Sgombero rom: la soluzione nella notte
Dopo tre giorni di trattative con le autorità locali, per i 39 rom coinvolti nello sgombero forzato di Val d’Ala, a Roma, è stata finalmente individuata una soluzione.
Venerdì 11 luglio, poco prima dello scoccare della mezzanotte, i rom, tra cui bambini di pochi mesi e persone affette da gravi patologie, sono stati trasferiti provvisoriamente in una struttura di accoglienza in città, dove risiederanno fino all’individuazione di ulteriori soluzioni.
[tfg_social_share]Si è così scongiurato il rischio, per queste persone, di altre notti all’addiaccio dopo che le loro abitazioni, nella mattinata del 9 luglio, erano state rase al suolo dalle ruspe cittadine.
Dall’inizio dello sgombero, gli attivisti delll’Associazione 21 luglio, insieme ad Amnesty International, hanno costantemente monitorato la situazione e supportato, anche materialmente, i 39 rom ritrovatisi improvvisamente senza tetto.
Con due comunicati stampa congiunti con Amnesty International, il primo il 9 luglio e il secondo l’11 luglio, l’Associazione ha dapprima denunciato le violazioni dei diritti umani e degli standard internazionali perpetrati con lo sgombero forzato e poi rivolto un appello urgente al sindaco di Roma Ignazio Marino e all’Assessore al Sostegno Sociale e alla Sussidiarietà Rita Cutini al fine di trovare una soluzione immediata per far fronte all’emergenza creata dallo stesso sgombero.
Subito dopo lo sgombero, infatti, le famiglie rom sono state letteralmente abbandonate a loro stesse dalle istituzioni e per sbloccare la situazione si sono rese necessarie ore di trattative con le autorità locali.