Giorno della Memoria: anche oggi in atto la segregazione dei rom
[tfg_social_share]Respingere, escludere, concentrare: queste le parole d’ordine utilizzate per dare una risposta alla “piaga” di rom e sinti, in Italia e in Europa, ai tempi delle persecuzioni nazifasciste. Oggi, seppur attraverso forme evidentemente differenti, l’esclusione sociale forzata e la segregazione etnica continuano a vivere nelle politiche che si attuano nel nostro Paese verso tali comunità.
In occasione della Giornata della Memoria, che si celebra oggi per commemorare tutte le vittime dello sterminio nazifascista, l’Associazione 21 luglio sottolinea come la funzione essenziale di questa ricorrenza debba essere quella di ricordarci costantemente il necessario compito di vigilare sugli abusi e sulle discriminazioni odierne.
Tra i 500 mila e il milione e mezzo di rom e sinti, secondo lo studioso Ian Hancock dell’Università del Texas, furono sterminati nei campi di concentramento nazisti.
L’arresto, il concentramento e il rastrellamento dei rom e sinti, italiani e stranieri, furono pratiche diffuse anche in Italia, dove furono creati campi di concentramento riservati agli “zingari”, considerati una minaccia per la sicurezza del Paese e per l’igiene pubblica.
«L’esclusione forzata dei rom e sinti e la loro segregazione su base etnica, seppur attraverso forme completamente differenti rispetto a quanto accaduto al tempo delle persecuzioni nazifasciste, sono purtroppo realtà ancora vive – afferma l’Associazione 21 luglio -. In molte città italiane politiche locali basate sui cosiddetti “campi nomadi” e sugli sgomberi forzati rappresentano le espressioni del rifiuto e della esclusione che continua a colpire, a distanza di 70 anni, le comunità rom e sinte».
«Con il “campo nomadi” si è materializzata la trentennale politica sicuritaria che disegna spazi chiusi in cui concentrare ed escludere, su base etnica, uomini, donne e bambini rom e sinti – sostiene l’Associazione 21 luglio -. Si tratta di luoghi isolati e sovraffollati, che non offrono nessuna prospettiva di inclusione sociale e dove le persone, in particolar modo i minori, vivono in condizioni igieniche e di sicurezza allarmanti e vedono i loro diritti umani fondamentali costantemente violati».
L’Associazione 21 luglio auspica quindi che le amministrazioni locali italiane, dando immediata attuazione a quanto previsto dalla Strategia nazionale di Inclusione di Rom, Sinti e Caminanti, tramutino le attuali politiche di esclusione e marginalizzazione rivolte a rom e sinti in reali ed efficaci percorsi di inclusione sociale, a partire dal superamento dei “campi”.
Di questo si è parlato anche ieri, a Roma, in occasione dell’evento “Samudaripen”, organizzato da Associazione 21 luglio e Sucar Drom nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria e al quale le autorità locali invitate hanno declinato l’invito.
«Preoccupante, ancora una volta, l’assenza delle istituzioni di Roma Capitale a iniziative che mirano, a partire dalla memoria, alla creazione di un dialogo e all’individuazione di soluzioni condivise», sottolinea l’Associazione 21 luglio.