“Radiamoli al suolo. Basta con gli zingari, Salvini Ministro per 20 anni”. Gli effetti dell’odio sul web
“Ma vi par normale che una zingara a Milano dica “A Salvini andrebbe tirata una pallottola in testa”? Stai buona, zingaraccia, stai buona che tra poco arriva la ruspa”. Era lo scorso 1 agosto quando il Ministro dell’Interno Matteo Salvini twittava queste parole. Qualche giorno più tardi, il Ministro da una piazza di Arcore durante un comizio ha continuato: “Solo in Italia una che è agli arresti domiciliari, che vive in una casa abusiva in un campo rom abusivo, può minacciare di morte il ministro dell’Interno. Ma per i giornalisti il problema non è questa fottutissima zingara ma il ministro dell’Interno. Ma io vi do la mia parola che quella casa abusiva la radiamo al suolo”.
Espressioni verbali che ledono la dignità umana
Espressioni (verbali e a mezzo social) che ledono la dignità umana e rappresentano una chiara violazione di diritti. Sarebbero state gravi, gravissime, se a proferirle fosse stato un comune cittadino, lo diventano in maniera esponenziale se a farlo è il Ministro dell’Interno. Matteo Salvini, vice premier del governo gialloverde istituto dopo le elezioni nazionali del marzo 2018, che conta oltre 3 milioni e mezzo di follower sui social network.
La libertà d’espressione è preziosa per ogni individuo e tanto più per un cittadino eletto dal popolo, ma è di cruciale importanza che le persone che svolgono attività politica, nei loro discorsi pubblici, evitino di diffondere delle idee suscettibili d’incitare alla discriminazione e di nutrire sentimenti di xenofobia e intolleranza. In contesti dove vi sono in gioco più diritti è importante tener conto del necessario bilanciamento dei diritti inviolabili dell’uomo tra cui il diritto d’uguaglianza, intesa come non discriminazione e pari dignità sociale. Sul punto la giurisprudenza è unanime nell’affermare che il diritto alla libera manifestazione del pensiero non può essere esteso fino alla giustificazione di atti o comportamenti che, pur estrinsecandosi in una esternazione delle proprie convinzioni, ledono tuttavia altri principi di rilevanza costituzionale ed i valori tutelati dall’ordinamento giuridico interno e internazionale.
Parole che spianano la strada a manifestazioni d’odio
Parole come “zingaraccia” e “fottutissima zingara” ma anche avvertimenti che profilano azioni di sgombero quali “Arrivano le ruspe”, spianano la strada a manifestazioni di odio (a mezzo social e non solo) sempre più importanti che si diffondono velocemente. Ne sono esempio i commenti che gli utenti del web hanno postato sulla bacheca del Ministro o che hanno pubblicato a loro volta mediante la condivisione. Ne riportiamo alcuni: “Radiamoli al suolo. Basta con gli zingari. Salvini Ministro per 20 anni!” e ancora “Basta campi…sono #zingari, quindi nomadi…e devono nomadare, non fermarsi nei luoghi a tempo indeterminato…”, infine “Ma dove li mettiamo questi parassiti che vivono rubando nelle nostre case?”.
Attacchi di questo tipo non possono che innalzare il livello di attenzione e di preoccupazione su come il clima d’odio si stia propagando a macchia d’olio nei confronti di chi viene percepito come estraneo e diverso da sé. L’Osservatorio 21 luglio continuerà anche in questi giorni di vacanza con operazioni di monitoraggio, pronto ad intraprendere laddove opportuno azioni correttive.