Giovani attivisti rom e sinti: le video-testimonianze
Ha preso il via il Corso di formazione per attivisti rom e sinti organizzato da Associazione 21 luglio e dal Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC). I giovani partecipanti spiegano perché hanno scelto di aderire all’iniziativa e di impegnarsi per i diritti umani delle proprie comunità.
I ragazzi e le ragazze che si sono presentati al primo dei sei appuntamenti previsti dal Corso sono arrivati da varie regioni e città italiane. Tra di loro Sead Dobreva, 31 anni, rom arrivato in Italia nel 1991 in fuga dai tumulti nella ex Iugoslavia:
«Quando ho saputo di questo corso ho pensato che per me potesse essere una buona opportunità per fare finalmente qualcosa per il mio popolo», spiega Sead, che vive a Rovigo «in una casa» – come ci tiene a sottolineare – e che lavora come operaio in una fabbrica dove è anche rappresentante sindacale.
Gladiola Lacramioara Lacatus, 20 anni, viene dalla Romania e da sei anni vive a Cosenza. Per alcuni mesi ha vissuto in un campo rom; ora è in una casa famiglia per minori e frequenta la scuola superiore: «Ho scelto di fare questo corso per avere la formazione adatta per aiutare, successivamente, gli altri ragazzi che come me hanno incontrato difficoltà nell’integrarsi nella società».
Gladiola è una delle sette ragazze che hanno partecipato al primo incontro del corso. Un tasso di partecipazione femminile molto, che ha reso felici gli organizzatori dell’iniziativa.
Come lei, anche Naomi Ahmetovic, rom/sinta di 18 anni che vive a Trieste, ha deciso di immergersi nella teoria e nella pratica dei diritti umani. «In questo modo saprò riconoscere le violazioni dei diritti umani e potrò battermi perché i diritti della mia comunità vengano rispettati», racconta Naomi.
Il Corso di formazione
Il Corso di formazione per attivisti rom e sinti, promosso da Associazione 21 luglio e ERRC, rientra tra le attività della Campagna “STOP all’apartheid dei Rom!“, lanciata dall’Associazione lo scorso ottobre.
Francesca Colombo, responsabile Campagne dell’Associazione 21 luglio, spiega il senso dell’iniziativa:
«L’obiettivo è quello di dar vita a un attivismo giovanile tra le comunità rom e sinte in Italia. Forniamo ai ragazzi e le ragazze una serie di strumenti che riguardano i loro diritti umani in modo tale che essi stessi possano rivendicarli e farli conoscere alle proprie comunità. È importante che siano essi stessi ad agire in prima persona».
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