Campagna di ascolto di Associazione 21 luglio nella baraccopoli romana di via di Salone
Associazione 21 luglio ha da un anno promosso e disseminato un modello di superamento degli insediamenti monoetnici fondato sull’abbandono dell’approccio etnico e l’adozione di strumenti che vedono la partecipazione attiva dei diretti interessati. Tale modello prende spunto da diverse pratiche di progettazione partecipata tra cui la metodologia Romact, programma di sviluppo voluto dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea nel 2013, e le prassi previste dal Community Organizing.
Il modello proposto da Associazione 21 luglio si articola in sei fasi, la prima delle quali prevede la mappatura degli stakeholders, ovvero di tutti quei soggetti, pubblici e privati, che a vario titolo si muovono attorno all’insediamento da superare, e una campagna di ascolto che pone al centro gli abitanti dell’insediamento.
Ascoltare significa rinsaldare le relazioni, per cogliere tra le loro pieghe il potere trasformativo della società. Ascoltare, per individuare potenziali leader, spesso sconosciuti perché soggetti silenti. Ascoltare per incoraggiare i “senza voce” a scoprire, forse per la prima volta nella loro vita, il potere della parola. Ascoltare per far emergere bisogni inespressi, sogni, desideri profondi.
Dietro mandato del Municipio VI, a Roma, è in atto in questi giorni una campagna di ascolto promossa Associazione 21 luglio che, ispirandosi alle metodologie del Community Organizing – pratiche nate nella Chicago degli anni ’30 e sviluppatesi in numerose parti del mondo – si realizza nella baraccopoli romana di via di Salone, costruita nel 2006 e abitata da 340 persone di differenti nazionalità in condizione di forte privazione socio-economica.