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MA.REA atterra ad Asti: Approvato il Piano di Azione Locale per il superamento della baraccopoli di Via Guerra, 36.

La giornata del 13 febbraio 2024 ha segnato un momento storico per la città di Asti, con la deliberazione della Giunta Comunale n.71 che determina l’approvazione del Piano di Azione Locale “Oltre il Campo – Asti: il Superamento della Baraccopoli di Via Guerra, 36”. Questo piano, proposto da Associazione 21 luglio, rappresenta un passo in avanti cruciale per il miglioramento delle condizioni di vita dei residenti dell’insediamento.

L’origine della comunità rom di via Guerra risale agli anni Ottanta e Novanta, quando fu costretta a lasciare la Bosnia-Erzegovina a causa degli eventi storici che portarono alla disgregazione della Repubblica Jugoslava. Dopo aver toccato diverse località in Sardegna, le famiglie decisero di trasferirsi nel territorio astigiano, con la speranza di avvicinarsi alla loro terra d’origine.

Le difficoltà non sono mancate; la comunità si è trovata ad affrontare condizioni di vita precarie, caratterizzate da problemi igienico-sanitari, carenza di servizi e alcune difficoltà di convivenza con altre comunità. Negli anni sono stati effettuati vari interventi da parte di organizzazioni del Terzo Settore, ma la situazione richiedeva un approccio più strutturato e integrato.

Il sindaco Maurizio Rasero ha incaricato Associazione 21 luglio di coordinare le azioni di superamento della baraccopoli di via Guerra, 36, seguendo i criteri definiti dalla metodologia MA.REA, articolata in sei fasi, con l’obiettivo di identificare soluzioni concrete per migliorare le condizioni di vita degli abitanti dell’insediamento.

La prima fase ha portato alla redazione del rapporto “Oltre il Campo. La Baraccopoli di Via Guerra, 36“, documento che ha fornito una panoramica dettagliata della realtà dell’insediamento attraverso un accurato lavoro di ascolto, mappatura, acquisizione dei dati e analisi degli stessi.

In questo modo si è potuto procedere con la seconda fase, costituendo un Gruppo di Azione Locale (GAL) incaricato di elaborare un Piano di Azione Locale (PAL) per il superamento della baraccopoli e rilevando l’importanza di procedere attraverso l’attivazione di 8 tavoli tematici, a seguito delle criticità e dei bisogni emersi.

Il PAL è stato redatto con un approccio partecipativo, coinvolgendo attivamente gli stakeholders e le persone residenti nella baraccopoli. L’obiettivo finale è superare l’insediamento e garantire un inserimento abitativo sostenibile per tutte le famiglie coinvolte.

Seguendo i principi della “Strategia Nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti (2021-2030)”, si è posta particolare attenzione all’abolizione dell’approccio etnico, con l’obiettivo di rimuovere le barriere tra le famiglie dell’insediamento, la cittadinanza astigiana e i servizi pubblici.

Riprendendo la metafora del volo aereo proposta dal progetto, si passerà ora all’attuazione dei tre momenti-chiave previsti per il superamento della baraccopoli: una prima fase propedeutica alla fuoriuscita di ogni famiglia dalla baraccopoli, denominata ATTESA e già parzialmente attiva dal febbraio 2022; la fase effettiva della fuoriuscita di ogni famiglia dall’insediamento, denominata DECOLLO; in ultimo la fase della sostenibilità, un accompagnamento delle famiglie nel percorso di inserimento abitativo, denominata ATTERRAGGIO. Il progetto nella sua interezza coinvolgerà i 145 residenti dell’insediamento, di cui 83 minori, e avrà una durata di due anni, per un costo complessivo, secondo quanto riportato dal progetto approvato dal Comune di Asti, di 285.800€.

Affrontare la sfida del superamento della baraccopoli rappresenta un passo cruciale verso il miglioramento della qualità della vita e la promozione dell’inclusione sociale. Questo progetto non solo beneficia gli abitanti dell’insediamento e della cittadinanza tutta, ma offre anche un modello concreto e adattabile per altre comunità in Italia.

è possibile visualizzare il Piano di Azione Locale di Associazione 21 luglio cliccando QUI e la relazione sulla baraccopoli di Via Guerra 36 QUI.

Cliccando QUI è invece possibile leggere il Verbale della Giunta Comunale di Asti in cui viene approvato il Piano di Azione Locale per il superamento della baraccopoli di Asti.

Inclusione di rom e sinti. Un incontro dedicato agli assistenti sociali

Gli assistenti sociali, insieme ad altre categorie professionali, hanno un grande impatto nei percorsi di inclusione di rom e sinti.
Per questo, nell’ambito del progetto Reinforcing historical memory of the Porrajmos to combating discrimination (RemAgainstDisc), abbiamo messo a punto un booklet rivolto proprio a questi operatori.

È possibile consultare il booklet in italiano e in inglese.

Il prossimo 22 novembre, dalle 11.00 alle 13.00, presso “Chikù cultura e cibo” (viale della Resistenza, Comparto 12, Napoli, quartiere di Scampia, sede di Chi rom e… Chi no) ci sarà una tavola rotonda che, a partire dai contenuti del booklet, sia di condivisione di prassi, metodologie, riflessioni e contenuti intorno al tema dell’inclusione di rom e sinti.

Nel dettaglio il progetto RemAgainstDisc, finanziato dal programma Citizens, Equality, Rights and Values Programme della Commissione Europea, mira a combattere gli stereotipi e i pregiudizi attraverso la conoscenza della storia, ma anche degli elementi culturali che caratterizzano rom e sinti. È questo il modo in cui è possibile superare le discriminazioni istituzionali verso queste persone. Per questo Associazione 21 Luglio, Sucar Drom, Università di Firenze e Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili hanno lavorato e pubblicato tre toolkit rivolti a insegnanti, assistenti sociali e decisori politici.

Roma: Un piano vicino alle linee guida di Associazione 21 luglio

La Giunta Capitolina, con la delibera n.235 del 07/07/2023 ha recepito la nuova Strategia nazionale di uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti 2021-2030 e ha approvato il Piano d’azione Cittadino per il superamento del “Sistema Campi” 2023-2026.

Nel 2022, l’assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale aveva attivato il percorso partecipativo denominato “In dialogo con la città”, coinvolgendo gli Enti del Terzo Settore nel definire un modello di intervento volto al superamento dei Villaggi attrezzati e all’inclusione delle popolazioni rom e sinti nel territorio di Roma Capitale.

I lavori del tavolo di co-programmazione avevano avuto luogo nel periodo da giugno a novembre dello scorso anno. Organizzati in sei sottogruppi tematici, avevano trattato i seguenti argomenti: antiziganismo e partecipazione, regolarizzazione dei documenti, accesso a un alloggio adeguato, assistenza sanitaria, occupazione e istruzione.

Il Piano d’azione Cittadino approvato lo scorso luglio mira a garantire i diritti fondamentali delle persone che vivono nei “Villaggi attrezzati”, attraverso azioni coerenti con le priorità emerse dai tavoli di co-programmazione. Le azioni del Piano sono strutturate in quattro aree tematiche: contrasto all’antiziganismo e partecipazione; regolarizzazione documentale; accesso all’abitazione, inclusione sociale e promozione della salute; accesso all’istruzione e al lavoro.

L’Amministrazione Capitolina riconosce e si impegna a mantenere il contrasto all’antiziganismo e la promozione della partecipazione di rom e sinti come principi cardine trasversali a ogni area tematica.

Come premessa essenziale per la riuscita degli interventi previsti dal Piano, l’Amministrazione capitolina riconosce la necessità di un lavoro sistemico che preveda il dialogo tra i diversi attori coinvolti, valorizzando anche il contributo della società civile, delle imprese sociali e del Terzo Settore. In tutte le fasi di attuazione del Piano, dalla co-progettazione e realizzazione degli interventi fino al monitoraggio e valutazione degli esiti, l’amministrazione prevede inoltre il coinvolgimento attivo delle comunità rom e sinti, elemento imprescindibile per il superamento del “Sistema campi”.

I principi espressi nel Piano risultano in forte sintonia con le linee guida di superamento degli insediamenti monoetnici che Associazione 21 luglio ha sviluppato e disseminato in Italia nell’ultimo biennio, rappresentando, pertanto, un importante passo in avanti verso la fine della stagione dei “campi rom” romani.

È possibile leggere il Piano d’azione Cittadino cliccando qui.

LabRom: Laboratori sulla “questione rom” in Italia

Dopo quattro anni di assenza causata dall’emergenza pandemica, torna #LABrom, uno spazio formativo in cui, alla luce della nuova Strategia Nazionale, e con un approccio strettamente legato ai diritti dell’infanzia, verrà previsto un aggiornamento sulle politiche locali in relazione al superamento dei campi rom in Italia.
L’evento coinvolgerà enti del terzo settore, dirigenti e funzionariə pubblici, attivistə e amministratrici/amministratori interessatə alla “questione rom e sinta” attraverso incontri territoriali.
Per info e prenotazioni: info@21luglio.org

Precipitato dalla finestra di casa dopo la visita di agenti della Polizia di Stato. Verità per Hasib, il giovane disabile di origine rom

Roma, 12 settembre 2022.  Da circa tre anni la famiglia Omerovic/Sejdovic, di origine rom e di cui fanno parte i genitori e quattro figli, due minori e due disabili adulti, avendo portato a termine con successo un percorso di inclusione sociale, è fuoriuscita dall’insediamento di provenienza per fare ingresso in un’abitazione dell’edilizia residenziale pubblica in zona Primavalle, a Roma. La famiglia si è inserita positivamente nel tessuto sociale del quartiere.

Il 5 agosto 2022 i coniugi Omerovic/Sejdovic hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica nel quale vengono riportati i fatti che sarebbero accaduti nei giorni precedenti: a seguito di un post sui social successivamente cancellato, su Hasib Omerovic, 36 anni, sordomuto dalla nascita e incensurato, scaturiscono vaghe voci relative a sue presunte azioni volte a infastidire alcune giovani del quartiere.

Sempre secondo l’esposto, il 25 luglio scorso, quando nell’appartamento risultano presenti Hasib e la sorella, anche lei disabile, quattro persone in borghese e senza mandato, qualificatesi come agenti della Polizia di Stato, fanno il loro ingresso nell’appartamento. Vengono chiesti i documenti di Hasib, che prontamente li deposita sul tavolo. Secondo quanto appreso da una testimonianza raccolta, sarebbe nata un’improvvisa colluttazione. L’esposto riporta inoltre che, quando gli agenti escono dall’abitazione, il corpo di Hasib giace insanguinato sull’asfalto, dopo essere precipitato dalla finestra della sua camera da un’altezza di circa 8 metri, andando a impattare sul manto di cemento sottostante. All’interno dell’abitazione sarebbero stati in seguito rinvenuti il manico di una scopa spaccato in due e numerose macchie di sangue su vestiti e lenzuola. La porta della camera di Hasib sarebbe risultata sfondata.

Portato in ospedale a causa dei numerosi traumi, il giovane Hasib è da cinquanta giorni in gravissime condizioni.

A seguito dell’esposto l’ipotesi avanzata dal Pubblico Ministero è quella di tentato omicidio.

Lunedì 12 settembre, nel corso di una Conferenza Stampa organizzata presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, alla presenza di Fatima Sejdovic, la madre della vittima, del deputato Riccardo Magi, di Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio e degli avvocati della famiglia Arturo Salerni e Susanna Zorzi, sono stati illustrati i dettagli del tragico evento.

«Voglio conoscere la verità di quanto accaduto in quei drammatici minuti dentro la mia abitazione», ha dichiarato Fatima Sejdovic, «Mio figlio ora è in coma, la vita della mia famiglia irrimediabilmente devastata. Ci siamo dovuti allontanare dalla nostra casa perché abbiamo paura e attendiamo dal Comune di Roma una nuova collocazione. Come madre non cesserò di fare di tutto per conoscere la verità su quanto accaduto a mio figlio e agire di conseguenza».

Secondo il deputato Riccardo Magi, che sul caso ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno: «Di fronte a questa tragedia e alla dinamica ancora non chiarita che la rende ancora più sconvolgente la famiglia di Hasib chiede e merita risposte chiare e in tempi brevi. La madre ha deciso di mostrare l’immagine scioccante del proprio figlio che giace sull’asfalto dopo essere precipitato, nella speranza che l’attenzione pubblica possa aiutarla ad ottenere verità. Le istituzioni democratiche tutte hanno il dovere e insieme il bisogno della stessa verità».

Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio, organizzazione che segue e supporta la famiglia anche sotto il profilo legale ha dichiarato: «Su questa vicenda, dai profili ancora poco chiari, importante sarà che il lavoro della Magistratura faccia il suo corso senza interferenze e pressioni e che le istituzioni democratiche garantiscano alla madre di Hasib il raggiungimento della verità alla quale ha diritto. Su questo, come Associazione 21 luglio, presteremo la massima attenzione».

I partecipanti alla Conferenza Stampa continueranno a sostenere la famiglia Omerovic/Sejdoviic nella ricerca della verità. Associazione 21 luglio sul proprio sito ha lanciato un appello con raccolta firme indirizzate al Capo della Polizia Lamberto Giannini, per chiedere, per quanto è nelle sue competenze, di aiutare per fare luce su quanto accaduto la mattina del 25 luglio nell’appartamento di Primavalle dove viveva Hasib.

 

 

Per informazioni:

Ufficio stampa Associazione 21 luglio: stampa@21luglio.org  cell +393469735316

Campagna di ascolto di Associazione 21 luglio nella baraccopoli romana di via di Salone

Associazione 21 luglio ha da un anno promosso e disseminato un modello di superamento degli insediamenti monoetnici fondato sull’abbandono dell’approccio etnico e l’adozione di strumenti che vedono la partecipazione attiva dei diretti interessati. Tale modello prende spunto da diverse pratiche di progettazione partecipata tra cui la metodologia Romact, programma di sviluppo voluto dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea nel 2013, e le prassi previste dal Community Organizing.
Il modello proposto da Associazione 21 luglio si articola in sei fasi, la prima delle quali prevede la mappatura degli stakeholders, ovvero di tutti quei soggetti, pubblici e privati, che a vario titolo si muovono attorno all’insediamento da superare, e una campagna di ascolto che pone al centro gli abitanti dell’insediamento.
Ascoltare significa rinsaldare le relazioni, per cogliere tra le loro pieghe il potere trasformativo della società. Ascoltare, per individuare potenziali leader, spesso sconosciuti perché soggetti silenti. Ascoltare per incoraggiare i “senza voce” a scoprire, forse per la prima volta nella loro vita, il potere della parola. Ascoltare per far emergere bisogni inespressi, sogni, desideri profondi.
Dietro mandato del Municipio VI, a Roma, è in atto in questi giorni una campagna di ascolto promossa Associazione 21 luglio che, ispirandosi alle metodologie del Community Organizing – pratiche nate nella Chicago degli anni ’30 e sviluppatesi in numerose parti del mondo – si realizza nella baraccopoli romana di via di Salone, costruita nel 2006 e abitata da 340 persone di differenti nazionalità in condizione di forte privazione socio-economica.

Superare i campi rom? Si può fare! Agenda Roma 2021

Superare i campi rom è un obiettivo possibile e concreto. Per farlo sono necessari 4 anni, 6 fasi e 16 azioni da promuovere secondo un preciso cronoprogramma. È questo il contenuto di ‘Agenda Roma 2021’: un piano dettagliato, frutto di una ricerca condotta e redatta da Associazione 21 luglio, indirizzata ai decisori politici della futura amministrazione comunale che dal prossimo autunno si insedierà in Campidoglio. Associazione 21 luglio che da anni dedica impegno alla tutela dei diritti delle comunità rom, ha lavorato allo studio partendo dalle istanze perché ‘chi vive il disagio, conosce la soluzione’.

Fallimentari le politiche ‘speciali’ finalizzate al superamento dei campi, immaginate fino ad ora dalle amministrazioni comunali. Agenda Roma 2021 sarà presentata alla stampa nelle prossime settimane e sottoposta ai candidati sindaco delle prossime comunali perché “L’occasione è storica, a Roma la vergogna dei campi rom può veramente essere archiviata al passato, a vantaggio di tutti” commenta Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio.

foto Daniele Napolitano

I rom dell’area F di Castel Romano chiedono alla Raggi di mantenere le promesse. Associazione 21 luglio: «Evitiamo ennesimo flop del Piano rom».

«Questa mattina sono partite le nostre operazioni di sgombero dell’Area F del campo rom di Castel Romano – aveva dichiarato Virginia Raggi il 25 marzo scorso – Abbiamo avviato una collaborazione con tutte le famiglie che hanno sottoscritto il “Patto di Responsabilità Solidale”: si tratta di un sostegno temporaneo nei confronti di coloro che si impegnano a trovare un regolare lavoro, mandare i propri figli a scuola. Per coloro che hanno fragilità, abbiamo avviato il percorso di assistenza così come avviene per chiunque si trovi nelle stesse condizioni».

Questa mattina gli abitanti dell’Area F di Castel Romano hanno manifestato in Campidoglio per ricordare alla prima cittadina le promesse fatte. Sei famiglie sono state effettivamente collocate in co-housing in case popolari che sono parte della “riserva ERP” a disposizione del Comune di Roma per l’emergenza abitativa. Quattro famiglie sono state invece poste all’interno di “Covid Hotel”. Hanno accettato con fiducia questa sistemazione malgrado la difficoltà. Le famiglie sono state infatti poste in quarantena, pur risultano negative ai test alle quali erano state sottoposte, e smembrate, visto che solo ad una persona adulta, insieme ai bambini, è stato consentito l’ingresso. A tre famiglie non è stata offerta alcuna soluzione e sono in attesa di un appuntamento con le assistenti sociali di riferimento per intraprendere il percorso burocratico con la sottoscrizione del “Patto di Solidarietà”.

La promessa dell’Amministrazione Capitolina è pertanto stata realizzata a metà e oggi le famiglie, al grido di “NESSUNO RESTI INDIETRO!” hanno chiesto all’Amministrazione Comunale di promuovere il percorso di inserimento abitativo che era stato verbalmente garantito. «La nostra richiesta – hanno affermato le famiglie – non si fonda su pretese arbitrarie ma su impegni assunti da parte dei referenti istituzionali e per questo chiediamo che alle parole seguano i fatti».

L’appello delle famiglie è stato consegnato alla presidente della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale, Agnese Catini, presente alla manifestazione.

Associazione 21 luglio si è posta da subito a fianco delle famiglie rom affinché venga garantito il diritto a un alloggio dopo la distruzione dei container dove aveva vissuto per 9 anni. Secondo Carlo Stasolla: «Dopo lo sgombero di Camping River, con 300 persone finite per strada, e quello del Foro Italico, che ha visto una ventina di famiglie scappare dalla furia delle ruspe, non vorremmo assistere all’ennesimo flop del Piano rom della Raggi. Alle famiglie dell’area F è stata fata una promessa, quella di avviare un percorso di inclusione attraverso l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Loro hanno concesso fiducia accettando anche di entrare in Covid Hotel pur non comprendendone la ragione. Vigileremo e lotteremo a fianco delle famiglie fino a quando l’impegno assunto da questa Amministrazione non si traduca in realtà».

Castel Romano: in attesa dello sgombero i primi rom in case popolari. Associazione 21 luglio: «Un precedente importante. Roma imita la giunta leghista di Ferrara»

Roma, 24 marzo 2021 – Secondo l’Ordinanza n.25 del 12 febbraio 2021 a firma di Virginia Raggi, dopo diversi rinvii, per le settanta persone dell’area F del “villaggio” di Castel Romano non restava che lo sgombero imminente come ultima soluzione volta al «ripristino delle condizioni ambientali, igienico sanitarie a tutela della salute pubblica». E invece, accogliendo le proposte lanciate dai residenti e da Associazione 21 luglio, dai giorni scorsi alcune famiglie, per un totale di 15 persone, sono state inserite all’interno di abitazioni dell’edilizia residenziale pubblica. Per altre sono previsti ingressi imminenti.

Secondo le intenzioni del Comune di Roma l’area F di Castel Romano doveva già essere sgomberata il 10 settembre scorso. Per scongiurare tale azione, Associazione 21 luglio, ravvisando un comportamento discriminatorio delle autorità capitoline, si era rivolta alla Commissione Europea e all’Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il 31 agosto gli abitanti dell’insediamento, in una manifestazione organizzata in Campidoglio e supportata da Associazione 21 luglio, hanno presentato pubblicamente la loro proposta in una missiva indirizzata alla sindaca Virginia Raggi: «L’idea – veniva riportato nella lettera – nasce leggendo con attenzione la Memoria di Giunta n.38 da lei firmata il 9 luglio 2020 dove, parlando di noi, prevede per il nostro sostegno all’abitare la misura della “riserva ERP del 15% degli alloggi”. Trenta delle nostre famiglie hanno già fatto domanda di “casa popolare” e questo strumento, già praticato con successo dalla Giunta leghista di Ferrara quando, lo scorso anno, ha dovuto chiudere un campo rom, consentirebbe semplicemente, senza corsie preferenziali e in maniera assolutamente legale di accelerare il nostro accesso negli alloggi dell’edilizia residenziale pubblica. Molte delle famiglie residenti potrebbero così uscire dall’Area F di Castel Romano da subito, entrando, come è nel loro diritto, in una casa popolare».

L’esperienza a cui facevano riferimento i manifestanti era quella praticata nella città di Ferrara quando, nel settembre 2019, l’Amministrazione a guida leghista, dovendo sgomberare lo storico campo rom di via delle Bonifiche, ha requisito appartamenti dell’edilizia residenziale pubblica per trasferire alcune famiglie avvalendosi della “riserva” garantita anche all’Amministrazione estense per le particolari fragilità sociali a rischio sgombero.

La Giunta Raggi, accogliendo la proposta delle famiglie dell’area F e replicando su Roma il modello di intervento praticato a Ferrara, ha quindi optato, come previsto dall’art.13 del Regolamento della Regione Lazio n.2 del 20 settembre 2020, attingendo dalle “riserve ERP” a sua disposizione per iniziare il collocamento delle sole famiglie firmatarie del “Patto” e poste in un’area che sarà presto liberata.

Per Associazione 21 luglio, che auspica che il processo di inserimento nelle case popolari possa interessare tutti i residenti, senza scrematura, si tratta comunque di un precedente di estrema importanza. Secondo il presidente Carlo Stasolla «Il tramonto della stagione dei campi rom a Roma sta diventando una realtà. Con buona pace di quanti, dipendenti comunali e volontari di associazioni, si ritrovano ancorati ai vecchi e costosi modelli dettati da un assurdo Piano rom e un Ufficio Speciale Rom che non trova più la sua ragion d’essere. Quello della vicenda dell’area F di Castel Romano è un fatto straordinario soprattutto per il precedente che crea. A Roma da oggi in poi ogni minaccia di sgombero dovrà scontrarsi con una legittima domanda: “Perché non fare come la giunta leghista di Ferrara o come la Raggi con i rom di Castel Romano? La legge lo consente”. Tutto ciò, grazie all’attivismo e all’impegno mostrato dalle famiglie rom nel proporre dialogo e soluzioni di buon senso che questa Amministrazione ha iniziato a recepire».

Scuola di politica “Confini al Centro”, riparte la seconda edizione: c’è il doppio format tra le novità di quest’anno

Dopo il grande successo della prima edizione di Scuola di politica “Confini al Centro”, Associazione 21 luglio e Università degli studi di Roma “Tor Vergata” sono al lavoro per la seconda edizione che prenderà il via tra poche settimane. Per quest’anno è in programma un nuovo format, ci saranno nuovi ospiti di fama nazionale e verranno affrontate tematiche sempre più interessanti. Il palcoscenico degli incontri sarà, come sempre, il Polo ex Fienile di largo Mengaroni a Tor Bella Monaca che le due realtà gestiscono insieme da anni.

Doppio format per l’anno 2019-2020

Per il prossimo anno, le lezioni di scuola di Politica “Confini al Centro” saranno a cadenza mensile e all’appuntamento sarà dedicata un’intera giornata, la domenica. Dalle ore 10.00 alle 0re 16.00 si svolgeranno lezioni frontali tematiche, laboratori e dibattiti. «L’esigenza di individuare una giornata libera dagli impegni lavorativi nasce a seguito della grande richiesta presentata dagli iscritti a seguito di un sondaggio somministrato a tutti i partecipanti del corso così da offrire maggiori possibilità di partecipazione» hanno spiegato gli ideatori del progetto. Non solo, la grande novità di quest’anno consiste nel doppio format. Già perché oltre la lezione tematica della domenica, ci saranno anche altri appuntamenti nei giorni feriali che vedranno, al Polo ex Fienile di Tor Bella Monaca, ospiti illustri (scrittori, politici, intellettuali) dialogare con un giornalista su temi caldi del dibattito pubblico.

Oltre 100 le presenze della prima edizione

In otto mesi, la scuola ha visto la partecipazione di oltre 100 iscritti provenienti da ogni parte di Roma e la presenza di ospiti del calibro di Emma Bonino, Luigi Manconi, Riccardo Magi, Nicola Zamperini, Maura Cangitano, Renato Curcio, Marco Dotti, Mao Valpiana, Christian Raimo, Andrea Palladino, Chiara Favilli, Antonio Marchesi, Emilia Rossi, Patrizio Gonnella. Alle lezioni si sono intervallate presentazione di libri e riviste: tra gli ospiti Matteo Orfini, Giovanni Caudo, Valter Tocci, Giuliano Santoro, Valerio Renzi, Michele Grimaldi.   LE FOTO

Per aggiornamenti la pagina FB: https://www.facebook.com/Scuola-di-politica-Confini-al-Centro

 

 

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