Precipitato dalla finestra di casa dopo la visita di agenti della Polizia di Stato. Verità per Hasib, il giovane disabile di origine rom

Roma, 12 settembre 2022.  Da circa tre anni la famiglia Omerovic/Sejdovic, di origine rom e di cui fanno parte i genitori e quattro figli, due minori e due disabili adulti, avendo portato a termine con successo un percorso di inclusione sociale, è fuoriuscita dall’insediamento di provenienza per fare ingresso in un’abitazione dell’edilizia residenziale pubblica in zona Primavalle, a Roma. La famiglia si è inserita positivamente nel tessuto sociale del quartiere.

Il 5 agosto 2022 i coniugi Omerovic/Sejdovic hanno depositato un esposto alla Procura della Repubblica nel quale vengono riportati i fatti che sarebbero accaduti nei giorni precedenti: a seguito di un post sui social successivamente cancellato, su Hasib Omerovic, 36 anni, sordomuto dalla nascita e incensurato, scaturiscono vaghe voci relative a sue presunte azioni volte a infastidire alcune giovani del quartiere.

Sempre secondo l’esposto, il 25 luglio scorso, quando nell’appartamento risultano presenti Hasib e la sorella, anche lei disabile, quattro persone in borghese e senza mandato, qualificatesi come agenti della Polizia di Stato, fanno il loro ingresso nell’appartamento. Vengono chiesti i documenti di Hasib, che prontamente li deposita sul tavolo. Secondo quanto appreso da una testimonianza raccolta, sarebbe nata un’improvvisa colluttazione. L’esposto riporta inoltre che, quando gli agenti escono dall’abitazione, il corpo di Hasib giace insanguinato sull’asfalto, dopo essere precipitato dalla finestra della sua camera da un’altezza di circa 8 metri, andando a impattare sul manto di cemento sottostante. All’interno dell’abitazione sarebbero stati in seguito rinvenuti il manico di una scopa spaccato in due e numerose macchie di sangue su vestiti e lenzuola. La porta della camera di Hasib sarebbe risultata sfondata.

Portato in ospedale a causa dei numerosi traumi, il giovane Hasib è da cinquanta giorni in gravissime condizioni.

A seguito dell’esposto l’ipotesi avanzata dal Pubblico Ministero è quella di tentato omicidio.

Lunedì 12 settembre, nel corso di una Conferenza Stampa organizzata presso la Sala stampa della Camera dei Deputati, alla presenza di Fatima Sejdovic, la madre della vittima, del deputato Riccardo Magi, di Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio e degli avvocati della famiglia Arturo Salerni e Susanna Zorzi, sono stati illustrati i dettagli del tragico evento.

«Voglio conoscere la verità di quanto accaduto in quei drammatici minuti dentro la mia abitazione», ha dichiarato Fatima Sejdovic, «Mio figlio ora è in coma, la vita della mia famiglia irrimediabilmente devastata. Ci siamo dovuti allontanare dalla nostra casa perché abbiamo paura e attendiamo dal Comune di Roma una nuova collocazione. Come madre non cesserò di fare di tutto per conoscere la verità su quanto accaduto a mio figlio e agire di conseguenza».

Secondo il deputato Riccardo Magi, che sul caso ha presentato un’interrogazione al Ministero dell’Interno: «Di fronte a questa tragedia e alla dinamica ancora non chiarita che la rende ancora più sconvolgente la famiglia di Hasib chiede e merita risposte chiare e in tempi brevi. La madre ha deciso di mostrare l’immagine scioccante del proprio figlio che giace sull’asfalto dopo essere precipitato, nella speranza che l’attenzione pubblica possa aiutarla ad ottenere verità. Le istituzioni democratiche tutte hanno il dovere e insieme il bisogno della stessa verità».

Carlo Stasolla, portavoce di Associazione 21 luglio, organizzazione che segue e supporta la famiglia anche sotto il profilo legale ha dichiarato: «Su questa vicenda, dai profili ancora poco chiari, importante sarà che il lavoro della Magistratura faccia il suo corso senza interferenze e pressioni e che le istituzioni democratiche garantiscano alla madre di Hasib il raggiungimento della verità alla quale ha diritto. Su questo, come Associazione 21 luglio, presteremo la massima attenzione».

I partecipanti alla Conferenza Stampa continueranno a sostenere la famiglia Omerovic/Sejdoviic nella ricerca della verità. Associazione 21 luglio sul proprio sito ha lanciato un appello con raccolta firme indirizzate al Capo della Polizia Lamberto Giannini, per chiedere, per quanto è nelle sue competenze, di aiutare per fare luce su quanto accaduto la mattina del 25 luglio nell’appartamento di Primavalle dove viveva Hasib.

 

 

Per informazioni:

Ufficio stampa Associazione 21 luglio: stampa@21luglio.org  cell +393469735316

Roma, nun fa' la stupida: #DiscriminareCosta

Banner-sito_defAppello on line al sindaco di Roma Ignazio Marino per chiedergli di bloccare il progetto di costruzione del nuovo “campo rom” in via della Cesarina. Costruire un nuovo “campo rom” è una decisione economicamente insostenibile (la spesa stimata per la realizzazione di questo progetto è di circa 2 milioni di euro) e per di più discriminatoria, dato che questi luoghi sono dei ghetti dove i diritti umani delle persone non sono garantiti. SCRIVI AL SINDACO

Inclusione per le comunità rom e sinte in Italia

foto Andrea Sermoneta

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All’interno della campagna “Stop all’apartheid dei Rom!” l’Associazione 21 luglio lancia un appello nazionale con raccolta firme per chiedere a otto Presidenti di Regione di abrogare le Leggi regionali che istituiscono i “campi nomadi” e promuovere politiche in favore dell’inclusione sociale di rom e sinti.
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Stop all'apartheid dei Rom!

All’interno della campagna “STOP ALL’APARTHEID DEI ROM!” l’Associazione 21 luglio ha lanciato il 1° ottobre 2012 un appello con raccolta di firme nel quale è stato chiesto agli amministratori locali e nazionali la sospensione di ogni politica volta a reiterare la costruzione e la gestione dei “mega campi nomadi”.

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"Non sgomberate i miei diritti"

In un appello con raccolta firme lanciato nel 2011, l’Associazione 21 luglio ha chiesto al sindaco di Roma on. Gianni Alemanno e al Commissario straordinario per l’emergenza nomadi a Roma, dott. Giuseppe Pecoraro, di porre fine alla pratica degli sgomberi illegali e che adeguate sistemazioni alternative, accesso all’istruzione e altre forme di sostegno essenziali, vengano garantite alle famiglie dei minori rom coinvolte. All’appello hanno aderito 1.000 firmatari.

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Il diritto all'alloggio non si sgombera!

L’Associazione 21 luglio ha lanciato a marzo 2012 un appello con raccolta firme per chiedere al sindaco di Roma Gianni Alemanno la sospensione di ogni sgombero che interessa le comunità rom e sinte che non sia accompagnato da un serio e concreto sforzo di accoglienza alternativa per i gruppi familiari. All’appello hanno aderito 2.000 firmatari, tra i quali i premi Nobel Rita Levi Montalcini e Dario Fo, Erri De Luca, Moni Ovadia, Margherita Hack, Susanna Tamaro e Ascanio Celestini.
 

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