Best House Rom: esposto all'Autorità Nazionale Anticorruzione
L’Associazione 21 luglio ha presentato un esposto all’Autorità Nazionale Anticorruzione, guidata dal presidente Raffaele Cantone, per accertare la trasparenza degli atti che hanno portato all’apertura e al funzionamento del Centro di raccolta rom “Best House Rom”, situato a Roma in via Visso 12.
Il centro, classificato dall’Agenzia del territorio come struttura riservata per deposito di merci, è gestito dalla Cooperativa Inopera, nata alla fine del 2008.
Il 6 luglio 2012, con una determinazione dirigenziale a firma di Angelo Scozzafava, ex direttore del Dipartimento Promozione delle Politiche Sociali e della Salute di Roma Capitale, oggi indagato per associazione di tipo mafioso e corruzione aggravata, il Comune di Roma, con affidamento diretto, ha assegnato alla Cooperativa il servizio di accoglienza dei rom sgomberati dall’insediamento di via del Baiardo e di Castel Romano.
Il 16 dicembre 2013, con una nuova determinazione dirigenziale, l’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale ha disposto un ampliamento dell’accoglienza per consentire l’ingresso dei 150 rom sgomberati dal «villaggio attrezzato» di via della Cesarina.
I locali del “Best House Rom”, dove in questi anni sono stati accolti giornalmente circa 300 rom – tra cui 160 minori – oltre a non garantire la metratura minima prevista dalla legge, non sono dotati di finestre o punti luce dai quali possano filtrare l’aria e la luce naturale.
Il 12 novembre 2014 la senatrice Manuela Serra, membro della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato, dopo aver visitato la struttura aveva dichiarato alla stampa: «Qui mancano i diritti umani, è un anno che ci occupiamo di campi rom, e non ho mai visto niente del genere. Qui le persone sono terrorizzate dal parlare con l’esterno».
Nonostante il “Best House Rom” non rispetti i requisiti strutturali e organizzativi previsti dalla normativa regionale che regola l’apertura e il funzionamento delle strutture socio-assistenziali nella Regione Lazio, la struttura continua ad accogliere famiglie rom con costi elevatissimi. Nel 2014 la gestione del Centro è costata all’Amministrazione Comunale una cifra stimata superiore ai 3 milioni di euro.
«Alla luce della documentazione allegata all’esposto – afferma l’Associazione 21 luglio – spetterà all’Ufficio diretto da Raffaele Cantone stabilire se procedere con un’attività di vigilanza sul “Best House Rom”, una struttura priva delle adeguate autorizzazioni, dal costo economico apparentemente spropositato per il servizio offerto, in cui sono violati sistematicamente i diritti umani delle donne, degli uomini e dei bambini rom che vi vivono».