone. Tra queste, sicuramente, vi sono gli insegnanti, gli assistenti sociali e i decisori politici. Nel loro quotidiano, infatti, sono tra coloro che, con il loro lavoro, possono favorire politiche di inclusione e di superamento degli stereotipi.

Gli insegnanti attraverso la promozione di politiche scolastiche che affrontino le discriminazioni istituzionali consente così di favorire il successo scolastico degli studenti. Gli assistenti sociali e le altre figure che operano in questo settore per poter garantire una valutazione più ampia sul benessere dei bambini rom e sinti. Nel caso dei decisori politici, invece, per promuovere una diversa politica abitativa e garantire il diritto alla casa delle persone rom e sinti, superando così i mega-campi presenti in alcune città italiane.

 

A tale scopo erano dedicati tre toolkit – prodotti nell’ambito del progetto RemAgainstDisc (Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination), finanziato dal Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea – pubblicati la scorsa primavera. 

A questa pubblicazione hanno fatto seguito diversi incontri di disseminazione che, in diverse città italiane, hanno visto i responsabili del progetto incontrare persone appartenenti a queste tre categorie professionali (in totale oltre 150).

Gli incontri sono stati un momento di confronto e scambio sui toolkit e di attivazione di esperienze positive.

 

Un lavoro che, come molti altri output del progetto, andrà oltre il termine stabilito, potendo durare nel tempo e aiutando sempre più a sensibilizzare sul necessario superamento di ogni discriminazione contro le persone rom e sinte.

Inclusione di rom e sinti. Un incontro dedicato agli assistenti sociali

Gli assistenti sociali, insieme ad altre categorie professionali, hanno un grande impatto nei percorsi di inclusione di rom e sinti.
Per questo, nell’ambito del progetto Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination (RemAgainstDisc), abbiamo messo a punto un booklet rivolto proprio a questi operatori.

È possibile consultare il booklet in italiano e in inglese.

Il prossimo 22 novembre, dalle 11.00 alle 13.00, presso “Chikù cultura e cibo” (viale della Resistenza, Comparto 12, Napoli, quartiere di Scampia, sede di Chi rom e… Chi no) ci sarà una tavola rotonda che, a partire dai contenuti del booklet, sia di condivisione di prassi, metodologie, riflessioni e contenuti intorno al tema dell’inclusione di rom e sinti.

Nel dettaglio il progetto RemAgainstDisc, finanziato dal programma Citizens, Equality, Rights and Values Programme della Commissione Europea, mira a combattere gli stereotipi e i pregiudizi attraverso la conoscenza della storia, ma anche degli elementi culturali che caratterizzano rom e sinti. È questo il modo in cui è possibile superare le discriminazioni istituzionali verso queste persone. Per questo Associazione 21 Luglio, Sucar Drom, Università di Firenze e Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili hanno lavorato e pubblicato tre toolkit rivolti a insegnanti, assistenti sociali e decisori politici.

L’importanza di parlare di Porrajmos nei libri scolastici

Sono circa 500.000 le persone rom e sinte uccise dai regimi nazifascisti. Da molti questo genocidio viene chiamato Porrajmos. Nonostante le sue dimensioni, la memoria storica di quegli eventi è poco conosciuta e non ha aiutato a costituire un patrimonio collettivo che consentisse di prevenire discriminazioni e stereotipi verso queste persone che, anche se in forme diverse, sono sopravvissute alla fine dei regimi totalitari del ‘900.

Il progetto RemAgainstDisc (Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination), finanziato nell’ambito del Citizens, Equality, Rights and Values Programme dell’Unione Europea, e a cui lavorano la Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, l’Università di Firenze, Sucar Drom e Associazione 21 Luglio, ha tra i suoi obiettivi proprio questo.

Uno degli interventi previsti ha riguardato la sensibilizzazione verso case editrici che pubblicano libri per scuole di ogni ordine e grado e per le università, affinché nei testi scolastici sia presente un riferimento specifico a cosa fu il Porrajmos.

Il Prof. Luca Bravi, ricercatore dell’Università di Firenze ha, a tal proposito elaborato il testo che segue:

 

Il Porrajmos

Notte del 2 agosto 1944, Birkenau, “campo degli zingari” (Zigeunerlager, settore BII-E). Fino al giorno prima regnava il rumore della vita, seppur in un campo di sterminio, nell’area del Lager destinata a rom e sinti, una minoranza linguistica giunta in Europa dall’Asia a partire dal XIV secolo e oggetto di antichi pregiudizi: allo Zigeunerlager insieme vivevano, e aspettavano di morire, migliaia di famiglie. Ora non c’è che il silenzio: in una sola notte i nazisti hanno “liquidato” il campo, sterminando i suoi internati. Oltre quattromila uomini, donne e bambini sono stati assassinati prima dell’alba. Nonostante questa scena e altre analoghe viste in tutta Europa siano rimaste a lungo nei ricordi degli altri internati e nelle testimonianze dei pochissimi sopravvissuti sinti e rom, e a dispetto della vasta documentazione di questo altro sterminio, la vicenda dei rom e sinti ad Auschwitz rappresenterà a lungo una memoria assente: quando tutto finirà si farà fatica a studiare e a riconoscere un evento tragico e radicale tanto quanto la Shoah: il Porrajmos. 

La parola Porrajmos significa “divoramento”, ed è utilizzata per indicare lo sterminio di rom e sinti subito prima e durante la seconda guerra mondiale: si stima che 500.000 di loro siano stati assassinati dopo essere stati perseguitati dalla Germania nazista per due ragioni diverse e convergenti: inizialmente erano ritenuti “asociali”, successivamente sono stati considerati, come gli ebrei, “razzialmente inferiori”, e per questo cacciati e annientati. 

Anche l’Italia fascista prima e la Repubblica sociale italiana poi, espellendo, respingendo, internando e deportando rom e sinti per anni, ha partecipato al Porrajmos.

Le risorse online proposte: 

 

In occasione di un incontro svoltosi proprio all’Università di Firenze, a cui hanno partecipato diversi responsabili delle case editrici, è stato introdotto il tema del Porrajmos e il testo in questione è stato proposto, con l’obiettivo che, anche a seguito di un percorso di condivisione, possa essere introdotto all’interno dei libri, costituendo così parte di quella scoperta della memoria storica, così fondamentale per guardare al futuro senza il peso dei pregiudizi e delle discriminazioni.

Roma: Un piano vicino alle linee guida di Associazione 21 luglio

La Giunta Capitolina, con la delibera n.235 del 07/07/2023 ha recepito la nuova Strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030 e ha approvato il Piano d’azione Cittadino per il superamento del “Sistema Campi” 2023-2026.

Nel 2022, l’assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale aveva attivato il percorso partecipativo denominato “In dialogo con la città”, coinvolgendo gli Enti del Terzo Settore nel definire un modello di intervento volto al superamento dei Villaggi attrezzati e all’inclusione delle popolazioni rom e sinti nel territorio di Roma Capitale.

I lavori del tavolo di co-programmazione avevano avuto luogo nel periodo da giugno a novembre dello scorso anno. Organizzati in sei sottogruppi tematici, avevano trattato i seguenti argomenti: antiziganismo e partecipazione, regolarizzazione dei documenti, accesso a un alloggio adeguato, assistenza sanitaria, occupazione e istruzione.

Il Piano d’azione Cittadino approvato lo scorso luglio mira a garantire i diritti fondamentali delle persone che vivono nei “Villaggi attrezzati”, attraverso azioni coerenti con le priorità emerse dai tavoli di co-programmazione. Le azioni del Piano sono strutturate in quattro aree tematiche: contrasto all’antiziganismo e partecipazione; regolarizzazione documentale; accesso all’abitazione, inclusione sociale e promozione della salute; accesso all’istruzione e al lavoro.

L’Amministrazione Capitolina riconosce e si impegna a mantenere il contrasto all’antiziganismo e la promozione della partecipazione di rom e sinti come principi cardine trasversali a ogni area tematica.

Come premessa essenziale per la riuscita degli interventi previsti dal Piano, l’Amministrazione capitolina riconosce la necessità di un lavoro sistemico che preveda il dialogo tra i diversi attori coinvolti, valorizzando anche il contributo della società civile, delle imprese sociali e del Terzo Settore. In tutte le fasi di attuazione del Piano, dalla co-progettazione e realizzazione degli interventi fino al monitoraggio e valutazione degli esiti, l’amministrazione prevede inoltre il coinvolgimento attivo delle comunità rom e sinti, elemento imprescindibile per il superamento del “Sistema campi”.

I principi espressi nel Piano risultano in forte sintonia con le linee guida di superamento degli insediamenti monoetnici che Associazione 21 luglio ha sviluppato e disseminato in Italia nell’ultimo biennio, rappresentando, pertanto, un importante passo in avanti verso la fine della stagione dei “campi rom” romani.

È possibile leggere il Piano d’azione Cittadino cliccando qui.

È stato promulgato il quadro strategico nazionale per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei rom in Italia

Associazione 21 luglio, insieme a  Consorzio Nova, Fondazione Romanì, Casa della Carità, Arci Solidarietà Onlus e Associazione Rom Sinti Prato hanno coordinato il lavoro di monitoraggio della Strategia nazionale di inclusione di Rom, Sinti e Caminanti.

Il testo è stato approvato dalla Comunità Europea a maggio di quest’anno.

È possibile leggere il rapporto cliccando qui

 

Le raccomandazioni dell’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite al governo italiano

Lo scorso gennaio una delegazione dell’Ufficio dell’Alto commissariato della Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) ha visitato tre città italiane a seguito delle informazioni ricevute (nell’anno precedente) relative a casi di razzismo e di intolleranza nei confronti di particolari gruppi di individui fino a sfociare in crimini d’odio.

La visita a Roma dell’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite

Oltre Napoli e Milano, la delegazione ha effettuato sopralluoghi anche nella città di Roma: qui, Associazione 21 luglio l’ha incontrata e ha manifestato preoccupazione sulla condizione delle comunità rom e sinte e sul fenomeno dell’antigitanismo che le colpisce.

Nelle scorse settimane l’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato il rapporto della missione in Italia, precisando che “La discriminazione strutturale nei confronti della comunità rom, sinti e caminanti e l’antigitanismo rimangono gravi problemi.

Contribuiscono all’emarginazione socioeconomica e all’esclusione politica dei rom e influenzano significativamente il loro accesso ai servizi di base. Negli incontri con le autorità regionali e locali, il team ha ascoltato i commenti di diversi funzionari sulla “criminalità” dei rom. Tali commenti indicano che l’antigitanismo rimane pervasivo nella sfera pubblica e politica, incidendo sulle azioni e sulle politiche delle autorità e ostacolando l’attuazione della strategia nazionale”.

Le raccomandazioni dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite al governo italiano

Il documento, oltre a presentare fotografie chiare e puntuali dello spaccato sociale, politico e culturale, stila anche una serie di raccomandazioni rivolte allo Stato italiano e si dice “pronto a fornire assistenza tecnica su richiesta della autorità”.

Le raccomandazioni sono state divise in otto macro-aree e toccano temi come le questioni istituzionali, disaggregazione dei dati, incitamento all’odio razziale, alla discriminazione e alla violenza, applicazione della legge, diritti economici, sociali e culturali, diritto alla nazionalità e all’apolidia, impatto su gruppi particolari, difensori dei diritti umani figurano indicazioni volte alla tutela dei diritti umani. Tra quelle più significative:

  • raddoppiare gli sforzi per porre fine all’apolidia, anche prendendo in considerazione misure speciali per valutare e affrontare l’apolidia nella popolazione Rom;
  • effettuare una revisione completa dei curricula e dei libri di testo scolastici per assicurarsi che non contengano osservazioni o stereotipi discriminatori e che affrontino l’eredità del colonialismo e dell’antigitanismo in modo appropriato.

E ancora:

  • continuare gli sforzi per sviluppare e proteggere lo status e l’accesso ai diritti delle minoranze rom e delle comunità minoritarie religiose (inclusi musulmani ed ebrei), tra gli altri gruppi minoritari.

Associazione 21 luglio, attraverso il lavoro di Osservatorio prima e di Advocacy poi, continua a dedicare massima attenzione verso la condizione delle comunità rom e sinti per raggiungere come unico fine la tutela dei loro diritti.

Riformare politiche e programmi per combattere l’antigitanismo

Sono 12 le raccomandazioni contenute all’interno del documento politico stilato da ENAR, Ergo Work e Central Council of German Sinit e Rom e altre realtà. Il testo promuove un approccio globale per combattere l’antigitanismo focalizzando l’attenzione su una serie di raccomandazioni. Associazione 21 luglio ha pubblicato a questo link le prime quattro, e a questo secondo link le seconde quattro per giungere poi all’attuale ultima pubblicazione che completa il quadro.

Raccomandazione 9: porre fine a tutte le forme di antigitanismo

Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero affrontare e porre fine a qualsiasi forma di antigitanismo strutturale, comprese tutte le forme di segregazione, sfratti forzati, razzismo ambientale e altre manifestazioni di antigitanismo in istruzione, occupazione, salute e alloggio. Le istituzioni dell’UE dovrebbero, invece, riformare politiche e programmi tradizionali pertinenti, come la garanzia europea per i giovani e l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, prestando particolare attenzione all’accesso dei rom. Inoltre dovrebbero chiedere ai governi nazionali di mettere in atto strategie concrete per combattere l’antigitanismo in tutti i settori, inclusi l’educazione, la salute, l’edilizia abitativa e il mercato del lavoro, sia da parte dei datori di lavoro che delle agenzie di collocamento.

I governi nazionali dovrebbero affrontare in modo proattivo e porre fine alla segregazione fisica delle comunità rom, educare gli uffici di collocamento nonché i potenziali datori di lavoro sull’antigitanismo storico e presente, in particolare al fine di contrastare il fenomeno durante il processo di assunzione al fine di aumentare la loro consapevolezza e le loro competenze per il trattamento non discriminatorio dei clienti Rom e (potenziali) dipendenti.

Raccomandazione 10: consentire la libera circolazione

La Commissione europea e i governi nazionali dovrebbero garantire il diritto alla libera circolazione di tutti i cittadini europei e dovrebbero sostenere qualsiasi forma di antigitanismo che limiti i diritti dei cittadini a vite dignitose. I governi nazionali dovrebbero assicurare che le loro legislazioni nazionali siano in linea con la direttiva UE sulla libera circolazione e che le loro istituzioni rispettino i diritti di mobilità dei rom e adottare le misure necessarie affinché i Rom siano consapevoli dei loro diritti di mobilità.

Raccomandazione 11: Antigitanismo, un terreno per la ricerca di asilo, rifugiati e sfollamenti interni

La Commissione europea e i governi nazionali dovrebbero riconoscere che la catastrofica situazione dei rom sfollati interni e rom rimpatriati nei paesi dei Balcani occidentali contribuisce a peggiorare la situazione, aumentando così la pressione migratoria in un circolo vizioso. I governi dell’UE e i governi nazionali dovrebbero rispettare i diritti dei rifugiati, quali la libertà di religione e di movimento, il diritto al lavoro, l’istruzione e l’accessibilità ai documenti di viaggio; una disposizione chiave della Convenzione dell’UNHCR del 1951 relativa allo status dei rifugiati stabilisce che i rifugiati non dovrebbero essere rimpatriati o respinti in un paese in cui temono persecuzioni.

Raccomandazione 12: rafforzare la leadership, la partecipazione, l’empowerment e l’auto-organizzazione dei rom

Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero trattare i rom, i sinti e altri gruppi che vivono antigitanismo come partner alla pari, sostenere l’auto-organizzazione compresa la promozione della leadership e il reclutamento di rom per posizioni di alto livello nelle pubbliche amministrazioni. Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero assicurare che Rom, Sinti, Viaggiatori e altri stigmatizzati come “zingari” e le loro organizzazioni guidino la progettazione, l’attuazione, il monitoraggio, la valutazione e il perfezionamento delle politiche e delle misure che li riguardano a livello locale, regionale, nazionale e dell’UE, anche nominando le posizioni ad alto livello nelle amministrazioni pubbliche.

Non solo, assicurare che guidino anche la produzione di conoscenza sui rom, che siano rappresentati tutti i gruppi sociali, in particolare quelli soggetti a discriminazione, abilitare e sostenere l’auto-organizzazione libera, indipendente e diversificata di rom, sinti, viaggiatori e altri, comprese le organizzazioni che mettono in mostra l’arte e la cultura rom. Infine, promuovere programmi educativi e culturali sostenibili per informare il pubblico sulle comunità rom, la portata e la gravità dell’antigitanismo che affrontano nella vita di tutti i giorni, ma anche sulla loro diversità, la loro storia.

Combattere i discorsi d’odio pubblici e sanzionare il crimine: le raccomandazioni dell’Allenza contro l’antigitanismo

La collaborazione tra ENAR, Ergo Work e Central Council of German Sinit e Rom e altre realtà, ha portato alla redazione di un documento politico che promuove un approccio globale per combattere l’antigitanismo focalizzando l’attenzione su una serie di raccomandazioni, 12 per l’esattezza. Associazione 21 luglio ha pubblicato a questo link le prime quattro e continuerà anche nei prossimi giorni un lavoro di condivisione affinché i dettami vengano conosciuti il più possibile.

Condannare e combattere i discorsi d’odio in pubblico e nei media

La raccomandazione n.5 del documento dell’Alleanza contro l’antigitanismo prevede di condannare e combattere i discorsi d’odio in pubblico e nei media. Le istituzioni e i governi nazionali dell’UE dovrebbero contrastare e sanzionare i discorsi pubblici nei media, nel mondo accademico, tra politici, autorità statali e funzionari pubblici, in particolare promuovendo contro-narrazioni per una società inclusiva e garantendo la partecipazione significativa delle strutture di vigilanza rom. Dovrebbero, inoltre, condannare pubblicamente e applicare adeguate sanzioni contro la stigmatizzazione e la retorica razzista da parte di funzionari e politici di alto livello e i parlamenti dovrebbero creare coalizioni tra le parti per combattere il razzismo.

I governi nazionali dovrebbero: attuare pienamente la decisione quadro sulla lotta contro il razzismo e la xenofobia, il codice di condotta dell’UE per contrastare i discorsi sull’odio illegale online, la direttiva sui servizi di media audiovisivi, nonché la raccomandazione generale del comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD).
Tra le azioni da mettere in campo anche il contrasto all’antigitanismo nei media da parte delle autorità statali e dei funzionari pubblici, nel mondo accademico e in altri settori assicurando la creazione e la revisione (dove necessario) e l’attuazione di specifiche normative nazionali in materia di incitamento all’odio.

Inoltre, assicurare la partecipazione di Rom, Sinti, Caminanti e altri gruppi che sperimentano l’antigitanismo a tutte le istituzioni pertinenti; sostenere e formare in modo educativo giornalisti, assistenti sociali, persone del settore culturale, insegnanti, studenti. Monitorare sistematicamente il discorso sull’antigitanismo, raccogliere dati sull’uguaglianza e riferire sul discorso dell’odio contro i rom; favorire controrivoluzioni nei curricula scolastici, attraverso programmi educativi civici e campagne mediatiche; modificare i quadri legislativi per consentire alla società civile di contestare il discorso sull’antigitanismo.

Sanzionare e punire il crimine

La raccomandazione n.6 del documento indica di sanzionare e punire il crimine, per far questo i governi nazionali dovrebbero applicare tutti gli strumenti e i meccanismi disponibili per prevenire e/o perseguire i reati di odio. I governi nazionali dovrebbero attuare integralmente la decisione quadro relativa alla lotta contro determinate forme di espressione di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale e il rispetto dei diritti fondamentali dell’Unione europea che proibiscono la discriminazione, obbligando così gli Stati membri dell’UE a combattere i crimini motivati da razzismo, xenofobia, intolleranza religiosa o disabilità, orientamento sessuale o identità di genere di una persona.

Inoltre, assicurare che i reati riguardo l’antigitanismo siano riconosciuti dalla polizia, dai pubblici ministeri e dai tribunali e perseguiti come tali; monitorare i crimini di odio per consentire l’analisi delle tendenze da parte delle autorità nazionali, della magistratura e della società civile e dello sviluppo di risposte istituzionali e l’adeguata protezione delle vittime. Formare funzionari statali al fine di riconoscere l’antigitanismo come motivazione di pregiudizio, comprese le intersezioni con nazionalità, lingua, religione, genere, età, disabilità mentale o fisica, orientamento sessuale.

Sostenere le vittime e consentire l’accesso alla giustizia

Sostenere le vittime e consentire l’accesso alla giustizia è quanto prevede invece la settima raccomandazione. I governi nazionali dovrebbero garantire l’accesso alla giustizia per i Rom che affrontano discriminazioni e che i Rom ricevano sostegno e assistenza nel presentare denunce riguardo crimini d’odio e istituire iniziative a sostegno delle vittime di questi reati. E ancora adottare le misure necessarie per impedire che i pubblici ministeri o i tribunali siano notevolmente indulgenti nei confronti di autori non rom che commettono reati e reati contro le vittime rom, o notevolmente severi quando un indagato o un colpevole è rom.

Migliorare e attuare la legislazione sull’antidiscriminazione

Le istituzioni dell’UE e i governi nazionali dovrebbero migliorare la legislazione e le politiche antidiscriminatorie volte a favorire la parità di trattamento dei rom. I Rom sono particolarmente colpiti dalla mancanza di un’efficace attuazione delle sentenze giudiziarie e delle procedure di infrazione. Le istituzioni europee dovrebbero avviare procedure di infrazione contro gli Stati membri che, attraverso la legislazione, le politiche o la pratica violano i diritti dei rom (ad esempio il diritto a un alloggio economico e di qualità, libero dal rischio sfratti forzati e segregazione).

I governi nazionali dovrebbero migliorare e attuare la legislazione in materia di non discriminazione, in particolare la direttiva sull’uguaglianza razziale, la direttiva sulla parità in materia di occupazione, la legislazione che vieta la discriminazione durante i controlli alle frontiere e colmare le lacune al fine di garantire la piena parità di trattamento dei rom. Non solo, assicurare la cooperazione tra le istituzioni nazionali per i diritti umani e garantire che gli uffici antidiscriminazione e le altre istituzioni pertinenti che forniscono consulenza ai Rom raggiungano un livello adeguato di istruzione e di competenza nell’individuare, monitorare e combattere l’antigitanismo.

Sviluppo di misure per combattere l’antigitanismo dopo il 2020

L’Alleanza contro l’antigitanismo è una coalizione occasionale di organizzazioni che promuovono l’uguaglianza dei diritti per i rom. L’obiettivo dell’Alleanza è far progredire la comprensione dell’antigitanismo come forma specifica di razzismo nei confronti di Rom, Sinti, Caminanti e altri gruppi che vengono sistematicamente stigmatizzati come “zingari” nel dominio pubblico e politico dell’Europa. Questo documento è il risultato del lavoro guidato dalla rete europea delle organizzazioni di base rom (ERGO) e dal Consiglio centrale per i sinti e i rom tedeschi, redatto con l’assistenza tecnica delle organizzazioni rom e pro-rom.

Esempi di antigitanismo in Europa

Esistono molti esempi di episodi di antigitanismo in quasi tutti i paesi europei. In Belgio, ad esempio, la mattina del 7 maggio 2019 si è svolta un’enorme azione di polizia che ha comportato un massiccio arresto dei rom belgi accusati di traffico di veicoli ottenuti illegalmente. L’ultima azione di questo tipo ebbe luogo durante la seconda guerra mondiale quando 351 caminanti rom dal Belgio furono trasportati ad Auschwitz Birkenau. Oggi vediamo di nuovo un’azione mirata della polizia federale nei confronti dell’intera comunità dei rom in Belgio.

La situazione in Francia in relazione all’antigitanismo è terribile, i membri vulnerabili della comunità rom sono presi di mira da attacchi razziali. Il 16 marzo di quest’anno è apparso per la prima volta una voce sulle piattaforme dei social media, causando una serie di attacchi contro membri della comunità rom. Dall’inizio degli attacchi, un’organizzazione rom La Voix des Rroms e i suoi partner hanno registrato 38 aggressioni: aggressioni in strada, minacce di morte, spari nei pressi di abitazioni, incendi dolosi, ecc. Oggi la Bulgaria ha anche un problema per garantire l’uguaglianza, la giustizia e la protezione della sua minoranza etnica Rom. Gli attacchi ai quartieri rom sono ripetutamente organizzati da bulgari etnici.

La Slovacchia e la Repubblica Ceca sono esempi di libri sul razzismo strutturale: la separazione nell’istruzione ha portato a procedure di infrazione, eppure non vediamo risultati di questi processi. Inoltre, come riporta il progetto Roma Civil Monitor, nonostante alcuni progressi per quanto riguarda la commemorazione del genocidio dei rom a livello europeo e nazionale, le strategie nazionali di integrazione dei rom non riescono a riconoscere le molteplici dimensioni dell’antigitanismo e la prospettiva dell’eredità storica dell’esclusione. In tutta l’UE, la conoscenza e l’accettazione del genocidio dei rom sono scarse, il che comporta una mancanza di riconoscimento dei rom sia come vittime che come partecipanti alla resistenza del regime nazista.

Scopo del documento programmatico

L’antigitanismo è la causa principale dell’esclusione dei Rom. È un’apparente forma di razzismo contro Rom, Sinti, Caminanti e altri stigmatizzati come “zingari” da parte delle società maggioritarie. Questo documento politico promuove un approccio globale per combattere l’antigitanismo in tutte le sue dimensioni e manifestazioni. Offre orientamenti per combattere l’antigitanismo che può essere utilizzato per sviluppare il quadro europeo per i Rom post-2020 e le rinnovate politiche nazionali sui Rom.

L’Alleanza contro l’antigitanismo mira a:
– guidare le istituzioni dell’UE a progettare il futuro quadro europeo per i rom e ispirare gli Stati membri ad adattare le loro politiche mirate al fine di garantire l’uguaglianza per le comunità rom; è essenziale dare la priorità alla lotta contro l’antigitanismo nel quadro dell’UE per i Rom post-2020 e integrarlo nelle pertinenti politiche UE post-2020, nonché recepirlo a livello nazionale;
– definire un approccio globale per contrastare l’antigitanismo affrontando le impostazioni istituzionali e le politiche pubbliche, le pratiche istituzionali, per prevenire e sanzionare l’antigitanismo, oltre a superare gli effetti storici dell’antigitanismo con particolare attenzione all’empowerment, alla partecipazione significativa e alla leadership dei rom;
– guida le organizzazioni della società civile, in particolare le organizzazioni rom e pro-rom, a sviluppare piani per sostenere il cambiamento delle politiche e intraprendere azioni efficaci per identificare, registrare, monitorare, prevenire e combattere l’antigitanismo

Antigitanismo: la definizione

L’antigitanismo è un complesso persistente di razzismo consueto costruito storicamente contro i gruppi sociali identificati sotto lo stigma “zingaro” o altri termini correlati. Fino ad oggi nelle società europee, l’antigitanismo è sostenuto da alti livelli di accettazione sociale e da una mancanza di riconoscimento e comprensione della sua esistenza e delle sue manifestazioni. Ciò crea l’ostacolo principale per contromisure efficaci. Per smantellare questo accettazione, gli stati devono agire per contrastare l’antigitanismo nella sfera politica e all’interno delle loro società a tutti i livelli. Per combattere meglio l’antigitanismo è essenziale:
– comprendere che l’antigitanismo non è un “problema di minoranza”.

Al fine di combatterlo la nostra attenzione deve spostarsi da “i rom” all’ideologia e al comportamento delle società tradizionali;
– potenziare coloro che sono drammaticamente colpiti dall’antigitanismo: la leadership, la partecipazione e l’empowerment dei Rom sono fondamentali per superare gli effetti di lunga durata dell’antigitanismo;
– comprendere che “l’inclusione dei rom” rimarrà illusoria fintanto che non affronteremo l’antigitanismo come causa principale dell’esclusione;
– Riconoscere che l’antigitanismo non riguarda solo ciò che viene detto e fatto, ma anche ciò che non viene detto o fatto.

Il quadro dell’UE per i Rom post-2020

Il quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020 è stato lanciato nel 2011. Nel dicembre 2018, la Commissione ha pubblicato una comunicazione che riporta la valutazione a medio termine del quadro dell’UE.8 Le valutazioni mostrano che il quadro dell’UE è stato importante per lo sviluppo di strumenti e strutture nazionali e dell’UE per promuovere l’inclusione dei rom, mentre evidenzia anche che l’antigitanismo continua ad essere una questione di grande preoccupazione che non è stata affrontata.
Il Parlamento europeo ha preso posizione su una strategia post-2020 nella sua relazione dell’ottobre 2017 sugli “Aspetti relativi ai diritti fondamentali nell’integrazione dei rom nell’UE: lotta all’antigitanismo” che ne sottolinea la persistenza nella sfera politica e nelle società di tutta Europa.

 

Nel 2019 è stato pubblicato uno studio commissionato dal Parlamento e condotto dal Centro per gli studi politici europei. Un altro documento importante seguito dal Parlamento europeo sui Rom, che ha posto le basi per il quadro strategico post 2020 è la “Proposta di risoluzione sulla necessità di rafforzare il quadro strategico nazionale post 2020 per i cittadini – Strategie di inclusione dei rom e intensificare la lotta contro l’antigitanismo”. Inoltre i rom non beneficiano di strumenti giuridici come i membri della società maggioritaria.

La valutazione della CE e i risultati del progetto Roma Civil Monitor sottolineano che i processi della futura politica devono affrontare adeguatamente la diversità tra i gruppi rom, anche in relazione ai migranti rom, ai rom mobili dell’UE, ai bambini rom e alle donne rom.

Per contrastare l’antigitanismo, l’Alleanza propone le seguenti raccomandazioni e misure:

1: riconoscere l’esistenza dell’antigypsyism
2: riconoscere la responsabilità storica
3: migliorare il lavoro istituzionale e politico
4: raccogliere dati e monitorare l’antigitanismo
5: condannare e combattere i discorsi d’odio nell’opinione pubblica e nei media
6: sanzionare e punire il crimine
7: sostenere le vittime e consentire l’accesso alla giustizia
8: migliorare e attuare la legislazione dell’antidiscriminazione
9: porre fine a tutte le forme di antigitanismo nelle parti strutturali della società
10: abilitare la libera circolazione
11: antigitanismo – un terreno per la ricerca di asilo, rifugiati e sfollamenti interni
12: rafforzare la leadership, la partecipazione, l’empowerment e l’autorganizzazione dei rom.

NOTA STAMPA – La circolare del Ministro Salvini che spiana la strada ad una nuova “emergenza nomadi”

Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per l’oggetto e la finalità della circolare ministeriale.

 

In relazione alla circolare n. 16012/110 del 16 luglio 2019 avente come oggetto «Insediamenti di comunità Rom, Sinti e Caminanti» a firma del ministro dell’Interno Matteo Salvini, Associazione 21 luglio, dopo un’attenta analisi del testo integrale, esprime profonda preoccupazione per l’oggetto e la finalità della stessa.

L’oggetto della circolare delimita le azioni imposte soltanto agli insediamenti abitati da rom, sinti e caminanti: ciò rappresenta un’adozione di misura avente carattere chiaramente discriminatorio nei confronti di queste comunità, visto che non interessa, ad esempio, insediamenti formali o informali abitati da persone non riconducibili a tali etnie.

Se l’attenzione della stampa si è focalizzata quasi esclusivamente sulla ricognizione degli insediamenti (impropriamente definita “censimento”), in realtà il carattere particolarmente preoccupante è la finalità della circolare che richiama in maniera netta l’”Emergenza Nomadi” ordinata da Silvio Berlusconi nel maggio del 2008, all’epoca presidente del Consiglio dei Ministri. La finalità ultima della circolare firmata da Matteo Salvini è infatti quella poter consentire l’esecuzione di sgomberi di insediamenti rom, attraverso «l’adozione di specifici provvedimenti contingibili e urgenti».

Una similitudine del linguaggio utilizzato nella circolare con il “vecchio” provvedimento del 2008, la si evince anche nel linguaggio utilizzato nel testo con richiami espliciti al «pericolo della salute pubblica», alla «sicurezza», o fatti tali da legittimare «allarme sociale e l’adozione di misure finalizzate alla riaffermazione della legalità».

Secondo Associazione 21 luglio, che già in precedenza ha sollevato preoccupazione in tal senso, i fatti degli ultimi mesi e la soprattutto circolare odierna, stanno preparando il terreno ad una situazione emergenziale che già nel 2011 era stata dichiarata illegittima dal Consiglio di Stato.

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