Roma, nun fa' la stupida: discriminare i rom costa
[tfg_social_share]Si è conclusa la mobilitazione on line “Roma, nun fa’ la stupida: #DiscriminareCosta” promossa dall’Associazione 21 luglio per chiedere al sindaco Ignazio Marino di bloccare il progetto del nuovo “campo rom” in via della Cesarina, a Roma.
603 persone si sono mobilitate e tra il 22 e il 29 maggio hanno inviato un’email al sindaco per sollecitare un suo intervento diretto nella questione. Per due ordini di ragioni: i “campi rom” sono dei ghetti su base etnica in cui i diritti umani vengono violati; il progetto del nuovo “campo” in via della Cesarina, avanzato dall’Assessorato alle Politiche Sociali, costerà alle casse comunali 2 milioni di euro.
Queste ingenti risorse economiche – è stata la richiesta degli attivisti web a Marino – andrebbero riconvertite in progetti di inclusione sociale per tutti i cittadini, rom e non, in disagio abitativo.
La mobilitazione sul web è solo la prima di una serie di azioni che l’Associazione 21 luglio metterà in campo per impedire che un nuovo ghetto per soli rom nasca a Roma, a fronte delle raccomandazioni di superare la “politica dei campi” contenute nella Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom.
In tale ottica, giovedì 12 giugno 2014, l’Associazione presenterà in Campidoglio Campi Nomadi s.p.a., rapporto sui costi del “sistema campi” a Roma nel 2013.
Il contesto
Il nuovo “villaggio della solidarietà” in via della Cesarina sarà costruito sullo stesso terreno laddove, fino a 5 mesi fa, sorgeva uno degli 8 “villaggi” della Capitale. Il 16 dicembre 2013 ai 137 rom residenti nell’insediamento era stato imposto il trasferimento nel centro di raccolta di via Visso e lo spazio era stato smantellato e chiuso in vista dell’inizio dei lavori di costruzione del nuovo “campo”, così come disposto dall’assessore Rita Cutini.
Lo scorso 8 aprile, Associazione 21 luglio, Amnesty International Italia e altre nove organizzazioni avevano scritto al sindaco Marino per esprimere la loro contrarietà alla decisione dell’assessore Cutini, evidenziando da un lato la reiterazione di una politica segregativa nei confronti dei rom e, dall’altro, puntando l’indice sul tema dell’efficacia della spesa pubblica. Una settimana più tardi, il Consiglio municipale del III Municipio, dove insiste l’insediamento, aveva chiesto al primo cittadino la sospensione dei lavori e la riconversione del denaro previsto per la realizzazione di progetti utili sia ai rom che ai cittadini del Municipio. Ai due appelli era seguito il silenzio dell’Assessorato.
Secondo l’Associazione 21 luglio il progetto dell’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Rita Cutini di costruire l’ennesimo luogo di segregazione su base etnica per i rom della Capitale, oltre a configurarsi come lesivo dei diritti umani di tali comunità, rappresenta l’espressione di una scelta economicamente insostenibile. Ad oggi, infatti, quando i lavori del rifacimento del nuovo insediamento non sono ancora iniziati, l’Assessorato ha già sostenuto una spesa superiore a 500 mila euro per l’affitto del terreno, i lavori di rimozione di amianto e il mantenimento dei rom “parcheggiati” nel centro di raccolta di via Visso. Per portare a compimento i lavori, è la spesa stimata dall’Associazione 21 luglio, il Comune investirà ancora 1,5 milioni di euro.
Sulla pagina web dell’iniziativa #DiscriminareCosta è attivo un contatore che indica in tempo reale la spesa sostenuta giornalmente dall’Assessorato per gli interventi preventivi alla realizzazione del nuovo insediamento.