Sgombero forzato per 250 rom. Associazione 21 luglio: «grave violazione dei diritti fondamentali»
Associazione 21 luglio condanna con fermezza lo sgombero forzato che ha coinvolto 250 persone di origine rom avvenuto questa mattina a Roma: «ennesima ferita di una città incapace di dare risposte».
Roma, 13/2/2018. Sono iniziate all’alba di questa mattina le operazioni di sgombero forzato di 250 persone di origine rom – tra cui circa 130 minori, donne incinte e anziani – che occupavano lo stabile di via Tiburtina 781 a Roma, un capannone industriale di proprietà della Società Romana Tiburtina Immobiliare S.p.A.
Le forze dell’ordine, un dispiego di Polizia Municipale, Carabinieri e Polizia di Stato, si sono presentate in tenuta antisommossa e hanno iniziato le operazioni di sgombero in evidente violazione degli obblighi internazionali e senza rispettare alcuna delle garanzie procedurali in materia di sgomberi previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite, in parte fatte proprie dal Decreto Minniti (legge 48/2017). L’operazione non è stata infatti preceduta da alcuna notifica scritta alle famiglie e – soprattutto – non è stata fornita alcuna soluzione abitativa alternativa.
I residenti, di origine rumena, abitavano nello stabile da circa un anno e provenivano da ripetuti sgomberi di insediamenti informali. Nel 2017 sono state 33 le operazioni di sgombero forzato a Roma, che hanno coinvolto 557 persone, tutte appartenenti alla comunità rom.
Come denuncia da sempre Associazione 21 luglio, gli sgomberi forzati non fanno che aggravare le condizioni di vulnerabilità delle persone coinvolte e, oltretutto, interrompono irrimediabilmente il percorso scolastico dei minori coinvolti. Numerosi infatti le bambine e i bambini sgomberati oggi che frequentavano le scuole del quartiere (Istituto Comprensivo di Via Cortina e Istituto Comprensivo Palombini) e che difficilmente riusciranno a riprendere gli studi con regolarità.
Si tratta del primo sgombero forzato dopo quello di Piazza Indipendenza e dopo la circolare del Ministero dell’Interno – la n. 11001/123/11(1) – nella quale si ribadisce la necessità di tutelare i nuclei familiari più vulnerabili e in condizioni di grave disagio economico.
«Dopo il giusto clamore suscitato lo scorso agosto dallo sgombero di Piazza Indipendenza – ha sottolineato Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio – si prova amarezza nel constatare il silenzio che ha accompagnato lo sgombero odierno. Quella di oggi è una gravissima violazione dei diritti fondamentali – aggiunge – che provoca un’ennesima ferita nel corpo di una città incapace di ascoltare e di dare risposte a fasce di popolazione doppiamente discriminate: perché povere, perché di etnia rom».
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Elena Risi
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