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ACCOGLIAMOCI. Per una Capitale senza ghetti né ruspe

ACCOGLIAMOCI
PER UNA CAPITALE SENZA GHETTI NÉ RUSPE

Presentazione delle delibere di iniziativa popolare
per il superamento dei campi rom e la riforma dell’accoglienza ai rifugiati a partire da Roma

Sabato 13 giugno, ore 11.00, Campidoglio – Sala della Piccola Protomoteca

Intervengono:

Emma BONINO, Partito Radicale
Luigi MANCONI, presidente della Commissione diritti umani del Senato e di A Buon Diritto
Riccardo MAGI, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma
Carlo STASOLLA, presidente dell’Associazione 21 Luglio
Patrizio GONNELLA, portavoce della Cild – Coalizione italiana Libertà e Diritti civili
Claudio GRAZIANO, responsabile immigrazione di Arci Roma
Salvatore FACHILE, Asgi – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
Giuseppe CIVATI, E’ Possibile
Rita BERNARDINI, segretaria di Radicali Italiani

Introduce e modera
Alessandro CAPRICCIOLI, segretario di Radicali Roma

Accogliamoci è un’iniziativa di:
Radicali Roma, A Buon Diritto, Arci Roma, Asgi, Associazione 21 Luglio, Cild, E’ Possibile, Un Ponte Per, ZaLab

I giornalisti interessati sono pregati di inviare una email a info@accogliamoci.it entro le ore 20 di venerdì 12 giugno.

L’accesso per la stampa alla Piccola Protomoteca è previsto dal Portico del Vignola.

Per info: Alice Gussoni 347 449 17 24

Tribunale condanna Comune Roma: campi rom discriminano

Il 30 maggio 2015, con ordinanza della seconda sezione del Tribunale Civile di Roma, il Giudice ha riconosciuto «il carattere discriminatorio di natura indiretta della complessiva condotta di Roma Capitale […] che si concretizza nell’assegnazione degli alloggi del villaggio attrezzato La Barbuta», ordinando di conseguenza al Comune di Roma «la cessazione della suddetta condotta nel suo complesso, quale descritta in motivazione, e la rimozione dei relativi effetti».
In riferimento al «villaggio attrezzato» La Barbuta, realizzato nel 2012 dall’Amministrazione capitolina, nell’aprile dello stesso anno l’Associazione 21 luglio e l’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) avevano promosso un’azione legale contro il Comune di Roma attraverso il sostegno dell’Open Society Foundations e il supporto di Amnesty International e del Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC).
Accolta pienamente la tesi espressa nel ricorso dalle due organizzazioni che hanno sostenuto come il “villaggio” La Barbuta debba considerarsi discriminatorio e quindi illegittimo – già per il solo fatto di rappresentare una soluzione abitativa di grandi dimensioni rivolta a un gruppo etnico specifico e comunque priva dei caratteri tipici di un’azione positiva.
«Deve infatti intendersi discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia, tanto più se realizzata, come nel caso dell’insediamento sito in località La Barbuta, in modo da ostacolare l’effettiva convivenza con la popolazione locale, l’accesso in condizione di reale parità ai servizi scolastici e socio-sanitari e situato in uno spazio dove è posta a serio rischio la salute delle persone ospitate al suo interno».
L’ 8 agosto 2012, pronunciandosi sull’istanza cautelare, il Tribunale di Roma aveva ritenuto che le circostanze esposte dalle due organizzazioni «concorrano nel rendere verosimile il carattere discriminatorio delle attività di assegnazione degli alloggi presso il campo denominato Nuova Barbuta». Il Tribunale di Roma, accogliendo la richiesta presentata dall’Associazione 21 luglio e dall’ASGI aveva pertanto ordinato «la sospensione delle procedure di assegnazione degli alloggi all’interno del villaggio attrezzato Nuova Barbuta fino alla definizione del procedimento sommario di cognizione».
Il 13 settembre 2012 lo stesso Tribunale, in diversa composizione, accogliendo il reclamo del Comune di Roma, aveva annullato la precedente sospensiva, consentendo così il trasferimento delle comunità rom forzatamente sgomberate nel nuovo insediamento.
Il 30 maggio 2015 il Tribunale Civile di Roma, definendo in primo grado il procedimento promosso da Associazione 21 luglio e ASGI ha riconosciuto le ragioni delle due organizzazioni e ha confermato, per la prima volta in Europa, il carattere discriminatorio di un “campo nomadi”, luogo ormai riconosciuto, anche a livello internazionale, come spazio di segregazione e di discriminazione su base etnica.
«Con una sentenza di grande pregio il Tribunale di Roma ha confermato l’illegittimità delle politiche abitative adottate dal governo centrale e da alcune amministrazioni locali nei confronti dei cittadini rom, riaffermando la necessità di superare non solo i “campi” ma anche qualsiasi altra politica abitativa finalizzata alla marginalizzazione e ghettizzazione del popolo rom» afferma l’ASGI.
Secondo l’Associazione 21 luglio «la sentenza rappresenta uno spartiacque decisivo, oltre il quale ogni azione del Comune di Roma deve indirizzarsi verso il definitivo superamento dei “campi” della Capitale». I “campi nomadi” vanno superati, «da oggi – aggiunge l’associazione – deve porsi fine all’immobilismo che ha caratterizzato sino ad ora l’Amministrazione Capitolina. In assenza di una repentina azione ci riserviamo ulteriori interventi per dare effetto immediato alla sentenza».

Campi rom discriminatori: Tribunale condanna Comune di Roma

Il 30 maggio 2015, con ordinanza della seconda sezione del Tribunale Civile di Roma, il Giudice ha riconosciuto «il carattere discriminatorio di natura indiretta della complessiva condotta di Roma Capitale […] che si concretizza nell’assegnazione degli alloggi del villaggio attrezzato La Barbuta», ordinando di conseguenza al Comune di Roma «la cessazione della suddetta condotta nel suo complesso, quale descritta in motivazione, e la rimozione dei relativi effetti».
In riferimento al «villaggio attrezzato» La Barbuta, realizzato nel 2012 dall’Amministrazione capitolina, nell’aprile dello stesso anno l’Associazione 21 luglio e l’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione) avevano promosso un’azione legale contro il Comune di Roma attraverso il sostegno dell’Open Society Foundations e il supporto di Amnesty International e del Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC).
Accolta pienamente la tesi espressa nel ricorso dalle due organizzazioni che hanno sostenuto come il “villaggio” La Barbuta debba considerarsi discriminatorio e quindi illegittimo – già per il solo fatto di rappresentare una soluzione abitativa di grandi dimensioni rivolta a un gruppo etnico specifico e comunque priva dei caratteri tipici di un’azione positiva.
«Deve infatti intendersi discriminatoria qualsiasi soluzione abitativa di grandi dimensioni diretta esclusivamente a persone appartenenti a una stessa etnia, tanto più se realizzata, come nel caso dell’insediamento sito in località La Barbuta, in modo da ostacolare l’effettiva convivenza con la popolazione locale, l’accesso in condizione di reale parità ai servizi scolastici e socio-sanitari e situato in uno spazio dove è posta a serio rischio la salute delle persone ospitate al suo interno».
L’ 8 agosto 2012, pronunciandosi sull’istanza cautelare, il Tribunale di Roma aveva ritenuto che le circostanze esposte dalle due organizzazioni «concorrano nel rendere verosimile il carattere discriminatorio delle attività di assegnazione degli alloggi presso il campo denominato Nuova Barbuta». Il Tribunale di Roma, accogliendo la richiesta presentata dall’Associazione 21 luglio e dall’ASGI aveva pertanto ordinato «la sospensione delle procedure di assegnazione degli alloggi all’interno del villaggio attrezzato Nuova Barbuta fino alla definizione del procedimento sommario di cognizione».
Il 13 settembre 2012 lo stesso Tribunale, in diversa composizione, accogliendo il reclamo del Comune di Roma, aveva annullato la precedente sospensiva, consentendo così il trasferimento delle comunità rom forzatamente sgomberate nel nuovo insediamento.
Il 30 maggio 2015 il Tribunale Civile di Roma, definendo in primo grado il procedimento promosso da Associazione 21 luglio e ASGI ha riconosciuto le ragioni delle due organizzazioni e ha confermato, per la prima volta in Europa, il carattere discriminatorio di un “campo nomadi”, luogo ormai riconosciuto, anche a livello internazionale, come spazio di segregazione e di discriminazione su base etnica.
«Con una sentenza di grande pregio il Tribunale di Roma ha confermato l’illegittimità delle politiche abitative adottate dal governo centrale e da alcune amministrazioni locali nei confronti dei cittadini rom, riaffermando la necessità di superare non solo i “campi” ma anche qualsiasi altra politica abitativa finalizzata alla marginalizzazione e ghettizzazione del popolo rom» afferma l’ASGI.
Secondo l’Associazione 21 luglio «la sentenza rappresenta uno spartiacque decisivo, oltre il quale ogni azione del Comune di Roma deve indirizzarsi verso il definitivo superamento dei “campi” della Capitale». I “campi nomadi” vanno superati, «da oggi – aggiunge l’associazione – deve porsi fine all’immobilismo che ha caratterizzato sino ad ora l’Amministrazione Capitolina. In assenza di una repentina azione ci riserviamo ulteriori interventi per dare effetto immediato alla sentenza».

Torino, sgombero Lungo Stura: lettera al prefetto

In seguito allo sgombero forzato di 26 famiglie rom, lo scorso febbraio, dall’insediamento informale Lungo Stura Lazio a Torino, Associazione 21 luglio, ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e l’Ufficio Pastorale Migranti hanno scritto una lettera congiunta al Prefetto del capoluogo piemontese Paola Basilone per chiedere chiarimenti sulle violazioni di diritti umani che si sarebbero configurate ai danni delle persone rom che vivono nell’area.
Lo sgombero, avvenuto la mattina del 26 febbraio, era già stato duramente condannato dall’Associazione 21 luglio, in quanto realizzato in violazione delle garanzie procedurali previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite. Pochi giorni prima dello sgombero, l’Associazione 21 luglio aveva messo al corrente le autorità torinesi sul fatto che, così come pianificato, lo sgombero a Lungo Stura Lazio avrebbe comportato inevitabili violazioni dei diritti umani degli uomini, delle donne e dei bambini coinvolti.
Nei giorni scorsi, sulla vicenda, è intervenuta la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo la quale, accogliendo un ricorso di cinque famiglie, ha bloccato fino al 26 marzo il prosieguo delle operazioni di sgombero e ha ordinato al governo italiano di fornire informazioni sulle soluzioni alloggiative alternative offerte alle persone coinvolte dallo sgombero.
Nella lettera al prefetto, Associazione 21 luglio, ASGI e l’Ufficio Pastorale Migranti di Torino hanno chiesto di fatto un confronto sui presupposti legali e sulle modalità operative con le quali lo sgombero è stato realizzato e se siano state pienamente rispettate le garanzie previste dalla normativa internazionale.
Nella missiva vengono inoltre chieste delucidazioni sui criteri attraverso i quali gli abitanti dell’insediamento di Lungo Stura Lazio sono stati selezionati o esclusi dal progetto “La città possibile”, promosso dal Comune di Torino per realizzare percorsi di integrazione e cittadinanza per circa mille persone, nonché sulle forme di assistenza previste per i beneficiari e, soprattutto, se alla fine del progetto le famiglie inserite nei percorsi di accompagnamento sociale continueranno a essere seguite.
«La nostra preoccupazione – scrivono Associazione 21 luglio, ASGI e l’Ufficio Pastorale Migranti – è che allo scadere del progetto queste famiglie possano perdere il diritto all’abitazione e gli sforzi fatti dall’Amministrazione e dalle Associazioni coinvolte per garantire l’uscita dai campi vengano ancora una volta vanificati».

Casa editrice condannata per pubblicazione che discrimina i rom

Il Tribunale Civile di Roma ha condannato la casa editrice Simone per condotta discriminatoria nei confronti di rom e sinti, ordinando il ritiro dal mercato di una pubblicazione, rivolta ai partecipanti al concorso di abilitazione per l’esercizio della professione di avvocato, in cui tali comunità vengono automaticamente associate alla commissione di reati.
Lo rendono noto Associazione 21 luglio e ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) che a giugno 2012 avevano presentato un’azione civile congiunta contro la casa editrice, supportando la causa avanzata da D.S., una donna rom che si è sentita lesa nella sua dignità personale in quanto appartenente alla comunità criminalizzata.
Il volume in oggetto, pubblicato dal Gruppo Editoriale Simone nel 2011, contiene una raccolta di pareri motivati di diritto penale destinati alla preparazione dell’esame di avvocato. Per spiegare il reato previsto dall’articolo 712 del codice penale (“Acquisto di cose di sospetta provenienza”) l’autore della pubblicazione analizza le circostanze che debbono far sorgere nel soggetto che acquista o riceve il sospetto che la cosa provenga da reato indicando, in particolare, l’acquisto da “un mendicante, da uno zingaro o da un noto pregiudicato”.
Secondo Associazione 21 luglio e ASGI l’esempio usato dall’autore veicola un messaggio gravemente lesivo della dignità e della reputazione di tutta la comunità rom e sinta in quanto porta a dedurre che l’acquisto o la ricezione di un bene da uno zingaro debba necessariamente far sorgere in capo a chi acquista o riceve il sospetto dell’illecita provenienza del bene.
«Associare il termine zingaro alla commissione di reati contro il patrimonio, di fatto diffonde uno stereotipo negativo, oltre che un preconcetto razziale privo di fondamento, secondo il quale i rom sono delinquenti per il solo fatto di essere rom, stigmatizzando così negativamente l’intera comunità rom e sinta con evidente pregiudizio per la vita sociale degli appartenenti ad essa», spiegano Associazione 21 luglio e ASGI.
Con la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale Civile di Roma, il giudice ha accolto la richiesta di dichiarare discriminatorio il riferimento agli zingari e ha ordinato al Gruppo Editoriale Simone e all’autore della pubblicazione «di cessare il comportamento discriminatorio, provvedendo al ritiro dal mercato della pubblicazione o di successive edizioni recanti il medesimo contenuto e, in caso di pubblicazioni successive, alla eliminazione dell’espressione “quando la cosa, nonostante il suo notevole valore, sia offerta in vendita da uno zingaro” nella trattazione delle circostanze della provenienza delittuosa del bene quale elemento costitutivo del reato di cui all’art. 712 c.p.”».
Il Tribunale ha inoltre condannato la casa editrice a un risarcimento economico di 1000 euro nei confronti di D.S., la donna rom che ha introdotto la causa civile.
Associazione 21 luglio e ASGI accolgono con favore la sentenza del Tribunale Civile di Roma e si dicono convinte che azioni di simile portata possano contribuire a scoraggiare il reiterarsi di quegli atteggiamenti – in alcuni casi inconsapevoli, ma purtroppo ben radicati nella coscienza collettiva – che hanno come conseguenza quella di discriminare gli appartenenti alla comunità rom e sinta arrecando un grave danno alla loro dignità personale e alimentando stereotipi e pregiudizi nei loro confronti.

Buonanno rom

«I rom sono la feccia della società». Esposto in procura contro Buonanno

«I rom sono la feccia della società». In seguito alle dichiarazioni di Gianluca Buonanno, eurodeputato della Lega Nord, nel corso della trasmissione Piazza Pulita andata in onda lunedì 2 marzo in prima serata su LA7, l’Associazione 21 luglio, nell’ambito del suo Osservatorio nazionale sui discorsi d’odio verso rom e sinti, si è attivata per redigere e presentare in brevissimo tempo un esposto in Procura nei confronti dell’eurodeputato.
La frase contro i rom è stata pronunciata da Buonanno, e ripetuta più volte, all’interno di un dibattito in studio al quale ha preso parte anche Djana Pavlovic, attivista rom candidata alle scorse elezioni europee con la lista “L’altra Europa con Tsipras”.
«La gente non può andare in giro che gli rubano la roba. È vero o no che ci sono un sacco di rom e zingari che sono dei ladri e farabutti?», ha urlato l’eurodeputato che ha quindi tacciato più volte l’intera comunità rom di essere «la feccia della società».
Oltre ad aver provocato la reazione indignata di Djana Pavlovic, la frase di Buonanno è stata seguita dalla presa di distanze del conduttore di Piazza Pulita Corrado Formigli. «Posso dire che un applauso a chi dice che gli zingari sono la feccia della società è un applauso di cui io mi vergogno per questo pubblico? – ha detto Formigli – Se il pubblico, se le persone di questo studio si sentono offese per quello che detto possono non presentarsi la prossima volta alla puntata: non c’è problema ma trovo che ci sia un limite a tutto nella polemica e nelle discussione. Non mi piace un applauso su una frase del genere, mi dispiace».
Gianluca Buonanno, infine, ha respinto l’invito del conduttore a scusarsi per la frase pronunciata.

Regolarizzazioni, residenza e superamento dei campi rom

Venerdì 13 febbraio 2015 – presso SpazioQuattro, in via Saccarelli 18, Torino, a partire dalle ore 17 – l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI), la Cooperativa Animazione Valdocco, Zalab e l’Associazione 21 luglio organizzano l’evento “Regolarizzazioni, residenza e superamento dei campi rom”.
Il programma
ore 17: Introduzione musicale con “Porumbeii de aur
ore 17.30: Proiezione del documentario “Container 158”. La vita nel campo rom più grande d’Europa. Di Stefano Liberti ed Enrico Parenti
ore 18.30: La condizione sociale e giuridica dei rom in Italia- Carlo Stasolla, Associazione 21 luglio
ore 19: Incontro/dibattito “Regolarizzazioni e residenza nel percorso di superamento dei campi rom”, a cura di ASGI e Cooperativa Animazione Valdocco
ore 20: Chiusura musicale con “Porumbeii de aur
SCARICA LA LOCANDINA
 

Verso le elezioni europee: Campagna per i diritti, contro la xenofobia

Mercoledì 14 maggio alle ore 10.00 presso la Sala Fandango, Palazzo Incontro – via dei Prefetti 22, Roma – si terrà la conferenza conclusiva della Campagna “Per i diritti, contro la xenofobia”, promossa dalle associazioni AntigoneLunaria21 luglio, in collaborazione con ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione.
La Campagna è stata condotta con l’obiettivo di portare i diritti di migrantidetenuti e rom al centro del dibattito per le prossime Elezioni Europee 2014.
Accanto alla realizzazione dell’Agenda dei diritti umani in Europa, un vademecum a garanzia dei diritti di migranti, rom e detenuti, rivolto ai candidati italiani alle elezioni del Parlamento europeo, il progetto ha dato vita a un Osservatorio sui discorsi di odio nei confronti dei migranti al fine di monitorare, segnalare e denunciare, in collaborazione con ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – dichiarazioni di incitamento all’odio o forme discriminatorie veicolate attraverso il discorso pubblico politico; una campagna di informazione sul diritto di voto dei detenutivideointerviste sui contenuti dell’Agenda ai candidati italiani al Parlamento europeo; una campagna video per dare voce e risonanza alle istanze di rom, migranti e detenuti.
Durante la conferenza stampa saranno illustrate le attività svolte e presentati gli obiettivi raggiunti. Sono stati invitati a partecipare tutti i candidati e le candidate al Parlamento europeo che hanno aderito ai contenuti dell’ Agenda dei diritti umani in Europa.
La Campagna per i diritti contro la xenofobia è stata realizzata grazie al sostegno di Open Society Foundations | Sito web dedicato: http://campagnaperidiritti.eu
Info e contatti:
Lunaria: Serena Chiodo – E-mail: antirazzismo@lunaria.org | Tel. 068841880 | www.lunaria.org
Antigone: Andrea Oleandri – E-mail: ufficiostampa@associazioneantigone.it | Tel. 3395799057 – 064511304 | www.associazioneantigone.it
Associazione 21 luglio: Danilo Giannese – E-mail: stampa@21luglio.org | Tel. 3884867611 – 0664815620 | www.21luglio.org

Elezioni europee: Campagna sui diritti di rom, migranti e detenuti

elezioni europee[tfg_social_share]Venerdì 28 marzo alle ore 11 presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana – corso Vittorio Emanuele II 349, Roma – le associazioni Antigone, Lunaria e 21 luglio presentano l’Agenda dei diritti umani in Europa, un vademecum sui diritti di migranti, detenuti e rom che sarà sottoposto ai candidati italiani alle elezioni del Parlamento europeo del 25 maggio prossimo.
L’Agenda è solo la prima tappa della Campagna “Per i diritti, contro la xenofobia”, che sarà lanciata ufficialmente nella stessa giornata, promossa dalle tre associazioni e da ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) per portare le istanze di migrantidetenuti e rom e la lotta alla discriminazione e alla xenofobia al centro del dibattito per le elezioni europee 2014.
Alle candidate e ai candidati delle diverse forze politiche che parteciperanno alle elezioni, sarà chiesto un impegno diretto durante la campagna elettorale e, una volta eletti, all’interno dell’istituzione europea per garantire la tutela dei diritti umani delle categorie considerate.
Le modalità con le quali viene limitato l’ingresso dei migranti nel territorio europeo; gli ostacoli posti all’accesso al diritto di asilo e all’acquisizione della cittadinanza; le violazioni del diritto alla salute, all’istruzione e all’assistenza sociale che subiscono i migranti, i rifugiati, i rom, ma in molte carceri italiane anche i detenuti; la segregazione dei rom nei cosiddetti “campi nomadi” più o meno istituzionalizzati e dei migranti nei centri di detenzione; la negazione del diritto alla partecipazione attiva alla vita della comunità di residenza sono solo alcune delle molteplici violazioni dei diritti umani denunciate nell’Agenda.
Tra le attività della Campagna “Per i diritti, contro la xenofobia”, realizzata grazie al sostegno di Open Society Foundations, rientrano anche un Osservatorio sui discorsi di odio nei confronti dei migranti, una campagna di informazione sul diritto di voto dei detenuti e la realizzazione di video-interviste sui contenuti dell’Agenda a un gruppo di candidati, di detenuti, di migranti e di rom.
L’Agenda dei diritti umani in Europa sarà disponibile online a partire dal 28 marzo 2014 all’indirizzo campagnaperidiritti.eu, sito web dedicato alla Campagna “Per i diritti, contro la xenofobia”.
Interverranno alla conferenza stampa: Patrizio Gonnella e Alessio Scandurra (Antigone), Grazia Naletto (Lunaria), Carlo Stasolla (Associazione 21 luglio).

Aiutare i rom a ottenere uno status legale in Italia

corso rom apolidi

Gruppo di lavoro durante il corso (foto: Sergio Bontempelli)


[tfg_social_share]Sono nati nel nostro Paese o vi risiedono da moltissimi anni. Eppure non sono ancora in possesso di documenti italiani. Alcuni di loro, poi, non hanno più neanche i documenti del loro paese di origine e vivono così da apolidi di fatto.
Questa è la situazione che caratterizza una porzione significativa di rom in Italia, tra cui anche 15 mila minori, costretti a vivere in un vero e proprio limbo di invisibilità giuridica. Vivono infatti privati dei loro diritti fondamentali, dall’accesso ai servizi sociali all’istruzione, dall’assistenza sanitaria al lavoro, sino all’alloggio e ai diritti politici.
Per aiutare queste persone a ottenere uno status legale nel nostro paese, ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), Associazione 21 luglio e Fondazione Romanì Italia hanno organizzato un corso di formazione per operatori paralegali, rom e non, specializzati nel supportare persone rom apolidi, a rischio apolidia o prive di documenti.
Il corso rientra nell’ambito del progetto “Out of Limbo“, realizzato grazie al sostegno di Open Society Foundations.
La prima sessione del workshop si è svolta a Firenze il 31 gennaio e il 1 febbraio scorso. Vi hanno partecipato trenta giovani provenienti da tutta Italia.
Nel video, Giulia Perin, avvocato dell’ASGI, spiega come si sono svolti i lavori. Segue la testimonianza di Marinella, rom rumena che abita a Bologna, che ha partecipato al workshop di Firenze.

 

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