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Presentazione Rapporto Annuale 2015

L’impegno a superare definitivamente la politica dei “campi nomadi” entro il 2020, assunto dall’Italia nel 2012 con l’adozione della Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, è lungi dall’essere raggiunto: nel nostro Paese circa 35 mila rom continuano a vivere in condizioni di emergenza abitativa – oltre la metà dei quali in 155 insediamenti gestiti dalle istituzioni, da nord a sud – e numerose amministrazioni comunali e regionali perseverano nella progettazione e nella costruzione di nuovi ghetti per soli rom, da Vicenza a Genova, da Napoli a Barletta.
Sono solo alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Annuale 2015 sulla condizione di rom e sinti in Italia di Associazione 21 luglio, che sarà presentato venerdì 8 aprile alle ore 11 al Senato, presso la Biblioteca “Giovanni Spadolini” – Sala degli Atti parlamentari, piazza della Minerva 38, Roma.
Il Rapporto, la cui presentazione cade in concomitanza con la celebrazione della Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti, scatta una fotografia delle condizioni di vita di tali minoranze nel nostro Paese, analizzando le misure adottate a livello nazionale e locale – compresi approcci incoraggianti intrapresi in alcune località come Alghero, Lucca, Padova e Prato – e i numerosi richiami giunti nei confronti dell’Italia, su cui pende una procedura d’infrazione della Commissione Europea, da enti e organizzazioni internazionali che hanno posto sotto la lente d’ingrandimento politiche segregative e discriminatorie.
Politiche, queste, capaci di alimentare l’antigitanismo, ovvero il fenomeno dell’ostilità diffusa verso i rom per il quale l’Italia si conferma anche quest’anno la “maglia nera” in Europa.
Introdurrà la presentazione del Rapporto il Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi.
ACCREDITI: L’accesso alla Sala è consentito sino al raggiungimento della capienza massima. Si ricorda che per accedere al Senato è obbligatorio l’accredito. Per informazioni e accrediti: Tel. 06. 67065299 Email dirittiumani@senato.it I giornalisti devono accreditarsi presso l’Ufficio stampa del Senato Fax 06.67062947 Email accrediti.stampa@senato.it
L’evento rientra tra le iniziative promosse da Associazione 21 luglio in occasione della Giornata Internazionale dei Rom e Sinti.
Consulta il programma
Per maggiori informazioni:
Danilo Giannese
Responsabile Comunicazione e Ufficio stampa
Associazione 21 luglio
Tel: 388 4867611 – 0664815620
Email: stampa@21luglio.org 

Giornata Internazionale dei Rom e Sinti: eventi a Roma

Sfatare stereotipi e luoghi comuni sui rom con la cultura, l’incontro, la musica, il cinema, il cibo, riflessioni e approfondimenti. Dissolvere le bolle di sapone dei pregiudizi con la lettura e l’analisi di dati e statistiche e la conoscenza di storie e persone che per molto tempo, nel timore di rivelare la propria origine rom, sono rimaste nell’ombra. In occasione della Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti, che si celebra l’8 aprile di ogni anno, Associazione 21 luglio invita a una serie di eventi che si terranno dal 6 all’8 aprile, a Roma, nell’ambito dell’iniziativa “Apriamo i confini dello Stato immaginario di Gitanistan”, a cura di Pierluigi De Donno e Claudio “Cavallo” Giagnotti, ideatori del docufilm “Gitanistan. Lo stato immaginario delle famiglie rom salentine”.
 
MERCOLEDÌ 6 APRILEMONK CLUB, via Giuseppe Mirri 35, Roma
Ore 17.30 Laboratorio sui ritmi del sud Italia con i bambini del progetto Amarò Foro di Associazione 21 luglio
Ore 19 Aperitivo Musicale a cura di DON PASTA Cookin dj set Balkan tzigano salentino
Ore 20.30 Proiezione del Film/Doc GITANISTAN – Lo Stato immaginario
Ore 22 Concerto dei MASCARIMIRÌ, la band di pizzica pizzica salentina ideata da Claudio e Cosimo Giagnotti, fratelli di origine rom
Ingresso con tessera Arci + 7 euro Contributo all’attività. Per ottenere la tessera, registrarsi on line tramite il form (http://www.monkroma.club/tesseramento/) e ritirarla all’ingresso. Tra registrazione e ritiro devono intercorrere circa 24 ore.
VENERDÌ 8 APRILESENATO DELLA REPUBBLICA
Ore 11, Biblioteca “Giovanni Spadolini” – Sala degli Atti parlamentari – Piazza della Minerva 38, Roma
Conferenza stampa di presentazione del Rapporto Annuale sulla condizione di rom e sinti in Italia, a cura di Associazione 21 luglio
ACCREDITI: L’accesso alla Sala è consentito sino al raggiungimento della capienza massima. Si ricorda che per accedere al Senato è obbligatorio l’accredito. Per informazioni e accrediti: Tel. 06. 67065299 Email dirittiumani@senato.it I giornalisti devono accreditarsi presso l’Ufficio stampa del Senato. Fax 06.67062947 Email accrediti.stampa@senato.it
VENERDÌ 8 APRILESENATO DELLA REPUBBLICA
Ore 18.30, Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro – Piazza Capranica 72, Roma
Proiezione del Film/Doc GITANISTAN – Lo Stato immaginario
A seguire dibattito con Pierluigi De Donno (regista del docufilm), Carlo Stasolla (presidente Associazione 21 luglio), la testimonianza di Anina Ciuciu: dalla vita in un “campo rom” a Roma all’università La Sorbona di Parigi

ACCREDITI:
L’accesso alla Sala è consentito sino al raggiungimento della capienza massima. Per gli uomini sono obbligatorie giacca e cravatta. Si ricorda che per accedere al Senato è obbligatorio l’accredito. Per informazioni e accrediti: Tel. 06. 67065299 Email dirittiumani@senato.it I giornalisti devono accreditarsi presso l’Ufficio stampa del Senato. Fax 06.67062947 Email accrediti.stampa@senato.itGli eventi al Senato sono organizzati in collaborazione con la Commissione per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato.
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Contatti:

Danilo Giannese
Ufficio stampa e Comunicazione
Associazione 21 luglio
Tel: 388 4867611

Giornata della Memoria: al Senato storie di donne rom durante il fascismo

Tra le vittime delle persecuzioni nazifasciste, che si ricordano il 27 gennaio di ogni anno in occasione della Giornata della Memoria, si stima vi siano tra i 500.000 e 1,5 milioni di rom e sinti.
Il confino, la deportazione e l’internamento di rom e sinti caratterizzarono profondamente anche il nostro Paese e riguardarono, in un primo momento, gli “zingari” stranieri che vivevano nei pressi delle frontiere italiane, in particolare in Istria. Da lì, queste persone furono deportate soprattutto nei luoghi di confino e internamento presenti in Sardegna, come quello di Perdasdefogu, così come in altre località sul territorio nazionale. Stessa sorte toccò poi agli “zingari” di nazionalità italiana.

Tra di loro numerose erano le donne.  Per ricordare le loro storie e quelle delle loro famiglie,  la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato e la Cild (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili), in collaborazione con l’Associazione 21 luglio

invitano al convegno

La deportazione e l’internamento.
Storie di donne rom durante il fascismo

27 gennaio 2016 – ore 11
Sala Caduti di Nassirya – Senato della Repubblica
Piazza Madama 11 – Roma

Introduce

Luigi Manconi
Presidente Commissione Diritti Umani del Senato

Coordina

Carlo Stasolla
Presidente Associazione 21 luglio

Intervengono

Rosa Corbelletto
Università degli Studi di Torino

Licia Porcedda
École des hautes études en sciences sociales, Parigi

Ivana Nikolic
Attivista rom

Conclude 

Patrizio Gonnella
Presidente CILD

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Le delibere di Accogliamoci approdano in Campidoglio

Le due delibere di iniziativa popolare promosse dalla campagna Accogliamoci – per il superamento dei “campi rom” e per una riforma dell’accoglienza dei rifugiati a Roma – dovranno essere discusse dal Campidoglio entro sei mesi.
Questa mattina i promotori della campagna hanno consegnato oltre 6 mila firme al Comune di Roma, superando così il numero di sottoscrizioni necessarie affinché una delibera di iniziativa popolare venga obbligatoriamente discussa dall’Assemblea capitolina.
Per i promotori della Campagna – lanciata lo scorso giugno da una coalizione di associazioni composta da Radicali Roma, Associazione 21 luglio, A Buon Diritto, Possibile, Cild, Arci Roma, Un Ponte per, Asgi e Zalab – il successo della raccolta firme e il coinvolgimento diretto di un così alto numero di cittadini rappresentano per l’Amministrazione di Roma Capitale una occasione importante per affrontare finalmente in maniera strategica due questioni decisive per la città.
«La situazione dei rom e dei rifugiati nella Capitale non può più essere affrontata attraverso un approccio emergenziale, come le varie amministrazioni capitoline che si sono succedute nel corso degli anni hanno continuato a fare – affermano i promotori della campagna -. Soprattutto all’indomani dello scandalo di Mafia Capitale, urge un’inversione di tendenza rispetto al passato: i cittadini che hanno aderito ad Accogliamoci chiedono una Capitale senza più ruspe né ghetti, senza più violazioni dei diritti umani e inutile spreco di risorse pubbliche».
La delibera sul tema rom prevede il superamento della “politica dei campi” attraverso la chiusura progressiva dei sette “villaggi della solidarietà” e dei tre “centri di raccolta rom” presenti oggi a Roma – in cui uomini, donne e bambini vivono in condizioni precarie ai margini della società – garantendo alle famiglie rom e sinte l’accesso a percorsi di inclusione abitativa e sociale, come previsto dalla Strategia Nazionale di Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti.
L’altra delibera di iniziativa popolare mira alla riorganizzazione del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati a Roma definendo politiche di inclusione efficaci – e monitorate da organizzazioni indipendenti – che non si limitino alla prima assistenza, ma tutelino realmente il diritto d’asilo superando il sistema dei grandi centri profughi attraverso un’accoglienza diffusa e integrata sul territorio: centri di dimensioni contenute e piccoli gruppi che consentano ai beneficiari di entrare in relazione col territorio e di acquisire una propria autonomia e un’autentica inclusione sociale.
Hanno aderito alla campagna personalità del mondo politico, tra cui Emma Bonino, Luigi Manconi, Riccardo Magi, Giuseppe Civati, Rita Bernardini, Furio Colombo, Khalid Chaouki e Fabrizio Barca. L’attore Elio Germano e il cantante Piotta hanno realizzato una divertente intervista doppia a sostegno dell’iniziativa.
«La chiusura positiva della raccolta firme rappresenta solo il primo passo della campagna Accogliamoci. Da questo momento in poi sarà nostro compito vigliare sull’impegno dell’Amministrazione capitolina a discutere le due delibere e esortarla ad avere il coraggio di mettere in campo politiche inclusive che liberino la città dai ghetti, dai diritti calpestati e dai muri dell’intolleranza», concludono i promotori dell’iniziativa.
GUARDA IL VIDEO del concerto per la chiusura della raccolta firme con gli interventi di Emma Bonino, Luigi Manconi, Carlo Stasolla e Riccardo Magi.

Accogliamoci: nel "campo rom" di Castel Romano

“Campo rom” di Castel Romano, il più grande di Roma, costato, nel solo 2013, oltre 5 milioni di euro al Comune (di cui nulla è stato utilizzato per l’inclusione sociale dei circa mille rom che vi vivono). Dall’inchiesta denominata “Mondo di Mezzo” sono emersi i forti interessi, su questo “villaggio della solidarietà”, di Mafia Capitale e del ras delle cooperative Salvatore Buzzi.
Proprio in questo luogo, emblema del malaffare che ruota attorno ai rom nella Capitale e della politica segregante attuata nei confronti di tali comunità, il comitato promotore della campagna Accogliamoci, invitato da una parte dei rom del “campo”, si è recato per illustrare alla comunità le due delibere di iniziativa popolare per le quali la campagna ha avviato una raccolta firme. Una delle due delibere riguarda infatti il superamento dei campi rom nella Capitale attraverso percorsi efficaci di inclusione sociale. L’altra delibera riguarda invece la riforma del sistema di accoglienza per i rifugiati.

«Firmiamo perché non ce la facciamo più a stare nei ghetti, come animali, senza futuro e senza alcuna possibilità di vivere come il resto dei cittadini – affermano alcuni abitanti del “campo” – Vogliamo una vita diversa per i nostri figli, che sono nati e cresciuti qui in Italia. Una vita da cittadini italiani ed europei».
«Questa è mia figlia: guardatela. Ha appena venti giorni di vita. Guardate dove è nata. Guardate dove è costretta a vivere – spiega Dragan*, che vive a Castel Romano insieme alla moglie e a quattro figli -. Vivrà in un posto lontano da tutto e dimenticato da tutti. Noi non vogliamo vivere così, ma è in posti come questi che le istituzioni italiane ci hanno “rinchiuso”, negandoci la possibilità di vivere come e con il resto della società. Eppure io mi sento italiano al 100%: sono nato in Bosnia, ma sono qui da quando ero molto piccolo. E come un cittadino italiano, con un lavoro regolare, n una casa, con una vita normale, che vorrei vivere insieme alla mia famiglia».
Per essere discusse in Campidoglio le due delibere promosse dalla campagna Accogliamoci –  di cui l’Associazione 21 luglio fa parte insieme a molte altre associazioni – devono essere firmate da almeno 5 mila cittadini residenti a Roma oppure che vivono e lavorano nella Capitale. Al raggiungimento dell’obiettivo mancano poco meno di mille firme.
L’iniziativa, nei giorni scorsi, è stata sostenuta dall’attore Elio Germano e dal cantante Piotta, attraverso una divertente intervista doppia per smontare stereotipi e pregiudizi su rom e sinti. Insieme a loro altre personalità del mondo politico hanno sottoscritto le due proposte, tra cui Emma Bonino, Pippo Civati, Luigi Manconi, Rita Bernardini, Furio Colombo ma anche Khalid Chaouki e Fabrizio Barca del Partito Democratico. Adesioni anche dal mondo della musica. I banchetti sono stati ospitati in diversi concerti romani come quelli dei Modena City Ramblers e dei Sud Sound System che hanno visto la sottoscrizione dell’iniziativa da parte dei componenti delle band.
Per aderire all’iniziativa, per partecipare ai banchetti di raccolta firme, per ritirare i moduli da compilare e per tutte le informazioni sulla campagna consultare il sito della campagna www.accogliamoci.it oppure la pagina Facebook.
 
* il nome è di fantasia

Accogliamoci: nel "campo rom" di Castel Romano

“Campo rom” di Castel Romano, il più grande di Roma, costato, nel solo 2013, oltre 5 milioni di euro al Comune (di cui nulla è stato utilizzato per l’inclusione sociale dei circa mille rom che vi vivono). Dall’inchiesta denominata “Mondo di Mezzo” sono emersi i forti interessi, su questo “villaggio della solidarietà”, di Mafia Capitale e del ras delle cooperative Salvatore Buzzi.
Proprio in questo luogo, emblema del malaffare che ruota attorno ai rom nella Capitale e della politica segregante attuata nei confronti di tali comunità, il comitato promotore della campagna Accogliamoci, invitato da una parte dei rom del “campo”, si è recato per illustrare alla comunità le due delibere di iniziativa popolare per le quali la campagna ha avviato una raccolta firme. Una delle due delibere riguarda infatti il superamento dei campi rom nella Capitale attraverso percorsi efficaci di inclusione sociale. L’altra delibera riguarda invece la riforma del sistema di accoglienza per i rifugiati.

«Firmiamo perché non ce la facciamo più a stare nei ghetti, come animali, senza futuro e senza alcuna possibilità di vivere come il resto dei cittadini – affermano alcuni abitanti del “campo” – Vogliamo una vita diversa per i nostri figli, che sono nati e cresciuti qui in Italia. Una vita da cittadini italiani ed europei».
«Questa è mia figlia: guardatela. Ha appena venti giorni di vita. Guardate dove è nata. Guardate dove è costretta a vivere – spiega Dragan*, che vive a Castel Romano insieme alla moglie e a quattro figli -. Vivrà in un posto lontano da tutto e dimenticato da tutti. Noi non vogliamo vivere così, ma è in posti come questi che le istituzioni italiane ci hanno “rinchiuso”, negandoci la possibilità di vivere come e con il resto della società. Eppure io mi sento italiano al 100%: sono nato in Bosnia, ma sono qui da quando ero molto piccolo. E come un cittadino italiano, con un lavoro regolare, n una casa, con una vita normale, che vorrei vivere insieme alla mia famiglia».
Per essere discusse in Campidoglio le due delibere promosse dalla campagna Accogliamoci –  di cui l’Associazione 21 luglio fa parte insieme a molte altre associazioni – devono essere firmate da almeno 5 mila cittadini residenti a Roma oppure che vivono e lavorano nella Capitale. Al raggiungimento dell’obiettivo mancano poco meno di mille firme.
L’iniziativa, nei giorni scorsi, è stata sostenuta dall’attore Elio Germano e dal cantante Piotta, attraverso una divertente intervista doppia per smontare stereotipi e pregiudizi su rom e sinti. Insieme a loro altre personalità del mondo politico hanno sottoscritto le due proposte, tra cui Emma Bonino, Pippo Civati, Luigi Manconi, Rita Bernardini, Furio Colombo ma anche Khalid Chaouki e Fabrizio Barca del Partito Democratico. Adesioni anche dal mondo della musica. I banchetti sono stati ospitati in diversi concerti romani come quelli dei Modena City Ramblers e dei Sud Sound System che hanno visto la sottoscrizione dell’iniziativa da parte dei componenti delle band.
Per aderire all’iniziativa, per partecipare ai banchetti di raccolta firme, per ritirare i moduli da compilare e per tutte le informazioni sulla campagna consultare il sito della campagna www.accogliamoci.it oppure la pagina Facebook.
 
* il nome è di fantasia

L'Autorità Anticorruzione avvia istruttoria sul Best House Rom

L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha avviato un’istruttoria nei confronti del Comune di Roma in merito ai ripetuti affidamenti diretti alla cooperativa sociale Inopera della gestione del centro di raccolta denominato “Best House Rom”.
L’intervento dell’Autorità guidata da Raffaele Cantone giunge come risposta a un esposto presentato alla stessa Autorità il 3 febbraio 2015 dall’Associazione 21 luglio, che ha denunciato sia le condizioni strutturali del centro sia la mancanza di trasparenza nelle modalità di affidamento diretto dal Comune alla cooperativa Inopera.
Il Best House Rom, situato in via Visso 12/14, nella periferia orientale della Capitale, è un capannone industriale classificato, secondo la visura dell’Agenzia del Territorio, nella categoria C/2, la stessa riservata ai locali utilizzati per il deposito delle merci. Non potrebbe, dunque, ospitare delle persone. Vi vivono, in condizioni precarie, alcune centinaia di rom all’interno di spazi angusti, in veri e propri «loculi» – come denunciato dal presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi lo scorso gennaio, in occasione di una visita alla struttura organizzata dall’Associazione 21 luglio – privi di finestre e punti luce per il passaggio dell’aria e della luce naturale.
La struttura è stata inaugurata a luglio 2012 quando, con determinazione dirigenziale n. 3233 del 9 luglio 2012, firmata dall’allora Direttore del Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma Angelo Scozzafava, arrestato in seguito all’inchiesta su Mafia Capitale, il Comune ha affidato in maniera diretta alla cooperativa Inopera il servizio di accoglienza di circa 300 rom sgomberati dall’insediamento di via del Baiardo e di altri rom provenienti dal campo di Castel Romano.
La gestione del centro, nato con carattere temporaneo, è stata prolungata fino ad oggi mediante una serie di determinazioni dirigenziali che hanno confermato i ripetuti affidamenti diretti, di durata breve, alla stessa cooperativa Inopera. A dicembre 2013, nella struttura sono stati spostati anche i 137 rom provenienti dal “villaggio attrezzato” di via della Cesarina e altre persone vittime di sgomberi forzati.
Nel solo 2014, il Best House Rom è costato circa 2,8 milioni di euro, pari a una spesa di 650 euro al mese per ogni ospite, mentre per una singola famiglia, dalla nascita del centro, il Comune ha speso oltre 150 mila euro. Il 93% delle risorse, inoltre, è usato per la sola gestione della struttura mentre nulla è destinato all’inclusione sociale di uomini, donne e bambini.
Nell’avviare l’istruttoria, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha chiesto al Comune di Roma una giustificazione circa i reiterati affidamenti diretti di breve durata alla cooperativa Inopera nonché circa la mancanza di una opportuna pubblicazione a livello comunitario degli stessi affidamenti, contravvenendo così al principio di trasparenza.
L’Autorità ha quindi domandato al Comune di fornire informazioni dettagliate sui requisiti richiesti alla cooperativa Inopera per la gestione del servizio di accoglienza e sulle autorizzazioni in materia urbanistica, edilizia, di igiene, sicurezza e prevenzione incendi. Infine, ha richiesto un elenco delle verifiche della corretta esecuzione della prestazione da parte della cooperativa.
«L’apertura del fascicolo da parte dell’Autorità Anticorruzione rappresenta l’ennesima scure su un luogo, privo dei requisiti strutturali, dove si violano sistematicamente i diritti umani di uomini, donne e bambini», afferma l’Associazione 21 luglio che auspica l’immediata chiusura e superamento del Best House Rom.
A gennaio 2015 l’Assessore alle Politiche Sociali Francesca Danese aveva definito la struttura «un mostro», promettendone la chiusura entro due mesi. Qualche mese dopo, lo scorso maggio, lo stesso Assessore aveva pubblicamente annunciato che, con la fine della scuola, sarebbe stata individuata una soluzione alternativa per almeno cinque famiglie residenti nel centro di raccolta. A nulla di tutto ciò, ad oggi, è seguito un riscontro nella realtà.
Nel frattempo, il 29 maggio 2015, nell’Ordinanza di applicazione di misure cautelari, che aveva scandito l’inizio dell’azione denominata “Mafia Capitale 2”, la cooperativa Inopera emergeva nelle intercettazioni e nei dialoghi con altre realtà ora indagate nell’inchiesta.
«Il mostro è ancora lì e continua, imperterrito, a nutrirsi dei milioni di euro che vi confluiscono in maniera poco trasparente. Sulla pelle dei rom – afferma Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio -. Non riusciamo a capacitarci del perché, nonostante i proclami dell’Amministrazione, sul Best House Rom non sia ancora stata messa la parola fine. A fronte dell’immobilismo istituzionale non ci resta che confidare nella scure dell’Ufficio guidato da Raffaele Cantone e nell’assestamento del colpo decisivo a questa vergogna capitale».
 

ACCOGLIAMOCI. Per una Capitale senza ghetti né ruspe

ACCOGLIAMOCI
PER UNA CAPITALE SENZA GHETTI NÉ RUSPE

Presentazione delle delibere di iniziativa popolare
per il superamento dei campi rom e la riforma dell’accoglienza ai rifugiati a partire da Roma

Sabato 13 giugno, ore 11.00, Campidoglio – Sala della Piccola Protomoteca

Intervengono:

Emma BONINO, Partito Radicale
Luigi MANCONI, presidente della Commissione diritti umani del Senato e di A Buon Diritto
Riccardo MAGI, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Roma
Carlo STASOLLA, presidente dell’Associazione 21 Luglio
Patrizio GONNELLA, portavoce della Cild – Coalizione italiana Libertà e Diritti civili
Claudio GRAZIANO, responsabile immigrazione di Arci Roma
Salvatore FACHILE, Asgi – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione
Giuseppe CIVATI, E’ Possibile
Rita BERNARDINI, segretaria di Radicali Italiani

Introduce e modera
Alessandro CAPRICCIOLI, segretario di Radicali Roma

Accogliamoci è un’iniziativa di:
Radicali Roma, A Buon Diritto, Arci Roma, Asgi, Associazione 21 Luglio, Cild, E’ Possibile, Un Ponte Per, ZaLab

I giornalisti interessati sono pregati di inviare una email a info@accogliamoci.it entro le ore 20 di venerdì 12 giugno.

L’accesso per la stampa alla Piccola Protomoteca è previsto dal Portico del Vignola.

Per info: Alice Gussoni 347 449 17 24

Roma, il sistema dell'accoglienza per soli rom

Otto milioni di euro, una cifra superiore del 30% rispetto allo scorso anno. È quanto ha speso il Comune di Roma nel 2014 per segregare e violare i diritti umani di 242 famiglie rom nei cosiddetti “centri di raccolta rom”, per una spesa annua a famiglia di circa 33 mila euro.
A un anno dalla pubblicazione del rapporto Campi Nomadi s.p.a., che aveva denunciato l’esistenza a Roma di un “sistema campi nomadi” del valore di oltre 24 milioni di euro, l’Associazione 21 luglio ha presentato oggi in Campidoglio il report Centri di Raccolta s.p.a. che completa il quadro dimostrando la presenza di un “sistema dell’accoglienza per soli rom”, parallelo rispetto all’assistenza alloggiativa prevista per i non rom, che continua a muovere denaro dal pubblico al privato senza che nulla cambi per il benessere della città e dei suoi cittadini, rom e non.
Sono intervenuti alla conferenza stampa anche il Presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi, l’Assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Francesca Danese, il consigliere di Roma Capitale Riccardo Magi e il professore associato di Sociologia presso l’Università Sciences Po di Parigi Tommaso Vitale.
Nella Capitale vi sono attualmente tre “centri di raccolta” propriamente detti: il Centro di via Salaria, il Best House Rom e il Centro di via Amarilli, campi nomadi di ultima generazione, spazi segregati e privi dei requisiti minimi stabiliti dalla normativa regionale (Legge Regionale 41/2003). Circa 900 persone, di cui la metà minori, vi vivono in situazioni spesso drammatiche, caratterizzate da spazi angusti, mancanza di privacy e condizioni igienico-sanitarie precarie, in uno stato di ricatto morale, abituati – e spesso definitivamente assuefatti – a un sistema perverso che li priva della dignità e di ogni opportunità di inclusione sociale, relegandoli ai margini della città. Ai tre centri si aggiungono quattro strutture (via san Cipirello, via Torre Morena, via Toraldo e l’ex Fiera di Roma) nelle quali risiedono circa 300 rom accolti dopo le proteste seguite agli sgomberi forzati dei loro insediamenti.
Per i sette centri l’Amministrazione di Roma Capitale ha speso nel 2014 8.053.544 euro, il 29,8% in più rispetto a quanto stanziato l’anno precedente per i centri di raccolta (6.202.869 euro). Della spesa totale impiegata nel 2014, il 90,6% è stato utilizzato per la sola gestione dei centri; il 4% per sicurezza e vigilanza; il 5,4% per la scolarizzazione, mentre nulla è stato destinato all’inclusione sociale dei rom.
Per la quasi totalità, i fondi sono stati assegnati a enti e cooperative tramite affidamento diretto e senza bando pubblico. Al solo Consorzio Casa della Solidarietà, operante nei centri di via Salaria, via Amarilli, via di Torre Morena e nella ex Fiera di Roma, è andato il 49,2% delle risorse comunali (poco meno di 4 milioni di euro), seguito da Cooperativa Inopera, attiva nel Best House Rom, che ha ricevuto più di 2,5 milioni di euro (pari al 32% del totale).
Tra i centri più esosi per le casse comunali primeggia il Best House Rom – «un mostro che deve essere chiuso», come lo ha definito l’assessore Danese lo scorso 26 gennaio – costato quasi 2,8 milioni di euro nel 2014, cifra più che doppia rispetto al 2013 (+122%), pari a circa 39 mila euro all’anno per una singola famiglia. Il centro, situato in via Visso 14, risulta privo di finestre e punti luce per il passaggio di aria e luce naturale, e presenta stanze in media di 12mq ciascuna, dove vivono mediamente cinque persone. Gli altri due grandi centri di raccolta rom – via Salaria e via Amarilli – sono costati invece rispettivamente circa 2 e 1,4 milioni di euro (-23% e -1% rispetto al 2013). Per mantenere una famiglia rom nel centro di via Salaria il Comune di Roma, dal 2009, da quando cioè la struttura è nata, ha speso 231.970 euro, mentre nel centro di via Amarilli il costo annuo a famiglia, nel 2014, ammonta a 69.723 euro, pari a più di 341 mila euro a famiglia dalla nascita del centro, nel 2010.
«La gestione economica dei centri di raccolta rom rappresenta la cartina di tornasole delle politiche sociali rivolte negli ultimi anni ai rom e ai sinti della Capitale: il centro è concepito per far restare le persone accolte il più a lungo possibile, nessuna risorsa è utilizzata per la fuoriuscita attraverso percorsi virtuosi di inclusione lavorativa e abitativa», afferma il presidente dell’Associazione 21 luglio Carlo Stasolla.
«Utilizzando la metafora del “Patto, si potrebbe dire che il sistema è garantito da una sorta di accordo implicito e consolidato nel tempo che potremmo chiamare “Patto dell’Invisibilità” e che si fonda su tre parole chiave: Assistenza, Invisibilità, Profitto – prosegue Stasolla -. Nel “patto” non scritto l’Amministrazione comunale garantirebbe un mero assistenzialismo all’interno delle strutture; la famiglia rom, in cambio di un alloggio sotto-standard, assicurerebbe all’Amministrazione una sorta di invisibilità che si traduce anzitutto nella mancata rivendicazione dei propri diritti; l’ente gestore sarebbe lautamente pagato per garantire l’osservanza del “patto”».
Secondo l’Associazione 21 luglio, Roma ha oggi più che mai il dovere e l’opportunità concreta di cambiare pagina rispetto alle politiche fallimentari e dispendiose che hanno caratterizzato l’operato delle varie Amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni, a partire da una rigorosa e non più rimandabile programmazione di una politica efficace di superamento dei campi rom. In quest’ottica, il rapporto Centri di raccolta s.p.a. si conclude con una lista di sette principi programmatici per costruire nuovi interventi in favore dei rom a Roma, a cura del prof. Tommaso Vitale.
SCARICA IL RAPPORTO

Rapporto "Centri di raccolta s.p.a.": presentazione in Campidoglio

A un anno dalla pubblicazione del rapporto “Campi Nomadi s.p.a.”, che ha svelato il fiume incontrollato di denaro pubblico che nel 2013 ha alimentato il cosiddetto “sistema campi” nella Capitale

l’Associazione 21 luglio presenta il nuovo rapporto


Centri di raccolta s.p.a.

I centri di assistenza abitativa per soli rom. I costi a Roma nel 2014 e i percorsi per il loro superamento

6 maggio 2015 – ore 12.30
sala del Carroccio
piazza del Campidoglio, Roma


Intervengono:

Carlo Stasolla – presidente Associazione 21 luglio
Luigi Manconi – presidente Commissione Diritti Umani del Senato
Francesca Danese – Assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale
Riccardo Magi – consigliere Roma Capitale
Tommaso Vitale – professore associato di Sociologia, direttore Master “Governing the large metropolis”, Sciences Po, Centre d’Etudes Europennes, Parigi

Modera:

Luca Liverani – giornalista di Avvenire

INGRESSO LIBERO
Ai presenti sarà consegnata copia gratuita del rapporto

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