Una risoluzione per superare i "campi rom" in Italia
La Commissione diritti umani del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il Governo verso il superamento definitivo dei “campi nomadi” in Italia e per la concreta attuazione della Strategia nazionale d’Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti. Per l’Associazione 21 luglio si tratta dell’inizio della fine dell’era “campi nomadi” e della dismissione di questi “non luoghi” dove i diritti umani di rom e sinti sono sospesi.
La risoluzione – si legge in una nota della Commissione – nasce dalle visite svolte dai membri della Commissione nei mesi scorsi in campi e villaggi attrezzati, soprattutto nella città di Roma.
Il 10 novembre 2014 e il 26 gennaio 2015, in particolare, l’Associazione 21 luglio ha accompagnato le delegazioni della Commissione in visita al “Best House Rom”, un centro di raccolta rom situato nella periferia est di Roma che – come afferma la nota della Commissione – «accoglie circa 300 persone in spazi inadeguati e lontani dall’assicurare condizioni di vita minimamente accettabili. D’altra parte – continua la nota – è quel centro che l’Assessore alle Politiche Sociali di Roma Francesca Danese si è impegnata a chiudere al più presto, offrendo alle famiglie una sistemazione dignitosa e l’avvio di un percorso condiviso».
Le recenti inchieste giudiziarie hanno evidenziato come la gestione dei “campi nomadi” a Roma – si legge nella risoluzione appena approvata – rientrasse all’interno di “un sistema corruttivo finalizzato all’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici che ha portato negli ultimi anni a un peggioramento delle condizioni di vita delle comunità Rom, alla loro segregazione e a uno spreco di risorse pubbliche: nel solo 2013 e nella sola Capitale sono stati impegnati oltre sedici milioni di euro, di cui circa il 60% rappresentato dai soli costi di gestione”.
Secondo l’Associazione 21 luglio, la risoluzione presentata dalla Commissione presieduta dal senatore Luigi Manconi rappresenta un ulteriore passo verso la chiusura definitiva dei “campi nomadi” presenti in Italia.
«Ci si avvia verso la dismissione di questi “non luoghi” dove il diritto è sospeso e dove per decenni sono state concentrate le comunità rom e sinte in emergenza abitativa», afferma l’Associazione.
«Attendiamo le scelte coraggiose da parte degli amministratori locali che dal 2012 ad oggi hanno già speso più di 13 milioni di euro per la realizzazione di nuovi insediamenti per soli rom a Roma, Milano, Carpi e Giugliano; che stanno portando a termine la costruzione di nuovi insediamenti a Latina, Lecce, Merano e Cosenza e che si stanno attivando a ristrutturazioni di “campi nomadi” ad Asti, Savona, Vicenza e Torino – prosegue l’Associazione 21 luglio -. -. Dalla Capitale e dall’impegno assunto dall’assessore Danese per la chiusura del “Best House Rom” bisogna partire per dare un segnale forte e chiaro a tutto il Paese».
Una presa di posizione in linea con quanto dichiarato dallo stesso presidente della Commissione diritti umani Manconi: «La Commissione chiede oggi al Governo di adottare misure urgenti ed efficaci nell’ambito delle politiche generali di inclusione sociale per il miglioramento delle condizioni di vita di Rom, Sinti e Camminanti».